Da qualche giorno è in edicola sotto il marchio Cosmo il volumetto Città di notte, primo albo della riedizione completa di Sprayliz, il celebre fumetto scritto e disegnato da un allora giovanissimo Luca Enoch. Siamo agli inizi del 2018 e Luca Enoch è noto soprattutto per i suoi lavori alla Sergio Bonelli Editore. In coppia con Stefano Vietti ha creato la serie Dragonero, mentre come autore completo ha realizzato due miniserie, Gea e Lilith, quest’ultima conclusasi pochi mesi fa. Sia Gea che Lilith hanno riscosso un grande successo di pubblico e di critica per come hanno saputo coniugare il tradizionale linguaggio Bonelli con una narrazione di più ampio respiro e con un taglio grafico decisamente inusuale. Insomma, parliamo di un autore riconosciuto a livello nazionale e che gode di un vasto seguito presso i lettori.
Facciamo un balzo indietro nel tempo: siamo nel 1992 e uno sconosciuto Luca Enoch pubblica la prima avventura di Sprayliz, fumetto che raccoglie sin da subito ampi consensi presso la critica e il grande pubblico. Il successo di Sprayliz si riconferma con la ristampa brossurata edita da Star Comics e lancia Luca Enoch fra i nomi di punta del fumetto italiano. Di lì a pochi anni, infatti, Enoch verrà reclutato dalla Sergio Bonelli Editore. A oltre venticinque anni di distanza, ecco che la Cosmo, realtà editoriale ormai affermata e lanciatissima sia nella produzione di ristampe che di materiale inedito, decide di immettere sul mercato la riedizione completa di Sprayliz suddivisa in cinque volumetti da un centinaio di pagine l’uno.
Sprayliz è un fumetto la cui carica provocatoria e irriverente è attualissima, benché sia passato un bel pezzo dalla sua pubblicazione.
Un po’ perché incuriosito da questo fumetto che non avevo mai letto (per dare l’idea, quando è uscito il primo albo io dovevo ancora compiere due anni…), un po’ perché ho sempre ammirato il lavoro di Enoch in Bonelli, ho deciso di mettere le mani sull’albo da poco uscito. E la reazione è stata inaspettata.
La storia è quella di Elizabeth, una ragazzina dalla doppia vita: di giorno è una normale studentessa e la sera si trasforma in Sprayliz, street artist (una volta si sarebbe usato il termine “graffittara”) clandestina che riempie i muri della sua città con opere variopinte che infrangono il perbenismo e il moralismo imperante. Sprayliz è l’incubo del sindaco reazionario, il quale non tollera che gli insuccessi della sua amministrazione vengano messi a nudo dai murales della giovane e per questo dà il via ad una feroce caccia all’uomo anche sfruttando individui violenti e senza scrupoli. Ad affiancare Elizabeth ci sono Kate, amica di Liz e dichiaratamente lesbica e innamorata della giovane, Abe, poliziotto di colore inizialmente sulle tracce di Sprayliz e che finisce con l’instaurare una relazione con lei e, infine, Andy, giovane nerd con il naso sempre in mezzo ai computer. Assieme a loro, Sprayliz affronterà poliziotti violenti e brutali serial killer, sempre con la sua spensierata e irriverente ironia.
Le avventure di Sprayliz e dei suoi amici si susseguono a un ritmo forsennato che porta a divorare il volumetto pagina dopo pagina. La griglia libera dai tradizionali canoni del fumetto italiano non ha perso un’oncia del suo fascino e, soprattutto, non compromette la leggibilità neanche per un secondo, risultando fresca e attuale ancora oggi.
Il disegno di Enoch è ancora un po’ acerbo rispetto alle vette che raggiungerà negli anni seguenti, soprattutto nell’ultimo decennio con Lilith, ma i segni del talento si vedono tutti quanti e lasciano intuire, con il senno di poi, ciò che verrà. Su Sprayliz, Enoch opta per uno stile che mischia abilmente il realistico con il grottesco (emblematico, in questo senso, il personaggio del killer Clarence), puntando su un secco bianco e nero di scuola italiana che strizza l’occhio sia a certe produzioni orientali che ai comics americani. Non a caso, Sprayliz può essere vista come una supereroina senza superpoteri.
In conclusione, questo Città di notte è un volumetto davvero ben confezionato, pur con una certa scarsità a livello redazionale (e visto che parliamo di una riedizione di un piccolo classico, è certamente un punto a sfavore), ma meritevole di essere letto e di trovare posto sugli scaffali degli appassionati.