Quando si tratta di una resistenza, ci sono molte questioni che subentrano all’interno della narrazione. Nick Spencer, con la sua gestione di Secret Empire, si sta muovendo su questo principio, riuscendo a gestire questo maxi evento sia sulla miniserie che su Capitan America. La struttura narrativa di Spencer è disegnata in modo da legare al meglio questa vicenda alla figura di Steve Rogers, l’ago della bilancia di questa storia, senza però trascurare gli altri metaumani coinvolti nella resistenza al nuovo ordine dell’Hydra
Dopo la distruzione di Las Vegas nello scorso numero, ogni reticenza da parte dell’Hydra il proprio pugno duro con i pochi ribelli viene meno. Il clima di tensione e disperazione già presente diventa ancora più pressante e ci si trova a dover fare i conti con una realtà dura, spietata.
Secret Empire mostra la durezza della vita dei supereroi che resistono al regime dell’Hydra!
Spencer mira a creare un’atmosfera in cui il senso di ineluttabile sconfitta sia una presenza costante. Il confine tra buoni e cattivi, all’interno di coloro che resistono ancora, diventa sempre più labile, aprendo a scenari diversi in cui figure losche riescono a riemergere come salvatori. In una situazione disperata, vince chi sa sfruttare e piegare al proprio interesse l’altrui disperazione. Ecco quindi, in questo secondo albo della miniserie, che nella New York crepuscolare in cui arrancano personaggi come i Defenders, i cittadini più inermi sono preda di bande di disperati. Non sono i supereroi a salvarli, però, ma persone come Wilson ‘Kingpin’ Fisk, che sanno come si controlla la rabbia e la disperazione, come si crea una rete di debiti morali da riscattare in seguito.
A patire maggiormente il contraccolpo emotivo di Las Vegas sono i metaumani che si rifugiano nel Monte, il nucleo centrale della resistenza di Secret Empire. La strage dell’Hydra ha rotto degli equilibri interni al gruppo, guidato da Hawkeye e Vedova Nera, che si trovano a dover fare i conti con uno Steve Rogers ormai irriconoscibile e lontano da ciò che loro avevano sempre conosciuto.
La perizia di Spencer si vede nel sapere come dare sfogo ai sentimenti di ogni personaggio, seguendo quelle che sono le prerogative emotive e morali di ognuno. Le dinamiche interpersonali sono funzionali alla storia perché rispettano la natura dei personaggi, Spencer avvolge la storia intorno a loro e la adatta ad ognuno.
Particolarmente ben riuscita è la reazione di Natasha Romanoff, che esplode dopo il video messaggio di Rick Jones. La sua voglia di fermare in modo definitivo tutto questo è coerente con il personaggio della spia, viene anche esaltato dalla voglia dei Champions di aiutarla in questa sua intenzione, ed il riferimento alla Stanza Rossa diventa un monito di una drammaticità pronta ad esplodere.
Sfruttando la sua presenza anche su Capitan America, Spencer aggancia in modo pulito e preciso Secret Empire a quanto letto sul finale della parte dedicata a Sam Wilson in L’intervista, dando ancora più organicità al racconto sulle diverse testate. Colpo di scena l’ingresso in Secret Empire di un personaggio che sconvolge gli equilibri!
Andrea Sorrentino e Rod Reis sono interpreti ispirati di questa parte di Secret Empire, riuscendo a mantenere un tono cupo e tragico con il loro tratto, senza mai privare le tavole di una visione in cui i personaggi emanano tutta la loro complicata gamma emotiva.
Interessante anche la storia corollario in cui vediamo un insolito Jameson ritrovare la grinta del giornalista d’assalto, affrontando una storica nemesi del suo odiato Spiderman.
Secret Empire torna in edicola con il terzo numero il 21 dicembre!