Sab 23 Novembre, 2024

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Rusty Dogs: ecco come il pulp incontra la fantascienza e l’ufologia – Recensione

Da adulto mi sono accorto che ci ho messo veramente molto impegno a costruire le mie paure. Sono riuscito a renderle così reali che mi hanno fatto diventare un po’ infantile.

Sarebbe riduttivo etichettare Rusty Dogs di Alessio Adami a libro di fantascienza.

Eppure, la fantascienza c’è, le tinte noir pure e non mancano di certo le teorie complottiste. Rusty Dogs però è molto di più: è un romanzo pulp, un omaggio ai B Movie, un libro colmo di citazioni e rimandi dalla lettura scorrevole.

Ma iniziamo parlando della trama del libro:

Navarro viene licenziato dal centro logistico in cui lavorava, e decide per vendetta di rubare uno scatolone. Quella stessa sera però è coinvolto in una rissa, finisce in ospedale e rimane poi per mesi chiuso in casa, preso dall’apatia.

Quando infine conosce Rachele e le racconta la sua storia, si accorge che la ragazza da cui è attratto sembra essere molto curiosa in merito al contenuto del pacco rubato.

Pur rifiutandosi di parlarne con lei, Navarro apre lo scatolone, e la sua vita ne risulta sconvolta per sempre.

Rusty Dogs, edito da Leone Editore, racconta la storia di Navarro, un normale magazziniere la cui vita viene letteralmente sconvolta da un pacco che prende come “liquidazione” dal luogo di lavoro dal quale è stato licenziato.

Il ritrovamento di questo pacco porterà Navarro a incontrare persone dal dubbio passato, in primis la bella Rachele, e a venire a conoscenza dei Rusty Dogs.

Navarro scopre che sulla Terra, tra di noi, ci sono gruppi, forze e alieni votati a scopi superiori: da un lato alcuni combattono per mantenere la libertà e il libero arbitrio umano, dall’altro altri perseguono l’evoluzione scientifica e tecnologica in favore di esseri più-che-umani.

Una setta? Un gruppo di svalvolati? C’è chi lotta per la libertà dell’uomo? Oppure no? Insomma, risulta complicato parlare della trama di Rusty Dogs senza svelare troppo e rovinarvi il piacere della lettura!

Sicuramente Rusty Dogs è un libro che parla di alieni, sette e teorie del complotto, ma con un approfondimento filosofico e psicologico sulla condizione dell’uomo e sul futuro della nostra specie. Ah si, e poi c’è anche il sesso, per non farci mancare nulla e restare con i piedi saldamente ancorati a terra e alla letteratura pulp.

Un libro tra tinte pulp e fantascienza

Quello che sicuramente stupisce di Rusty Dogs è l’incontro tra anime letterarie e cinematografiche molto diverse: dal pulp, al filone dell’assurdo, fino ad approdare alla fantascienza.

Infatti, Rusty Dogs è fatto di continue scazzottate, amplessi, disillusioni, il tutto senza dimenticare il complotto contro l’umanità in cui non potevano di certo mancare gli alieni.

Adami riesce a far convivere queste anime differenti? Sicuramente sì, anche se personalmente noto una forte differenza e una decisa lacerazione tra le diverse anime del libro.

In particolare, ho molto apprezzato lo stile dell’autore e la sua abilità narrativa, ma a volte sembra che lo stile del libro si perda in favore di forzate descrizioni di trama o digressioni filosofiche.

Lo stile che l’autore riesce a dare a Rusty Dogs è scoppiettante, veloce, rapido e vivido come se vedessimo davanti a noi le scene di un film. Questo stile particolare non è affatto semplice da tradurre in un romanzo scritto, eppure Adami ci riesce e moltissimi lettori apprezzeranno lo stile diretto di Rusty Dogs.

Le citazioni, l’impatto visivo, il disincanto: lo stile di Adami riesce a raggiungere il lettore dall’inizio fino alla fine del libro.

Forse non si può dire la stessa cosa dell'”anima” fantascientifica di Rusty Dogs. In alcune parti del libro è quasi come se il ritmo rallentasse, si sforzasse di essere descrittivo e non visionario, perdendo così molta della bellezza del libro.

Insomma, è come se alieni, sette & Co. non riuscissero a stare al passo con la bravura scrittoria di Adami.

Navarro, gli alieni e le battute ad effetto

Uno degli elementi che danno colore al romanzo è sicuramente l’assetto dei personaggi, in primis il protagonista Navarro.

Disilluso, nichilista, apatico, molti si chiederebbero se ha anche dei difetti! In realtà Navarro ne ha moltissimi di difetti: le sue contraddizioni, le sue paure e i suoi conti in sospeso col passato sono i veri motori dell’azione della storia, non quel pacco capitato così per caso.

Inoltre, è anche un bel po’ logorroico e parecchio filosofeggiante, ma questo dà modo all’autore di potersi aprire in digressioni discorsive sulla condizione e il destino dell’uomo, digressioni che riescono decisamente a catturare l’interesse del lettore.

Invece, Rachele è la protagonista femminile del libro. Bella, misteriosa e decisa è il tipico personaggio che sa più di quanto non faccia finta di sapere.

Il rapporto tra Rachele e Navarro è tutt’altro che romantico, ma neppure circoscrivibile soltanto alla sfera sessuale. Lungi dall’essere un romance, Rusty Dogs sottolinea anche e soprattutto nelle relazioni tra i personaggi quello che è il vero centro del libro: il pacco e il contenuto dello stesso (e tutto ciò che ne consegue).

Ogni relazione, ogni fatto del libro accade con il preciso fine di ricondurre sempre il lettore a porsi delle domande sul pacco e sulla natura dei Rusty Dogs.

È come un’ossessione crescente, un climax ansiogeno, e questa è una delle caratteristiche più interessanti dell’autore e del libro: si crea la stessa atmosfera ricca d’ansia e incertezze che vive anche il protagonista.

Anche per questo è impossibile non avere in simpatia Navarro. L’autore riesce a creare un buon livello di coinvolgimento con il protagonista del libro, rendendoci partecipi delle sue paure e facendoci immaginare come vivremmo noi quelle settimane colme di paure e ansie.

Certo, in Rusty Dogs alcune di queste situazioni ansiogene sono portate quasi all’esagerazione, ma il tutto rientra nello stile scelto da Adami per il suo libro.

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Insomma, se cercate una lettura scorrevole, divertente, ma non banale Rusty Dogs può accompagnarvi per diverse ore in compagnia di un libro gradevole che, un po’ come la stessa Rachele, ha da dire molto di più di quanto non sembri.

In effetti, dalle parole rilasciate dall’autore, sembra che il libro sia solo il primo capitolo di quella che dovrebbe essere una trilogia. Quindi, quella sensazione di amaro in bocca alla fine del libro per tutto quello che non è stato spiegato dovrebbe poter essere placata da successivi volumi.

Secondo il mio punto di vista invece Rusty Dogs è apprezzabile anche così. Un buon libro non è tale quando risponde a tutte le domande del lettore, ma quando invece porta a essere curiosi e a interrogarsi anche sulla trama stessa, persino quando sembra incoerente.

Per quanto a mio parere la trama sia a volte scontata e le storie che uniscono alieni alle teorie del complotto non siano tra le mie preferite, ammetto che lo stile dell’autore dà molto al libro, è uno stile ricco di potenziale capace di rendere alcuni momenti del volume particolarmente acuti e godibili.

Lentamente si voltò versi i due suoi amici, accennò un sorriso, indicò il suo cuore con un dito e si rivolse ai compagni di battaglia. “Finiamo il gioco!”.

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