The Walking Dead 48: Il diavolo sulla spalla – Recensione

Il nuovo numero di The Walking Dead mette sotto i riflettori la tenuta morale di Rick Grimes!

Grande traguardo quello presente in questo numero di The walking dead, Il diavolo sulla spalla: infatti al suo interno compare il numero 150 della serie americana che per l’occasione Saldapress ha voluto festeggiare con alcune stupende variant!

Ma entriamo subito nel vivo! La storia inizia con frammenti di vita quotidiana della piccola comunità, non sempre felici ma carichi del pathos che Kirkman è solito regalarci. E’ una parte lenta della narrazione, che esprime attesa e costruzione degli eventi futuri. Si incomincia a edificare qualcosa di grande, qualcosa che incomincia già a trasparire nelle ultime pagine. Leggendo questa prima parte dell’albo (che corrisponde al numero 149 americano intitolato Il diavolo alle tue spalle), mi è parso di sentire enormemente lontano quello che è accaduto ai nostri, le vicissitudini,le morti, le separazioni, le sorprese e le gioie, che sembrano appartenere ad un altra storia. Anni sono passati nella narrazione così come nella vita reale. Ma c’è sempre un qualcosa con cui confrontarsi, un antagonista per ogni stagione, sia esso evidente oppure che agisce nell’ombra. Ed è proprio questo che mina dall’interno la sicurezza e la leadership di Rick, tanto da portarlo a confrontarsi con il suo avversario, quello più amato dal pubblico: Negan!

La copertina di questo numero 149 (che è quella utilizzata da Saldapress nell’edizione italiana) è emblematica (un plauso a Charlie Adlard!): Negan in piedi con una mano sulla spalla (che sia lui il diavolo del titolo?) dietro ad un Rick Grimes affranto seduto su una poltrona. Rick deve scendere a compromessi, in tutto e per tutto. Deve parlare con la sua Nemesi, essere diretto e senza cadere nelle sue trappole e sotterfugi. Ma a mio parere Negan ha un’arma in più rispetto a Rick, il tempo. Tempo per riflettere e coronare astutamente la sua vendetta, non direttamente perché dietro le sbarre, ma con le parole e l’astuzia. Rick teme per la sua comunità, che è sotto la morsa della paura. I Sussurratori, dopo gli eventi degli scorsi numeri sono un pericolo incombente. Il giudizio di Negan è quello di costituire ed addestrare un esercito, intanto per mantenere occupata la popolazione a fare qualcosa, poi per contrastare il nemico con la forza. Ma perché parlare proprio con Negan? Questo è indice della debolezza di Rick? E lo porterà a prendere la decisione giusta, oppure lo renderà un crudo e spietato dittatore senza giustizia come era Negan?

Intanto le altre sottotrame proseguono per per la loro strada, costruendo le fondamenta di quello che sarà un futuro stupefacente intreccio a cui Kirkmann ci ha sempre abituato. Adlard ha come sempre l’abilità di rendere estremamente espressive le espressioni facciali e sa come dare il massimo effetto e risalto alle intense espressioni di Negan.

Tutto questo ci porta alla storia del numero 150, altra pietra miliare che The Walking Dead pone in questo lungo corso ultradecennale.

In queste pagine Kirkman imprime un drammatico, improvviso e repentino cambiamento agli eventi. Dal numero 44 dell’edizione italiana, tante cose sono state tristemente cambiate, tante vite strappate, molta parte della narrazione è stata concentratata sul dolore e sul senso di perdita dei personaggi. Dopo questa lunga indolenza, l’avvicinamento di Rick a Negan e i suoi consigli, la necessità che aleggia è quello di rispondere con fermezza alla minaccia dei Sussurratori. Ancora una volta, il più grande pericolo all’interno di questo poderoso affresco non sono i morti, gli zombi che si aggirano alla ricerca di prede liberi per il mondo, ma i vivi. E di questo Rick e la sua comunità ne sono ben coscienti.

Kirkman ha saggiamente seminato dubbi sulla possibilità da parte di Rick di saper contrastare i Sussurratori e sulla sua capacità di essere ancora guida illuminata della comunità. Dubbi che son dissipati in un discorso pieno di pathos dello stesso Rick alla comunità, che finisce per inneggiarlo in modo plebiscitario.

Tradimento si intitola l’albo, di cui Rick è la vittima. Troviamo una scena di combattimento, la conseguenza di un agguato finito male, il cui intento è andato più in là del solo mettere paura, in cui Adlard da il meglio di sé. Un sapiente utilizzo di luci ed ombre conferisce alle pagine una grande intensità. I primi piani, i volti e le espressioni sono piene di una carica emotiva senza precedenti.

L’aggressione a Rick porta tensione nella comunità, che viene ad essere immediatamente convocata. Qui Rick parte con il suo discorso-manifesto polito, che riguarda il suo e il loro futuro e il suo atto di misericordia verso uno dei suoi aggressori lo distingue e lo eleva nuovamente a vero leader. La sua acclamazione da parte del popolo è solo conseguenza. Ho sottolineato che la misericordia lo distingue: ma da chi? Da Negan, ovviamente. Ma il rischio di cadere nella trappola dell’acerrimo nemico, è sempre reale. E chissà quali sono le idee e i piani che vagano per la sua mente perversa…la pagina finale ne è un assaggio.

Ci vediamo su queste pagine con le storie della vulcanica mente di Kirkman il prossimo mese con Outcast, mentre bisognerà aspettare ottobre per i nuovi episodi di The Walking Dead. E nel frattempo, festeggiare la notizia della collaborazione Skybound-Amazon! A presto!