Sab 26 Aprile, 2025

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Road to Avengers: Infinity War – La guerra dell’Infinito

Avengers: Infinity War debutta oggi nelle sale cinematografiche, e il nostro viaggio alla scoperta dell’origine fumettistica nel nuovo cinecomic di casa Marvel continua con la penultima tappa. E ci comincia arrivando nel paesino di Villa del Mar, in Argentina, la bella Carmelita è sul punto di andare in sposa a Julio, erede del magnate locale dell’allevamento ovino Don Augusto, ma in realtà ama segretamente Pedrito, il figlio della donna delle pulizie. Riusciranno i due Romeo e Giulietta del Sudamerica a coronare il loro sogno d’amore, o gli obblighi di famiglia prevarranno? Questa è la trama di Escalofríos de Amor, la telenovela preferita da mia nonna, e con Thanos e La Guerra dell’Infinito non c’entra niente. O forse c’entra.

Mentre Carmelita e Pedrito si struggono di amore tutti i pomeriggi su Rete4, nell’Universo Marvel una strana energia pervade lo spazio, così intensa che Thanos decide di interrompere la vita semplice a cui si era dedicato alla fine de Il Guanto dell’Infinito (faceva il contadino, vi ricordate?) per investigare di persona.

La Guerra dell’Infinito è la penultima tappa del nostro viaggio verso Avengers: Infinity War

Non è il solo: indagano anche Galactus, coinvolgendo il suo ex araldo Silver Surfer e lo stregone supremo della terra Doctor Strange, e Dottor Destino, che trascina con sé nelle ricerche anche il viaggiatore del tempo Kang il Conquistatore. Sulla terra invece i supereroi sono in ben altre faccende affaccendati: Spider-Man, Iron Man, Wolverine e molti altri vengono aggrediti da dei doppleganger che sembrano sbucare da qualche incubo lovecraftiano, poiché sono le loro versioni distorte e coperte di tentacoli, zanne, e artigli.

Comincia così La Guerra dell’Infinto, seconda parte della Saga dell’Infinito, pubblicata per la prima in America nel 1992 in sei albi speciali più una serie di collegamenti (in gergo: Tie-in) sulle collane dei personaggi coinvolti. Nel primo fumetto della miniserie, non appena entra in azione, il Matto Titano scopre che dietro al bizzarro fenomeno c’è Magus, versione malvagia di Adam Warlock proveniente da un universo alternativo (già visto sulla collana personale dell’eroe messianico, circa venti anni prima) che ha in mente un piano per sostituire la realtà come la conosciamo con la sua, che è uguale alla nostra… Ma è malvagia.

C’è tipo lo yogurt malvagio, la pizza malvagia, e se cerchi un libro, lo ordini da Amazon malvagio che è tale non perché sfrutta il lavoro di magazzinieri sottopagati e distrugge il piccolo commercio, ma perché lì Jeff Bezos ha la pelle viola, le sopracciglia bianche e gli occhi cerchiati di nero, come Magus.

Thanos avvisa del nemico tornato dal passato la Guardia dell’Infinito, vale a dire la squadra ai cui elementi Warlock ha affidato la custodia delle Gemme dopo che sono state rimosse dal Guanto, poi conduce i suoi ex-arcinemici al Pozzo dell’Infinito, quel varco tra il reame dei vivi e quello dei morti che già aveva utilizzato per trovare le Gemme. Insieme scrutano al suo interno per capire come possa essere tornato in vita Magus, che Thanos stesso aveva contribuito ad uccidere.

Si sa, nell’universo Marvel l’aldilà somiglia più a un hotel che a un carcere di massima sicurezza, e i defunti prima o poi tornano tutti (almeno quattro dei sei personaggi presenti alla scena sono resuscitati soltanto l’anno prima). Tuttavia: “Il mondo dei vivi ha recensioni migliori su Tripadvisor” non è una risposta che possa andare bene a Thanos, e così scopriamo che, mentre Adam Warlock controllava il Guanto dell’Infinito, il suo desiderio di usarlo nella maniera più neutrale possibile, senza mai pendere verso il bene o verso il male, ha fatto sì che il potere delle Gemme dividesse la sua anima in tre: una del tutto malvagia, il Magus; una del tutto buona, la Dea, (di cui non si parlerà più per circa un anno) e una del tutto raziocinante, quella che abbiamo identificato come Adam Warlock modello base.

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Mentre il reame della morte viene violato per ottenere questa conoscenza, sulla terra i supereroi si radunano al Baxter Building, sede dei Fantastici Quattro, per affrontare entrambe le crisi dello strano fenomeno energetico e dei doppi. Wolverine insinua il dubbio che qualcuno dei presenti sia stato rimpiazzato da una copia, e la riunione degenera in una scazzottata. Il bello è che Wolverine ha ragione, infatti Reed Richards è impersonato da un clone, che fa detonare nel palazzo una Bomba Gamma. I supereroi sono tutti morti!

Cosa abbiamo appena detto della morte? Ecco, appunto: il capitolo successivo, che sta al centro della saga, si apre con la rivelazione che l’esplosione è stata neutralizzata dai poteri combinati della Donna Invisibile e di Thor, e poiché gli eroi sono salvi, Magus va a sfidarli di persona insieme al doppio di Thanos, apposta perché credano che il Matto Titano sia complice del piano contro di loro. Una volta che i supereroi si attivano, Quasar porta una ferale notizia: Eternità, la personificazione dell’universo, è catatonico.

All’insaputa degli eroi, è precipitato in questo stato per trasferire la sua coscienza al cospetto del Tribunale Vivente e chiedere alla personificazione della giustizia di emettere una sentenza. In questo capitolo piuttosto interlocutorio vediamo per la prima volta Adam Warlock dubitare di sé e vacillare di fronte al suo compito di messia. Sembra esausto del fardello di salvare l’universo, e penso che a questo punto non sarà strano immaginare a chi tocca subentrare quando l’eroe più integerrimo vacilla: tocca al suo arcinemico, secondo una tendenza a riabilitare i cattivi e farne degli antieroi tipica dei fumetti degli anni ’90.

La Guerra dell’Infinito è un capitolo particolare della Saga dell’Infinito

Nel quarto capitolo, dopo la scazzottata sindacale tra gli eroi e Thanos, e la scoperta che la potente energia evocata da Magus era sprigionata dalla raccolta di diversi Cubi Cosmici radunati da diversi livelli di realtà, i nostri si decidono a fare l’impensabile: ricostruire il Guanto dell’Infinito sulla mano di Warlock e scatenarne il potere per fermare Magus, prima che Terra 616 (così chiamiamo l’universo Marvel cardine) e Terra-Jeff-Bezos-viola si sovrappongano per sempre. Purtroppo il Guanto… fa cilecca. L’udienza di Eternità presso il Tribunale Vivente aveva infatti lo scopo di chiedere che le Gemme non possano più funzionare all’unisono, per eliminare l’unico potere in grado di minare l’integrità stessa dell’Universo.

Nel capitolo 5 le cose si fanno un po’ più drammatiche. Sulla terra, tutta la popolazione mondiale, a parte l’entità paranormale Sleepwalker, è caduta in trance; al palazzo di Magus, Destino e Kang sono a tanto così da smantellare il suo piano. Gli eroi invece sono nello sconforto: Capitan America prende le redini della situazione, ma riesce solo ad assegnare a pochi specialisti dei compiti di monitoraggio degli sviluppi sulla terra e nello spazio.

Tempi disperati richiedono misure disperate: Galactus concede ai terrestri,e in particolare a Quasar, di utilizzare contro Magus il Nullificatore Assoluto, l’arma che un tempo lo aveva scacciato dal pianeta terra. Come piano B, trasforma Gamora in una sorta di iniezione di adrenalina senziente per scuotere Eternità dal suo torpore, affinché chieda al Tribunale Vivente di revocare la sentenza che ha neutralizzato le Gemme. Thanos invece affronta il suo doppio.

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Quando tutti gli attori sono in posizione, il copione di Magus si rivela: il suo vero scopo era strappare di mano a Warlock il Guanto non appena la sentenza fosse rovesciata. Quasar esita, Destino e Kang non sono abbastanza potenti, il Tribunale capovolge la sua decisione, e così la battaglia finale diventa lo scontro di volontà tra i due aspetti di Adam Warlock per il dominio del potere assoluto delle Gemme, riunite ancora una volta.

Lo scontro vede vincitore Adam Warlock, ma solo grazie a uno strata-Gemma. Per tutto il tempo in cui i nostri cercavano di riattivare il Guanto, infatti, la Gemma della Realtà era rimpiazzata da un falso, e questo ha cambiato gli equilibri di potere fra i gioielli dando a Warlock la possibilità di imprigionare il suo alterego nella Gemma dell’Anima (Una gemma finta, uno strata-Gemma, capito? Ah ah ah!).

Alla fine della battaglia, Thanos è l’unico a comprendere due cose: 1) I misteriosi Cubi Cosmici dalle varie realtà parallele sono spariti, 2) Da qualche parte nell’universo deve esistere per forza anche una controparte di Adam Warlock al 100% votata al bene, la quale potrebbe un giorno rappresentare una minaccia per lo status quo tanto quanto Magus. Traendo le sue conclusioni, Thanos realizza che questa è stata la prima volta che si è schierato al fianco dei suoi avversari con uno scopo altruistico e senza secondi fini, e ritiene di essere divenuto più saggio.

Con Infinity War la saga cosmica dell’Universo Marvel è diventata una telenovela, come Escalofríos de Amor. Mi spiego meglio: questo tipo di televisione ormai superato ripeteva sempre uno schema ferreo, in cui c’è qualcosa di imminente che non si concretizza mai, e noi viviamo tutta la vicenda attraverso l’attesa di questo evento e i sentimenti dei personaggi coinvolti. A Villa del Mar, nulla sembra essere importante come il matrimonio tra Carmelita e Julio, non ci saranno quasi mai cambiamenti esterni in grado di distogliere i protagonisti dai loro sospiri d’amore, o se ci saranno introdurranno solo nuove dinamiche sentimentali. Inoltre, la telenovela è una produzione povera, perciò per contenere i costi di realizzazione ci sono tanti dialoghi e poco d’altro.

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Il matrimonio tra Carmelita e Julio somiglia alla conquista dell’universo da parte di Magus: sappiamo che non avverrà mai, l’importante è come si sentono Thanos e Warlock in relazione a questo evento. Il loro continuo discutere dei loro piani, e delle loro ambizioni e frustrazioni, senza che accada mai niente, annoia e relega a un ruolo peggio che marginale il mondo fuori di Villa del Mar/il resto dell’Universo Marvel. Mentre nel precedente Guanto dell’Infinito la posta in gioco veniva alzata dal continuo mostrare la vita sulla terra sempre più a repentaglio, qui tutto ciò che non riguarda il triangolo-no (non lo avevo considerato) Magus-Warlock-Thanos rimane sempre un po’ a far da tappezzeria, compresi i supereroi, che in questa storia per la maggior parte del tempo non sanno cosa fare.

Molti lettori de la Guerra dell’Infinito si sono domandati perché non sia stata approfondita la deriva horror dei primi capitoli, che vedeva i superoi molto più coinvolti nella guerra con i doppleganger e stabiliva una vicenda interessante. Alla fine, si prova la sensazione che tutto ciò che è accaduto sia servito solo a portare il lettore a simpatizzare verso Thanos, svolta di cui non c’era poi tutto questo bisogno, visto che è viola come l’alter-ego malvagio di Jeff Bezos, e aveva già dimostrato tutto il suo fascino e tutta la sua efficacia come opportunista che collabora con i buoni nei fumetti precedenti.

Anche il comparto artistico non aiuta a ricreare l’emozione e il senso di meraviglia del precedente Guanto dell’Infinito. Innanzitutto, Ron Lim non è George Perez. Anche se il disegnatore meno esperto si era già dimostrato all’altezza del compito di rappresentare gli eroi cosmici, stavolta pare quasi che gli manchi la fantasia per comporre vignette originali e ardite, e soprattutto per disegnare le scene collettive, situazioni in cui Perez è maestro. Finisce così per mettere insieme un fumetto soprattutto di primi piani, con una regia… Da telenovela.

La Guerra dell’Infinito non ha del tutto convinti i lettori, abituati ad una struttura narrativa più complessa

Poi, l’altro grande problema di questa storia è l’ordine degli eventi, strutturato in modo da creare pochissima tensione. La Bomba Gamma, il Nullificatore Assoluto, lo stato di trance degli abitanti della Terra, sono tutti avvenimenti estremamente circoscritti e privi di respiro, ne vediamo l’entrata in scena e le pressoché nulle conseguenze nel giro di poche pagine, senza mai sentircene coinvolti, in modo che nella scena dopo tornino ad essere al centro dell’attenzione Carmelita e Pedrito, ehm… Volevo dire Thanos e Adam Warlock.

L’effetto telenovela è una minaccia incombente nel fumetto seriale americano per via della sua stessa struttura, che si basa su un mondo di personaggi abbastanza chiuso nelle sue dinamiche interpersonali e soprattutto sul fatto di dover pubblicare tantissimi episodi all’anno, durante i quali la situazione non cambia mai troppo. Questo effetto si è sentito forte anche in film come Age of Ultron o Civil War, pellicole con tanti dialoghi e poco senso della minaccia.

Come sarà, al cinema, Infinity War? Avrà ritmo, dramma e azione come Black Panther o sarà piatto e monotono come Escalofríos de Amor? E soprattutto, Carmelita sceglierà il dovere e il prestigio della famiglia ricca e potente di Julio o l’amore vero del povero Pedrito? Restate sintonizzati su Rete4, eh, volevo dire, su JustNerd, per scoprirlo!