Nelle edicole di tutta Italia รจ finalmente arrivato Nero come la notte, il primo albo di Deadwood Dick, nuova miniserie della Sergio Bonelli Editore che lancia ufficialmente il nuovo marchio Audace in edicola. Ai testi del primo volume, cosรฌ come del secondo in uscita ad agosto, troviamo Michele Masiero, giร direttore editoriale della SBE, alla sceneggiatura e ai disegni il mastodontico Corrado Mastantuono, autore anche di tutte le copertine. Il soggetto della miniserie รจ preso dai romanzi dello scrittore americano Joe R. Lansdale.
Ecco, giร il primo paragrafo sarebbe sufficiente a mandare in cortocircuito il cervello di tutti quanti. Per decenni sono stati tanti quelli che hanno accusato, non sempre a torto, la Bonelli di essere troppo ingessata su vecchi schemi e di non saper proporre personaggi nuovi raccontati con uno stile nuovo e con un formato nuovo.
Deadwood Dick, partenza col botto per la nuova linea Audace di Sergio Bonelli Editore
Questo poteva valere fino a qualche anno fa, ma รจ indubbio che da qualche anno la Bonelli abbia attuato un notevole processo di rinnovamento che la coinvolge da capo a piedi.
I detrattori a tutti i costi, perรฒ, sono sempre rimasti.
Ecco, Deadwood Dick e l’etichetta Audace, giร tenuta a battesimo con due uscite librarie molto apprezzate come Senzanima, spin-off dell’apprezzatissima Dragonero e Cani sciolti di Gianfranco Manfredi, spazzano via questo luogo comune e presentano una miniserie che, pur con lo stile Bonelli sempre riconoscibilissimo in primo piano, propone qualcosa di veramente diverso.
Innanzitutto, finora le pubblicazioni targate Bonelli erano tutte originali: l’autore presentava a Sergio Bonelli il progetto, questo veniva approvato o rifiutato e dopo un po’ si partiva con la serie. Da qualche tempo questa regola sembra essere stata infranta prima con la (bella) serie trimestrale del Commissario Ricciardi ideata da Maurizio De Giovanni e ora con questo Deadwood Dick che si fregia ai soggetti addirittura un mostro come Landsale, nientemeno che uno dei migliori scrittori americani viventi, una spanna sotto a Stephen King.
Seconda cosa: il protagonista. Finora Bonelli ha sempre avuto eroi piรน o meno positivi, perlopiรน maschi di bell’aspetto e sempre pronti a correre in difesa dei piรน deboli. Pochissime le fanciulle in catalogo e tanti eroi tradizionali. Niente di male, sia chiaro, ma รจ chiaro che il pubblico moderno abbia fame di qualcosa di diverso. Ed eccolo quindi Nat Love, nero americano in fuga che si arruola nei Buffalo Soldiers e che usa le parolacce come intercalare.
Per finire, il formato: Bonelli ci aveva abituato, pur con qualche lodevole eccezione, al formato da 100 pagine, di cui 94 di fumetto e dalle misure standard di 16×21 cm. Il nuovo formato ha 66 pagine ed รจ piรน grosso, circa un 17×23, il che permette di gustare al meglio i meravigliosi disegni di Mastantuono.
Insomma, una bella ventata di novitร non solo formale, ma anche sostanziale.
Ma di cosa parla questo benedetto Deadwood Dick?
Racconta la storia (vera, ma romanzata) di Nat Love, nero americano nato schiavo, ma vissuto libero, che ha attraversato tutta la seconda parte dell’epica della Frontiera. La sua figura ha colpito moltissimo Joe Lansdale che lo ha reso protagonista di alcuni suoi racconti e di un intero romanzo, peraltro meraviglioso, intitolato Paradise Sky uscito in Italia nel 2016. Accusato di un crimine che non ha commesso, Nat decide di fuggire e, assieme a Cullen, un ex maggiordomo nero incontrato per caso, si arruola nei Buffalo Soldiers.
Deadwood Dick รจ un fumetto che, pur avendo meno pagine di un Bonelli qualsiasi, si legge nella stessa quantitร di tempo grazie ad un uso sapientissimo delle didascalie e della scansione narrativa. Grazie alle mani esperte di Michele Masiero, sceneggiatore finalmente ritrovato, il primo capitolo delle avventure di Nat Love scorre liscio come l’olio e denso di avvenimenti che non fanno per nulla rimpiangere il formato tradizionale.
Masiero negli anni si รจ beccato le ingiuste critiche da parte di buona fetta dei lettori Bonelli per essere stato lo sceneggiatore principale della parte finale della vita editoriale di Mister No, il personaggio creato nel 1975 da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, ma qui si prende la giusta rivincita (dopo il bellissimo Cheyenne dell’anno scorso) realizzando un albo davvero forte e avvincente senza lesinare sulle parolacce e adottando un linguaggio piuttosto scurrile che in un albo Bonelli non si era mai visto.
Di Mastantuono non si puรฒ dire assolutamente nulla di piรน di quanto sia giร stato detto nel corso degli ultimi vent’anni. La sua prova sul primo albo di Deadwood Dick, cosรฌ come sulle copertine, รจ praticamente privo di qualsivoglia sbavatura e dimostra tutta l’abilitร maturata nel corso dei decenni e delle migliaia di pagine disegnate. Pur rispettando la tradizionalissima gabbia bonelliana, puro marchio di fabbrica della Fabbrica dei Sogni di Via Buonarroti, Mastantuono si prende le giuste libertร sperimentando un formato decisamente piรน libero che nei momenti in cui scardina la griglia si rivela in tutta la sua apoteosi. Nonostante la libertร e nonostante le soluzioni visive piรน ardite, lo stile di Mastantuono si mantiene improntato alla piรน assoluta visibilitร e la regia delle singole vignette รจ praticamente perfetta.
Insomma, il primo giro รจ ottimo e ora l’attesa di fa spasmodica per il secondo capitolo. Certo, ci sono giร i primi malumori soprattutto da parte dei bonelliani piรน incalliti che mal digeriscono sia il nuovo formato che il tipo di racconto, ma per ora la grande maggioranza dei commenti รจ piรน che positiva.
Questa miniserie in tutto conta sette numeri e nei prossimi albi troveremo nomi del calibro di Maurizio Colombo e Mauro Boselli alla sceneggiatura e Pasquale Frisenda e Stefano Andreucci ai disegni. La carne al fuoco รจ tantissima, ma giร con questo primo albo Deadwood Dick si candida seriamente alla palma d’oro per il fumetto dell’anno.