Ven 25 Aprile, 2025

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Final Space, la fantascienza comica di Netflix

Proprio quando sentivo particolarmente l’assenza di Rick & Morty, ecco che Netflix sceglie di lenire la mia astinenza da demenza fantascientifica con Final Space, produzione che colma in modo sufficiente il vuoto lasciato dalla serie di Adult Swim.

Diciamolo subito, non paragoniamo Rick & Morty e Final Space. Per quanto possano condividere l’appartenenza ad un genere (la fantascienza demenziale), la nuova proposta di Netflix ha il merito di essersi costruita un’identità propria, capace di sdoganarsi dalla pericolosa trappola del ‘sembrare Rick & Morty‘.

Final Space, come non sentire (troppo) la mancanza di Rick & Morty

Negli ultimi anni la fantascienza comica e a tratti demenziale ha trovato una propria dimensione, riscuotendo un notevole successo anche al cinema (Guardiani della Galassia e Thor: Ragnarok, in primis), rendendo quindi complesso il creare un qualcosa di nuovo e appassionante, svincolandosi dal sentore di già visto.

Final Space, creato da David Sacks e Olan Rogers, deve quindi lottare con una bella serie di pericoli per farsi rispettare ed apprezzare come una produzione meritevole. Spoiler: ci riesce benissimo.

final space 1

Certo, alcune situazione volutamente citazioniste non brillano per originalità, ma a far la differenza in Final Space è il quadro complessivo del cartone animato, capace di prendere delle basi narrative piuttosto rodate e arricchirle con una comicità ben calibrata e, cosa non trascurabile, dal tempismo impeccabile. In certi punti mi è sembrato di rivivere le divertenti trovate di capolavori passati del mondo videoludico come Space Quest.

Quando per fare colpo su una bella Guardia dell’Infinito il maldestro Gary finisce per distruggere mezza flotta spaziale, certo non immagina che questo suo gigantesco errore (che lo condannerà a 5 anni di servizi socialmente utili a bordo di un’astronave di servizio) sia il primo passo verso una grandiosa avventura.

Durante il suo ultimo periodo di detenzione, Gary accoglie a bordo della sua astronave-prigione un tenero e buffo alieno, Mooncake, che sembra essere al centro delle mire del perfido Lord Comandante. Aiutato da un equipaggio decisamente fuori dalle righe, Gary si ritrova a dover diventare da patentato imbecille ad eroe della galassia.

Devo ammettere che la prima puntata di Final Space non mi aveva particolarmente colpito, complice una partenza piuttosto lenta, studiata per dare subito una chiara visione dell’approccio gigionesco di Gary alla vita. A partire dal secondo episodio, però, si inizia ad intravedere un mutamento nel personaggio, che pur mantenendo una certa vena demenziale, mostra al contempo un’inattesa crescita emotiva, con alcune situazione che ti prendono di sorpresa per la loro intensità.

final space 2

Final Space gioca benissimo su questi cambi di rotta improvvisi. Si passa in un lampo dalla comicità all’avventura, dalla risata al tragico, per poi tornare subito a ridere. Questa alternanza viene resa in modo convincente non solo dai dialoghi, ma soprattutto da un accorto utilizzo di tutti gli strumenti narrativi della serie, in particolare dalla colonna sonora.

Dimenticatevi i motivetti allegri, in Final Space la musica stuzzica le emozioni più intense, carica le scene d’azione con un richiamo a certe produzioni action anni ’80, andando ad esaltare un contrasto tra adrenalina e risata particolarmente ben riuscito. Ecco, Final Space mi è piaciuto proprio per questo suo carattere particolare, per quel suo mostrare la progressiva maturazione (nei limiti del possibile) di Gary verso un ruolo che difficilmente all’inizio gli avrei conferito.

La presenza di personaggi come Avogato (non dico nulla, ma che botta…) e di Kevin sono dei tocchi di classe. Con dei comprimari del genere, Final Space non poteva che giocare sul sicuro, specialmente in riferimento al fastidioso compagno robotico Kevin, capace sul finire della prima stagione di esser protagonista di una delle scene più toccanti della serie.

final space 3

Apprezzabile in Final Space il non lesinare momenti di dramma, mascherato sempre all’interno del clima prettamente comico, ma comunque esaltati da una narrazione visiva particolarmente interessante.

Il tratto dei disegni animati è morbido tondeggiante, ma riesce a cogliere al meglio le sfumature emotive dei personaggi, con una semplicità che esalta il loro vissuto emotivo. Tocco finale, una colorazione vivace e varia, capace di caricare certe scene di una certa epicità e di dare una dimensione più ‘solida‘ dal punto di vista emozionale.

Quindi Final Space può rivaleggiare con Rick & Morty o Futurama? Non credo che sia questo il punto, onestamente.

Final Space si è inserito in un filone narrativo popolato da altre apprezzate serie, ma lo ha fatto con una propria identità, come dicevo prima, muovendosi su una propria strada. Ci sono piccoli segnali di stile e scene davvero bene congeniate che rendono merito al lavoro del team dietro questo appassionante cartone animato.

Dopo un’ultima puntata così suggestiva ed intensa, non posso che aspettare con ansia l’arrivo di una seconda stagione. D’altronde, posso mica aspettare solo Rick & Morty, giusto?