Un efferato delitto, dodici sospettati, un treno fermo in una tormenta di neve. Ecco la nostra recensione di Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie.
Quando si parla di narrativa gialla viene in mente un solo nome: Agatha Christie!
Assassinio sull’Orient Express è uno dei romanzi più famosi della scrittrice inglese ed è anche considerato uno dei suoi capolavori più belli e riusciti.
In concomitanza con l’uscita nelle sale italiane dell’atteso Assassinio sull’Orient Express della 20th Century Fox, vale la pena riscoprire il libro da cui è tratto questo nuovo film di Kenneth Branagh, che tenterà di emulare la pellicola del 1974.
Sinossi
L’Orient-Express, il famoso treno che congiunge Parigi con Istanbul, è costretto ad una sosta forzata, bloccato dalla neve. A bordo qualcuno ne approfitta per compiere un sanguinoso delitto, ma, sfortunatamente per l’assassino, tra i passeggeri c’è anche il famoso investigatore belga Hercule Poirot, al quale verranno affidate le indagini. Poirot, in effetti, risolverà il caso, non prima, però, di essersi imbattuto in una sensazionale sorpresa.
Il libro ha come protagonista l’acuto e sagace investigatore Hercule Poirot, il quale si troverà a dover svelare il mistero di un violento assassinio a bordo del lussuoso treno Orient Express, sulla tratta Istanbul-Calais.
Poirot dovrà risolvere enigmi e misteri che accompagnano tutti i passeggeri del treno, ciascuno con la propria storia, nazionalità ed estrazione sociale. Nel treno, luogo dell’omicidio, si mescolano lingue, abitudini, provenienze diverse, ma l’investigatore belga riuscirà a ripercorrere con lucidità ed intelligenza i fatti per arrivare alla soluzione finale che letteralmente sorprenderà il lettore.
Un intramontabile classico del genere giallo
Assassinio sull’Orient Express è considerato, a ragione, uno dei classici più iconici ed apprezzati della letteratura gialla.
La scrittura di Agatha Christie è asciutta, lineare e serrata, in un climax di informazioni e suspance che non vi faranno appoggiare il libro nemmeno per un minuto.
A differenza dei gialli moderni, l’autrice si concentra poco sulla descrizione dei personaggi, dei vagoni del treno, delle atmosfere e dei paesaggi; anzi, le descrizioni sono praticamente assenti, ma capiamo tutto dei protagonisti, dalla loro fisionomia al carattere.
Questo perché l’abilità narrativa della Christie fa parlare i personaggi grazie alle loro azioni, ai loro comportamenti e alle loro espressioni: non c’è bisogno di descrivere minuziosamente i gioielli della Principessa Dragomiroff, perché ce li figuriamo perfettamente nella mente grazie ai suoi movimenti.
La trama fila perfettamente senza il minimo intoppo e ogni “pezzo” narrativo, alla fine, si incastra con gli altri. A conclusione del romanzo non ci sono cose non dette, dettagli che non sono stati svelati, momenti che appaiono nebulosi.
Come per Poirot, alla fine anche al lettore sarà tutto perfettamente chiaro e si avrà il quadro completo della trama e dell’omicidio. Tutto questo grazie allo stile di scrittura magistrale di Agatha Christie che riesce ad avviluppare il lettore senza essere prolissa, nebulosa o discontinua.
Tutto un mondo a bordo dell’Orient Express
Una delle particolarità del romanzo sta nel variopinto scenario dei personaggi. Come viene ripetuto più volte nel libro, a bordo dell’Orient Express si trovano persone di ogni levatura sociale, nazionalità e condizione economica.
Questo elemento, oltre a complicare le indagini di Poirot, è una delle qualità del romanzo, che ci presenta un mondo in miniatura a bordo del treno. La scrittrice riesca a far muovere e parlare ciascun personaggio non solo a seconda della propria indole, ma tenendo conto anche della provenienza, della professione, del suo status sociale.
I personaggi, anche se possono apparire degli stereotipi letterari, sono perfettamente delineati dalla Christie e, inoltre, viene ben rappresentato il modo in cui ci si approcciava a persone straniere ed estranee in quel particolare periodo storico.
Acquistano così un particolare significato frasi del romanzo come “Deve essere stata per forza una donna!”, “Interroghi prima l’italiano” e “Un investigatore inglese si comporterebbe diversamente”.
Caratteristica particolare di Assassinio sull’Orient Express è il trio di personaggi che porta avanti le ricerche sul caso.
Poirot non sarà il solo ad investigare sulla misteriosa morte, ma sarà affiancato da altri due personaggi: Monsier Bouc, direttore della Compagnia internazionale dei Vagoni letto, e il dottor Constantine, un medico a bordo dell’Orient Express.
Monsier Bouc viene subito avvisato del delitto data la sua posizione di responsabile della Compagnia; mentre Constantine viene a conoscenza del delitto poiché è l’unico medico presente a bordo.
I tre condurranno insieme le indagini, anche se sarà Poirot a giungere alla soluzione del delitto.
L’elemento interessante è che i tre personaggi formano un trio di reminiscenza classica: tre è il numero tipico dei personaggi protagonisti dei Dialoghi filosofici, da Platone arrivando fino a Galileo Galilei e alla letteratura italiana.
L’idea di fondo è che, di solito, uno dei personaggi è portatore del punto di vista dell’autore, un secondo della posizione diametralmente opposta, e un terzo personaggio prende una posizione mediana.
Il dialogo a tre personaggi è il modo migliore per far emergere una teoria, un’idea, una verità. Si può notare questo anche in Assassinio sull’Orient Express: Poirot è il portavoce dell’autrice in quanto, anche se non sa da subito la risoluzione del caso, sa che ci arriverà grazie al suo acume e alla sua intelligenza superiore alla media.
Monsier Bouc è il personaggio più vicino al lettore: cerca di arrivare in fretta a scoprire l’assassino, salta a conclusioni affrettate, vuole scoprire la verità ma non riesce a fermarsi a ragionare.
Il dottor Constantine è meticoloso, preciso, scientifico, analizza i fatti con perizia e in modo puntale, ma non ha l’estro e l’intuito necessario per capire chi sia il colpevole.
È Poirot stesso che ci fa capire la differenza con gli altri due personaggi, quando descrive se stesso affermando che riesce a risolvere i casi unendo l’intelligenza al sentimento e all’istinto. Poirot è la perfetta sintesi del temperamento di Bouc e Costantine.
Un libro caldamente consigliato, sia che siate appassionati del genere o meno; una vera pietra miliare della letteratura inglese che non vi lascerà insoddisfatti.
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