Ecco i motivi per i quali forse รจ meglio che Bloodborne non abbia un seguito
Ormai pare sia definitivo:ย all’imminente E3 2017 non verrร presentato il seguito di Bloodborne, il soul-like di From Software, vero e proprio capolavoro del 2015 con un gameplay solido e divertente ma, nonostante la difficoltร decisamente tendente verso l’alto, mai frustrante. Un titolo sรฌ impegnativo ma sempre in grado di mantenere la voglia di andare avanti.
Per alcuni dei numerosi fans diย Bloodborne, la notizia del mancato sequel รจ stata una vera e propria mazzata mentre, per altriย รจ stato quasi unย sollievo. Comeย mai la platea si รจ divisa in queste due opposte fazioni?
I punti di forza di Bloodborne, per chi ancora non conoscesse questa vera e propria “killer app” in esclusiva Playstation 4, non sono solo identificabili con il sistema di combattimento o con altre specifiche tecniche. La marcia in piรน รจ da ricercarsi su come il titolod riesca a sposare perfettamente le sue tematiche peculiari con il sistema di gioco.
Con uno stile comune ai suoi “cugini” della serie Dark Souls, la storia di background e gli innumerevoli dettagli che vanno a comporre la lore del gioco non vengono mostrati e, soprattutto, spiegati in modo chiaro, ma vanno scoperti indagando in lungo e in largo per i livelli, facendo attenzione ai minimi dettagli e cercando di ricollegare i vari indizi tra di loro.
Bloodborne e l’universo diย H.P. Lovecraft
Bloodborne ha perรฒ, tra le sue tante fonti di ispirazione, una che lo rende di per sรฉ molto particolare e che, per ricollegarci a quanto detto in apertura, non lo renderebbe adatto ad un ipotetico seguito. Vediamo come, e perchรฉ.
Bloodborne incomincia come un gioco di ambientazione Vittoriana. Il design dei personaggi, degli avversari e dei livelli ricorda molto da vicino Van Helsing, il film del 2004. Da circa metร storia in poi, perรฒ, il tutto inizia a prendere una piega ben fantastica ed inquietante.
Con il progredire del gioco, la storia ricalca sempre piรน tematiche chiaramente ispirate all’immaginario orrorifico creato dallo scrittore statunitense H.P. Lovecraft, soprattutto per quanto riguarda il concetto di “Orrore Cosmico”.
Girovagando per Yharnam e per le altre locations del gioco, potremo osservare statue, leggere note e descrizioni di oggetti che alludono, in maniera piรน o meno marcata, all’esistenza di “Esseri” con un potere superiore, i quali hannoย inquietanti mire sulla cittร e i suoi abitanti.
Il tema della mescolanza genetica e delle volontร di questi Esseri di procreare attraverso un “surrogato” umano, si fa sempre piรน preponderante man mano che si procede. Questo รจ il fine ultimo della religione nel gioco, religione che ha dato origine a numerose sette, ognuna impegnata, alla sua maniera, ad entrare in contatto con questi misteriose creatureย e avere l’onore di consegnare loro un nuovo Rinato.
Non ci vuole molto a paragonare iย Grandi Esseri (cosรฌ sono chiamate questeย creature in Bloodborne) con i Grandi Antichi, le mostruose divinitร aliene degli scritti di Lovecraft.
Come se non bastasse, l’aspetto tentacolare di alcuni mostri, la presenza di una dimensione onirica (il Sogno del Cacciatore) e il concetto di riuscire a “vedere realmente quello che sta dietro”, sono tutti elementi classici di tutta la letteratura lovecraftiana. Non solo, ma anche lo stile descrittivo e narrativo, confuso, imperfetto e talvolta inaffidabile, รจ praticamente lo stesso, sia in Bloodborne che nelle storie del Solitario di Providence.
Le opereย di Lovecraft sono molto popolari e i rimandi ad esse sono frequenti in molte altre opere, siano esse racconti, videogiochi, film, giochi da tavolo o quant’altro.
Parlando sempre di videogiochi, molti altri titoli si sono “accontentati” di dar vitaย a creature prese daย questi racconti oย ad essi ispirate e inserire nella trama, magari anche con notevoli forzature, il coinvolgimento di Esseri Superiori, senza tentare di integrare al meglio questi aspetti nelle meccaniche stesse del gioco.
Prendiamo, ad esempio, Call of Cthulhu: Dark Corners of Earth (peraltro ispirato a uno dei miei racconti preferiti). Il gioco parte bene, con la giusta e coinvolgente atmosfera ma, non appena si entra inย possesso di un’arma degna di quel nome, cominciando a far fuoco su tutto ciรฒย che si muove, il gioco muta in un comune FPS con mostri di ispirazioneย lovecraftiani come avversari, con il giocatore non รจ piรน indifeso e che non deve prestare cautela ad ogni passo.ย Se qualche schifezza ciย sbarra la strada, la polverizziamo conย Nonchalance!
In Bloodborneย come nei Souls, del resto, non ci si puรฒ permettereย di agire con superficialitร : la scritta rossa “SEI MORTO” attende inesorabile dietro ogni angolo se non si usano le dovute cautele, il tutto in puro stile Lovecraft, il quale non ha mai risparmiato destini atroci agli avventati.
Come accennato prima, la lore di Bloodborne va scoperta piano piano, non viene subito rivelata e molti passaggi, collegamenti e avvenimenti, potrebbero venir compresi solo dopo aver finito il gioco, magari anche piรน di una volta.
Quello che si รจ destinati a diventare, le decisioni che si prenderannoย e i comportamenti da tenere verso l’end game, contribuiscono a creare il vero senso di Orrore Cosmico e alieno del gioco,ย non tanto perchรฉ proveniente “da fuori” ma quanto perchรฉ poco comprensibile.
Un’avventura completa con un inizio e una fine
Lungi dal rischio di spoilerare qualcosa, nel caso qualcuno non lo avesse ancora giocato, ma dei tre finali possibili, soltanto uno potrebbe, vagamente, dare un senso ad un possibile seguito e comunque, dopo aver giocato e apprezzato questo terribile ma affascinate mondoย dell’incubo, ci si potrร rendere conto conto che la cosa รจ, nel bene o nel male (concetti oltretutto estremante labili) da considerarsi chiusa li.
Un Bloodborne 2 sarebbe, a mio avviso, una forzatura.
Prepariamoci dunque per nuove avventure, magari anche piรน stimolanti, consapevoli che la Notte della Caccia รจ ormai conclusa. E che non poteva esserci caccia migliore!
Cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento qui sotto!