La lunga saga a fumetti dedicata agli xenomorfi protagonisti di Alien è un argomento che da queste parti è parecchio sentito. Pochi giorni fa abbiamo dedicato un lungo speciale alla vita editoriale degli Aliens nel mondo dei comics, che potete leggere qui, ricostruendo le tappe fondamentali di questa lunga lotta agli xenomorfi. Ad accompagnarci è sempre saldaPress, che nell’ultimo anno ha scelto di mettere a disposizione degli appassionati dell’Aliens Universe non solo le nuove serie (come Defiance o Fire and Stone), ma anche di riproporre i primi archi narrativi dedicati agli Aliens, dando alla stampa volumi come Aliens: Incubo sulla Terra.
Prima di leggere questo nuovo capitolo dell’Aliens Universe, sarebbe meglio recuperare Aliens: 30th Anniversario, che contiene il punto di partenza di questa corposa narrazione. Il nuovo volume di saldaPress racchiude due archi narrativi, Prigionieri dell’incubo e Guerra Terrestre, sempre sceneggiati da Mark Verheiden, già autore di precedenti cicli.
Aliens: Incubo sulla Terra mostra due degli storici cicli di storie dell’Aliens Universe
Dopo gli eventi letti nel precedente volume, in Aliens: Inferno sulla Terra ritroviamo come protagonisti Hicks e Newt, ora in fuga dal nostro pianeta infestato dagli Aliens. I due protagonisti sono presentati con una cura della loro psicologia molto interessante, che segue un percorso evolutivo che, partendo da quanto visto in Aliens: Scontro Finale, tende a mostrare le conseguenze di un’esperienza così traumatica.
Lavorare su Hicks è sicuramente più semplice che non sulla ex bambina sopravvissuta di Hadley’s Hope.
Il Marines deve accettare un ruolo di eroe reticente, disilluso a costretto a dover risolvere i problemi legati ad una gestione incosciente degli xenomorfi, visti come una risorsa o una divinità da venerare a seconda di chi ne entra in possesso. Verheiden non risparmia nulla al soldato, scava nella sua anima e ne mostra i punti forti e le tante debolezze con sincerità, rendendolo un eroe quasi tragico nella sua tenacia.
Su Newt è stata necessario un maggior lavoro di caratterizzazione, a cui corrisponde anche una libertà espressiva sicuramente più ampia. Nella pellicola, la bambina aveva un minutaggio scarso, giusto lo stretto necessario per accennare alla sua figura e darne un contesto funzionale alla storia. Aliens: Incubo sulla Terra mostra come la cura Verheiden di Newt ci abbia offerto un personaggio affascinante, grazie ad un equilibrio tra forza interiore e fragilità psicologica magnifico.
L’attaccamento ad una forma di vita artificiale, la sua incauta gestione affettiva ed una continua ricerca di un proprio equilibrio mentale, in una situazione che sembra degenerare sempre più, diventano elementi narrativi che esaltano la figura di Newt, la trasformano in quell’eroina che tiene alto l’onore del gentil sesso nel mito di Alien.
Aliens: Incubo sulla Terra raccoglie gli ultimi due archi narrativi scritti da Mark Verheiden
Den Bauvais prende il testimone da Mark Nelson come disegnatore, dando un brusco cambio di visualizzazione grafica. Aiutato dalla colorazione, contrariamente al primo albo che era in bianco e nero, Beauvais sceglie uno stile quasi minimal, in cui i dettagli non sono particolarmente esaltati, preferendo valorizzare l’aspetto puramente emotivo, in cui inquadrature e colorazione (ad aerografo) valorizzino questo elemento.
Questa scelta stilistica, come confessa lo stesso Verheinden nell’intro del volume, ha portato alla creazione di una trama più dinamica di quanto visto in precedenza, sfruttando questa interessante tecnica grafica.
Non vuol dire che siano disegni meno ricercati di quanto visto in precedenza, anzi questo approccio minimal rende ancora più importante realizzare tavole che sappiano concentrare in modo accorto la potenza narrativa di Verheiden, una missione che Bauvais completa in modo perfetto.
Poi si passa al seconda arco narrativo, Guerra Terrestre, e si respira un’aria totalmente diversa. Parte di questo fascino è sicuramente l’entrata in scena di Ripley, dato che il successo della serie precedente portò i detentori dei diritti a concedere l’utilizzo del personaggio anche per i comics.
Ne risulta una storia molto più avvincente (chi non adora Ripley?), grazie al personaggio simbolo della saga di Alien. Aliens: Incubo sulla Terra è arricchito in modo sublime da questo arco narrativo, in cui Verheiden mostra quella sua vena creativa e narrativa che di lì a breve porterà nel mondo del cinema e delle serie tv.
I personaggi risultano più approfonditi, con una maggior cura anche nel loro linguaggio, molto più libero e, se vogliamo, spinto, senza esser volgare, ma mantenendo una certa verosimiglianza con un parlato realistico. Ne consegue un certo trasporto del lettore, che si sente maggior trasportato verso le disavventure dei protagonisti.
Aliens: Incubo sulla Terra vede l’entrata in scena di uno dei personaggi più amati della saga degli xenomorfi
In questo caso è però l’impatto visivo che nobilita questo ciclo dell’Aliens Univers. Sam Kleith disegna delle tavole che rompono ogni schema, figlie di quella nuova sperimentazione grafica del periodo. Si abbandona la verosimiglianza fisica dei personaggi in favore di una visione più muscolare ed imponente, che ha un parallelo nell’apparente anarchia della gestione della gabbia.
Le tavole sono quasi un racconto nel racconto, capaci di esser stracolme di dettagli o presentare un unico disegno che suggelli il forte carico emotivo.
Kleith ha il merito di aver anche dato un nuovo stile realizzativo alla figura degli xenomorfi, rendendoli ancora più spaventosi e ferini, veri demoni che tormentano l’umanità.
Con Aliens: Incubo sulla Terra, saldaPress termina la riedizione dei comics dell’Aliens Universe creati da Mark Verheiden. Il solito comparto redazionale, una garanzia di ogni pubblicazione di saldaPress, è il valore aggiunto di questa collana, che può esser vista anche come un viaggio nell’evoluzione non solo dell’Aliens Universe, ma anche del modo di fare fumetto.