A pochi giorni dalla Notte Santa, in attesa di essere invasi da film di Natale che riproporranno in varie incarnazioni una delle opere più famose e popolari della letteratura fantastica mondiale, Mondadori con l’ultima uscita della collana La Grande Letteratura a Fumetti ci regala proprio Canto di Natale, una delle più famose e commoventi storie sul Natale opera dell’immenso Charles Dickens.
La recensione di Canto di Natale, il classico di Dickens a fumetti nella 37esima uscita de La Grande Letteratura a Fumetti di Mondadori
Il tempismo con cui questo bellissimo cartonato di 56 pagine a colori 21×28 arriva in libreria, permette di immergersi in questo classico senza tempo circondati e accarezzati dalla giusta atmosfera natalizia, cosa che facilita non di poco l’immedesimazione in una storia che tutti conosciamo e che non ci stanchiamo mai di voler ritrovare.
Il romanzo di Dickens, la cui prima edizione risale al 1843, che è una sorta di denuncia e critica sociale verso la società moderna sempre più votata la materialismo e che punta il dito contro le ingiustizie, le forzate disparità sociali, le ingiustizie e la povertà, ha il merito di porre l’accento sul vero spirito del Natale e sulla sua necessaria riscoperta.
L’adattamento a fumetti di Mondadori, nato dalla sceneggiatura di Patrice Buendia, dalla matita di Jean-Marc Stalner e dai colori di Caroline Romanet, segue l’originale racconto dickensiano senza stravolgimento alcuno, quasi in rispettosa fedeltà verso l’opera “moralmente potente” dello scrittore britannico.
Il vero spirito del Natale
Ebenezer Scrooge è un vecchio avaro, una persona antipatica, scorbutica e attaccata al denaro.
I soldi sono il suo unico interesse in una vita che non lascia spazio a nient’altro, tanto da infischiarsene altamente anche del Natale, arrivando persino a biasimare il contabile che lavora per lui il quale vorrebbe passare almeno il 25 dicembre non a lavoro, ma a casa con la sua famiglia.
Proprio la notte della vigilia di Natale tre spiriti faranno visita a Scrooge, mettendo di fronte il vecchio avaro al suo passato, al presente e al possibile futuro che attende un uomo così egoista, malvisto e malsopportato da tutti.
Rivivendo momenti dimenticati e spesso ignorati della sua vita e facendo i conti con la sua intera esistenza, Scrooge alla fine si redimerà, con la magia del Natale che gli farà finalmente scoprire le cose importanti della vita e il rispetto per tutti, un vero miracolo natalizio che riuscirà a trasformare una persona crudele e senza scrupoli in un uomo generoso e di gran cuore.
Storia e disegni che accompagnano il canto-denuncia di Dickens
Il Canto di Natale a fumetti di Mondadori Comics, come già detto, rimane fedele all’opera di Dickens soffermandosi sui passaggi cruciali del racconto quel tanto che basta a ricrearne l’atmosfera e a contestualizzare il momento, pur affrettandosi un po’ troppo nei passaggi intermedi.
Questa cosa, credo, sia stata dettata dalla volontà di rispettare l’impostazione che lo stesso Dickens diede al suo romanzo, suddiviso quasi in cinque macro-strofe proprio alla stregua di un canto, con Buendia che non snatura questa “metrica” pur condensando un po’ troppo qua e là.
Le tavole, che racchiudono i disegni di Stalner, molto “francesi” come tratto e forse poco vittoriani, riescono comunque ad accompagnare a dovere la storia anche grazie alle colorazioni che ricreano le atmosfere adatte.
Il volume 37 de La Grande Letteratura a Fumetti si legge tutto d’un fiato, quasi a rispettare il trascorrere della turbolenta e salvifica notte di Scrooge e il messaggio di riscatto, apertura e rispetto per la vita umana emerge altrettanto significativo come quando si legge il romanzo originale.
In una scena che è tutta dickensiana il volume del Canto di Natale finisce in libreria con il lettore che, alzatosi dalla poltrona, lo ripone accanto agli altri volumi.
La magia del Natale è così completa.