Star Trek Discovery nel suo terzo episodio offre una nuova possibilità a Michael Burnham
Per una settimana, Netflix ci ha fatto temere che questo lunedì non ci saremmo potuti gustare il terzo episodio di Star Trek Discovery, il nuovo serial che debuttando sette giorni fa si prefigge di mostrarci una nuova visione del mito dell’universo futuro creato da Gene Roddenberry, ma come annunciato stamani i problemi legati all’audio riscontrati in La battaglia della stella binaria sono stati risolti ed ecco comparire anche oggi il nostro appuntamento settimanale.
I primi due episodi hanno diviso la community italiana dei trekkies, tra chi è disposto a tollerare una certa libertà e chi invece si ostina a cercare una continuity serrata. Personalmente mi colloco nel mezzo, soprattutto per quanto riguarda la questione Klingon, ma Star Trek Discovery con il terzo episodio, Il contesto è per i re, mostra un’ulteriore segno di carattere.
Michael Burnham, dopo gli eventi della Battaglia della stella binaria, ha subito una corte marziale ed è stata condannata ai lavori forzati. La ritroviamo a bordo di una navetta diretta ad una colonia penale, dove scaverà materie prime utili alla guerra che lei stessa ha scatenato.
Fin dalle prime battute di questo episodio, le conseguenze delle sue azioni sulla Shenzou sono evidenti. Anche i suoi compagni di viaggio, galeotti come lei, la guardano con disprezzo e odio, ritenendola colpevole della morte di migliaia di innocenti e di aver precipitato la Federazione in una guerra sanguinosa, diventando la prima ammutinata della storia della Flotta Stellare.
Le ire dei carcerati contro Burnham vengono presto raffreddate quando la navetta corre il rischio di essere distrutta, almeno finché una nave della Flotta Stellare non interviene a salvarli. Lustratevi gli occhi e trattenete il respiro, finalmente entra in scena la U.S.S. Discovery!
La nave che dona il titolo alla serie ci appare in una scena ben studiata, che ne magnifica la linea e che vuol trasmettere tutto il senso di potenza che il vascello ha. Paragonata alla Shenzou, la Discovery si dimostra come il meglio dell’ingegneria della Flotta Stellare.
I primi passi di Burnahm e dei suoi compagni carcerati nell’astronave servono non solo per dare un senso di meraviglia allo spettatore per il design dei ponti, ma anche per evidenziare come il resto della Flotta vede Burhanm, comprese vecchie conoscenze che dalla Shenzou sono stati trasferiti sulla Discovery. Ma a bordo di questo capolavoro dell’ingegneria della Federazione, come scoprirà Burnham, qualcosa non va esattamente come dovrebbe, segreti si nascondono all’interno dei suoi sfavillanti corridoi…
Il contesto è per i re mira a costruire una maggiore definizione della figura di Michael Burnham. La donna appare seriamente distrutta dagli eventi visti in precedenza, l’espressione di Soneqa Martin Green è impeccabile per tutta la puntata. L’attrice riesce a dare al proprio personaggio un difficile panorama di differenti emozioni, dovendo anche cercare di mantenere un contegno che rispecchi la sua rigida educazione vulcaniana. Questa sua forma mentis è utile non solo per mostrarla, allo stesso tempo, incredibilmente umana in certi momenti (i suoi incontri con Saru sono intensi ed emozionanti), ma offre agli showrunner la possibilità di inserire degli alleggerimenti con la figura del cadetto Tilly.
Ne Il contesto è per i re la convivenza tra Burnham e Tilly è inizialmente complicata, imbarazzante; da un primo contatto non proprio idilliaco, si passa ad un distacco, frutto della difficoltà di Tilly a relazionarsi con gli altri. La giovane cadetta è un personaggio particolare, impacciato ma curioso, potrebbe essere uno di quei valori inattesi in una serie, a patto che la sua componente ‘comica’ non prenda il sopravvento nel suo sviluppo.
La fama (o infamia) di Burnham è al centro anche di un altro rapporto dell’ex ufficiale della flotta, quello con il capitano Gabriel Lorca.
Jason Isaac ha sempre avuto ruoli molto particolari, in cui un certo grado di mistero è essenziale (da Lucius Malfoy in Harry Potter in avanti). Il suo capitano Lorca è un tipo di comandante nuovo per Star Trek; raramente un personaggio così ambiguo è stato messo sulla poltrona di comando, e questa sua prima apparizione sembra far presagire che il suo ruolo sarà una vera sorpresa per i fan della serie. Lo sguardo di Isaac, l’impostazione della sua recitazione sono sublimi, rispecchiano il carattere di Lorca, il suo piglio autoritario (“Questa non è una democrazia”) e la sua determinazione a combattere per vincere, ad ogni costo. Compreso il dirottare una navetta di trasporto detenuti?
Lorca appare come un uomo che non teme di agire oltre i limiti del suo incarico, anzi quasi reputa che il suo ruolo non abbia confini, in nome del raggiungimento dello scopo. Solitamente abbiamo visto capitani che godono della cieca fiducia dei propri uomini, o che riescono a guadagnarsela sul campo. Gabriel Lorca non vuole il rispetto, lui sembra preferire la cieca obbedienza, sollevando anche i dissapori di alcuni membri del suo equipaggio, come l’ufficiale scientifico Stamets.
Sul finale dell’episodio, dopo un discorso ispiratore a Burnham, Lorca ci viene presentato sotto una differente luce, affiancato dal capo della sicurezza Landry, in un frangente in cui la freddezza di Lorca nell’eseguire un necessario sacrifico sembra mescolarsi al sottinteso che fra il capitano e la sua addetta della sicurezza ci sia un rapporto speciale.
Il contesto è dei re, pur lavorando molto bene sulla psicologia e l’interazione dei personaggi, non manca di offrire agli spettatori una buona dose di adrenalina. La ricognizione sulla gemella in difficoltà della Discovery è una scena spettacolare, dinamica e che riesce a costruire un’ansia nello spettatore davvero ben studiata, con una sequenza che ricorda certe scene epiche di Alien.
Le perplessità dei primi due episodi non sono stare del tutto dissipate, ma questo terzo capitolo di Star Trek Discovery ha decisamente alzato il livello della narrazione, lavorando in modo ottimo sia nella caratterizzazione dei personaggi che nel mostrare una serie di interessanti spunti che potrebbero essere la vera forza di questo serial.
Non manca qualche difetto di trama, come l’eccessiva libertà di cui goda la Burnham a bordo della Discovery, quando, pur essendo ancora una galeotta in attesa di trasferimento, riesce ad accedere con estrema facilità ad una delle aree più protette della nave. Troppo facile, poco credibile, ma necessario ai fini della trama dell’episodio…
Da tenere bene a mente il discorso tra Lorca e Burnham sul finale di episodio, due diversi modi di intendere i principi fondatori della Federazione che sono sicuro saranno elementi essenziali nello sviluppo della trama e del rapporto tra i due personaggi.
Star Trek Discovery, sin da queste prime battute, sta mostrando la voglia di non ripresentare una dinamica capitano-equipaggio ‘classica’, ma si spinga a mostrare una nuova dinamica a bordo della nave; pur essendo sempre stato un telefilm corale, Star Trek ha cercato di presentare uguale spazio a tutti i membri principali dell’equipaggio, ma Star Trek Discovery privilegia una visione principalmente legata ad un individuo, la Burnham, una protagonista che arriva da una pesante situazione personale, sconfitta e in cerca di punizione per una colpa commessa.
In passato abbiamo visto personaggi arrivare da una prigione (Tom Paris in Voyager o il tenente Ro Laren in The next generation), ma la loro presenza aveva un tono di redenzione, non erano così piagati dalla loro situazione e isolati rispetto al resto dell’equipaggio. Burnham in questa prima esperienza a bordo della Discovery, affronta principalmente sfiducia e astio (emblematiche le scene in mensa e il trattamento riservato dai suoi compagni di ricognizione), ma con il suo operato nella missione di recupero sulla gemella della Discovery. Le sue gesta sembrano convincere Lorca ad offrirle un posto nel suo equipaggio, a svelarle il segreto della Discovery. Ma siamo sicuri che il capitano abbia detto tutto alla Burnham?
Non ci resta che attendere lunedì prossimo e vedere come procede la vita di Michael Burnham a bordo della Discovery.
Tai nasha no karosha