Lun 18 Novembre, 2024

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Edoardo Boncinelli si scaglia contro il genere fantasy bollandolo come dannoso!

Edoardo Boncinelli scrive su “La Lettura” l’articolo “Contro il fantasy”. Ma è proprio vero che la fantasia ha immerso le nuove generazioni in un mondo di magia e superstizione?

Uno dei principali vantaggi del web è quello di arrivare alla fruizione di una vasta e variegata quantità di informazioni restando comodamente seduti a casa.

Al contrario, uno dei più grandi svantaggi del web è che in tanti si sentono in “diritto” di scrivere e formulare la propria opinione (opinabile o meno) su qualsiasi argomento, alcune volte cercando il clamore mediatico piuttosto che un’approfondita dissertazione o la semplice voglia di confronto. Spesso, infatti, questo “diritto” a manifestare apertamente la propria opinione viene confuso con un “obbligo” nel dover attaccare, armati delle proprie (a volte immutabili) convinzioni questo o quell’altro argomento, nella speranza provocatoria di innescare un acceso dibattito che porti non ad una discussione costruttiva ma semplicemente all’accumulo di commenti e like.

Personalmente, con tutto il dovuto rispetto e la profonda umiltà di cui mi faccio carico, cercando di chetare i facili impulsi polemici da fan appassionata, vorrei dare una personale risposta all’articolo “Contro il Fantasy” del genetista italiano Edoardo Boncinelli, uscito il 25 giugno nell’inserto “La Lettura” del Corriere della Sera.

Edoardo Boncinelli

Non mi dilungherò (anche perché al momento umilmente non mi arrogo il titolo per farlo) nel commentare l’articolo dello studioso, eminente fisico, evidentemente, a mio parere, non altrettanto eminente nel campo della letteratura fantasy.

Il mio disappunto, sia chiaro non doveroso e nemmeno obbligato ma semplicemente nato dal mio restare perplessa dopo aver letto il pezzo del professor Boncinelli, è dato dalla natura non scientifica del suo articolo che si limita a elencare una serie di luoghi comuni sul genere fantasy non confermati da nessun dato discreto, nessuna fonte e nessuno studio, oltre a una serie di imprecisioni come per esempio quella relativa al periodo di nascita del genere letterario in questione.

Non ci sono statistiche che giustifichino un collegamento tra la lettura di testi fantasy e l’aumento delle persone che fanno ricorso alle medicine alternative, mentre, a differenza di quanto affermato nell’articolo, ci sono numerose ricerche che hanno messo in rilievo l’aumento di giovani lettori “forti” che si accostano ai libri proprio grazie alla letteratura fantastica per poi aprirsi ad altri generi.

Basti pensare al fenomeno mondiale di Harry Potter, che ha compiuto da poco vent’anni e che ha creato una vera e propria nuova generazione di giovani lettori che forse non avrebbe mai mostrato interesse verso i libri se non ci fosse stata l’opera di J.K Rowling e di tantissimi altri autori.

Harry Potter and The Cursed Child

I soliti luoghi comuni, quelli che non scompariranno mai!

 Quello che mi ha davvero perplesso, come dicevo poc’anzi, è invece il permanere ancora oggi di pregiudizi molto forti nei confronti del mondo del fantasy, della fantascienza, dei gioco di ruolo, dei programmi e serie TV ad ambientazione fantastica, che vengono etichettati come ”inverosimili”, “irreali” e “deresponsabilizzanti” e che invece costituiscono uno dei tanti aspetti caratterizzanti di quel fenomeno socio-culturale che è la cultura pop.

Questi temi, pur molto diversi tra loro, con caratteristiche e storie completamente differenti che confluiscono e viaggiano in parallelo in un mainstream molto più ampio e complesso, sono accomunati in un unico grande calderone nell’articolo di Boncinelli il quale sembra voler “salvare” la sola fantascienza poiché, a suo parere, “rispetta sempre un filo di coerenza tecnico-scientifica”: insomma Asimov sì, Tolkien nemmeno per sogno!

I vecchi amanti del genere si ricorderanno sicuramente un importante passaggio che è quello che avviene verso i 10/11 anni. Se leggere letteratura fantastica alle elementari era considerato assolutamente normale, non lo è più alle scuole medie, in cui, nel caso ci si palesi fan di Harry Potter o della serie di Shannara si viene tacciati di essere strani, sempre con la testa fra le nuvole, sognatori e poco attenti alla realtà.

TolkienSilmarillion

Chi l’ha detto che la la letteratura debba per forza scientificamente e coerentemente rispettare la realtà?

Possiamo leggere CamilleriFaletti o Licia Troisi (per citare solo autori italiani), ma anche le vicende dei loro romanzi non sono vere. La letteratura mette sempre in scena dei racconti che sono filtrati dalla mente e dalla mano dell’autore e sono poi rielaborati dal lettore.

La letteratura si basa sul principio di verosimiglianza e non perché racconti di fatti veri, ma perché viene proposto qualcosa che ha l’apparenza del vero in un determinato contesto e sotto specifiche regole.

Leggere Montalbano e Le Cronache del Mondo Emerso è quindi, in sostanza, la medesima cosa: l’autore crea un mondo verosimile e il lettore accetta il patto con l’autore per immergersi nella storia.

Anche per il fantasy e la fantascienza quindi dobbiamo parlare di verosimiglianza.

Infatti, non importa che le vicende siano ambientate in un mondo parallelo inventato, ma la cosa fondamentale è che le azioni, i personaggi, gli scenari, appaiano veri nel contesto creato dall’autore.

Se lo scrittore ambienta il suo racconto in un mondo dove gli uomini hanno le ali, allora è verosimile che la protagonista del romanzo sia una donna con delle bellissime e gigantesche ali bianche capace di eleganti evoluzioni aeree.

Quello che succede viene definito sospensione dell’incredulità: il lettore si comporta come se gli eventi narrati nella finzione letteraria fossero veri, in modo da provare emozioni durante l’esperienza letteraria.

I lettori di fantasy sanno benissimo che il mondo del quale leggono non è la realtà e, nonostante il parere del professor Boncinelli che si stupisce che nei programmi per bambini i protagonisti facciano uso di magia, anche i bambini sanno che la storia di Cappuccetto Rosso è una storia inventata e che i burattini non possono trasformarsi in bambini.

Viaggiare con la fantasia è fondamentale nello sviluppo della vita umana

Ecco cosa dice Aldo Nemesio, Ricercatore di Studi Umanistici dell’Università di Torino:

Esistono forme di allontanamento dalla realtà che sono fondamentali nello sviluppo della vita umana. Ne esiste traccia in tutta la storia dell’uomo. La letteratura (insieme all’arte in generale) ha una funzione importante nell’evoluzione dell’uomo perché, coinvolgendo fortemente l’uomo in mondi possibili che sono lontani dalle sue abitudini e dalle sue certezze, lo rende più preparato ad affrontare i mutamenti del suo ambiente.

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Sempre perplessa mi accorgo che, nel 2017, incappiamo ancora nell’errore di confondere l’espressione di un sacrosanto parere personale, come ad esempio “non mi piace il genere fantasy”, con la formulazione di una verità assoluta che solo per il fatto di essere una ferrea convinzione personale debba assurgere ad incontestabile validità scientifica.

Credo sia lo stesso principio dal quale partono le ortodosse ed irremovibili convinzioni anti-vacciniste e complottiste in voga negli ultimi  tempi, ma lascerò la mia affermazione dubitativa e volontariamente allusiva, così come il giornalismo contemporaneo ci insegna, con la consapevolezza che anche questo mio articolo non farà che generare quei commenti e quel “traffico di like” tanto cari a qui vuole a tutti i costi diventare, anche per poco, un star del web.

Tutti i generi sono buoni, tranne il genere noioso – Voltaire

Fonte: LaLettura

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