La fine del mondo si sta facendo sempre piรน presente nel palinsesto di Netflix.
Quanto visto finora, La fine e Extinction in primis, hanno cercato di offrire agli spettatori una narrazione che fosse d’effetto, con risultati non sempre apprezzabili.
Con Bird Box, Netflix si affida alla coppia Susanne Bier e Sandra Bullock (regista e protagonista) per provare a costruire una storia che possa unire fantascienza post-apocalittica e suggestioni horror.
Con Bird Box basta uno sguardo per impazzire
La sfortuna, se cosรฌ vogliamo definirla, di Bird Box รจ che pochi mesi fa รจ uscito al cinema A quiet place, che aveva giร giocato in modo intelligente sulla privazione di un aspetto quotidiano della nostra vita (dialogo/silenzio), rendendo la produzione soggetta ad alcune critiche preventive.
Vuoi che criticare a priori รจ un cosa che odio, vuoi che veder come avvocato difensore di Bird Box nientemeno che il Re del Terrore in persona, Stephen King, alla fine ho atteso questo film davvero con ansia.
I was absolutely riveted by BIRD BOX (Netflix). Donโt believe the lukewarm reviews, which may in part have been caused by reviewersโ ambivalence to the streaming platform, as opposed to theatrical releases.
โ Stephen King (@StephenKing) 20 dicembre 2018
Bird Box immagina un’umanitร colpita da un invisibile flagello che spinge chiunque lo veda a suicidarsi.
l concetto alla base รจ semplice, tutto sommato, ma รจ lo sviluppo che ne comporta a rendere appassionato la pellicola della Bier.
Se il silenzio visto in A quiet place puรฒ esser ragionevolmente contenuto in qualunque aspetto, la vista diventa una privazione che costringe i protagonisti a diventare vittime di ambienti claustrofobici. Ed inevitabilmente, quando troppe persone vivono in condizioni tese all’interno di spazi angusti, si innescano dinamiche che rischiano di compromettere la sopravvivenza.
Ad avermi appassionato del prodotto Netflix รจ anzitutto il lanciarci subito nel vivo del ‘nuovo mondo’, senza darci una definizione precisa dell’ambientazione, ma instillando sin dalle prima battute una certa tensione, un senso di inquietudine che viene giocato abilmente con inquadrature aperte che contrastano con la cecitร volontaria dei personaggi.
Personalmente, ho apprezzato maggiormente questa impostazione rispetto ad A quiet place, proprio perchรฉ il lento spiegare come si sia creato questa situazione รจ sviluppato con un discretamente apprezzabile gioco di flashback.
Da un lato, partendo in una situazione giร definita (il viaggio sul fiume) e raccontando tramite i ricordi gli eventi precedenti rischia di bruciare alcune situazioni che potrebbero esser essenziali al ritmo del film.
Trovando la protagonista, Malorie, in barca con due bambini sappiamo giร che chiunque compare nei flashback sarร morto.
Niente spoiler, รจ una semplice caratteristica di questa tipologia di racconto. Bisogna dare allo spettatore un motivo per affrontare le perdite attese, creare situazioni che, per quanto previste, siano comunque d’effetto.
Diventa quindi essenziale avere una buona sceneggiatura che sappia costruire una tensione emotiva convincente. Bird Box ha potuto contare su Eric Heisserer, che grazie al suo lavoro su Arrival ha la mia stima imperitura.
Giร l’idea che guardando il mondo sarai portato al suicidio ha un impatto incredibile, specialmente se rapportato alla nostra quotidianitร , una concezione che viene amplificata dalla consapevolezza che la sanitร mentale puรฒ sopravvivere solo all’interno del claustrofobico isolamento a cui ci si sottopone volontariamente.
Non รจ un caso che gli unici a poter reggere lo sguardo dell’invisibile minaccia siano i folli, come a ribadire che questo ‘nuovo mondo‘ che viene continuamente invocato sia vivibile da chi รจ giร impazzito. In tal senso, il vedere non รจ piรน una condanna, quanto un rito iniziatico per accedere a questa nuova esistenza, una concezione distorta dell’aprire gli occhi alla veritร che ne ribalta cinicamente il fondamento stesso.
Per tutto il film noi sappiamo cosa si debba fare per sopravvivere (non guardare), ma in nessun momento ci viene spiegato il perchรฉ. Costantemente viene detto che queste creature hanno il dono di farti impazzire se solo le guardi, istigandoti al suicidio, ma non ci verrร mai detto chi siano questi portatori di morte.
Ai fini della trama, non mi รจ sembrata una nozione fondamentale, non era il nocciolo della storia.
Il fulcro della vicenda รจ capire come riuscire a vivere in un mondo che rende necessaria la cecitร per salvaguardare la luciditร mentale, ed รจ questo il cardine su cui ruota il mondo di Bird Box.
Chi ha sostenuto e passato il test della vista, impone ad altri la stessa sfida, e che poi sia il loro animo ad esser giudice della loro sorte. Questo รจ importante, il doversi non solo difendere dalla minaccia incombente, ma dover anche sopravvivere ai ‘convertiti’ che vogliono obbligarti a confrontarti con il passaggio al nuovo mondo.
Tutti elementi che sono valorizzati anche dall’occhio della Bier, capace di cogliere spaccati drammatici e enfatizzare il crescendo emotivo con cambi di inquadratura azzeccati, complice l’ottima fotografia, specialmente nella parte della fuga sul fiume, improntata a tonalitร fredde come l’apparente forza di Malorie.
Ed รจ appassionante vedere come ancora una volta il tema della sopravvivenza in un mondo folle sia trasformato in un discorso sulla genitorialitร . Film come il citato A quiet place o The road (ispirato ad un meraviglioso, angosciante romanzo di Cormack McCarthy) vengono usati come metafore delle difficoltร genitoriali, che si tratti dell’accettazione del nuovo compito o delle paure del mondo che si lascerร ai propri figli.
Sandra Bullock, sempre splendida, incarna al meglio questo aspetto.
La sua Malorie passa dall’essere quasi pronta a rinunciare ad una gravidanza a diventare la guardiana di due bambini, impegnata a garantirne la crescita in un mondo folle. Malorie attraversa la fase di reticenza alla maternitร divenendo una madre guerriera, pronta ad essere rigida pur di preservare i bambini a lei accuditi, al punto di creare una spaccatura emotiva in questo terzetto, una frattura che viene sanata solo nella parte finale di Bird Box e con una dolcezza struggente.
La Bullock รจ perfetta nel suo ruolo, impeccabile e capace di passare dall’algida durezza ad attimi di tenerezza che rendono il ritmo di Bird Box mai piatto. Su tutto il cast, perรฒ, svetta John Malkovich, a cui viene dato un ruolo da cinico bastardo, Douglas, che si adatta perfettamente al volto dell’attore. Per tutto il film si gioca una difficile tensione tra la visione cinica ma logicamente asettica di Douglas e la forza solidale di Malorie, sostenuta anche da altri personaggi.
Incomprensibile, perรฒ, l’uso impalpabile due attori di spessore come B.D. Wong e Sarah Paulson, che per le loro caratteristiche ed i personaggi che interpretavano, avrebbero meritato maggior minutaggio. Valutazione che porta a fare una critica a Bird Box: manca un passo in piรน per esser un grande film.
Gli spunti ci sono tutti, vengono anche ben strutturati e sviluppati, ma si ha come la sensazione che sia mancato quel coraggio finale per spingere maggiormente su alcuni aspetti, sviluppare maggiormente l’aspetto ‘cultistico‘ del passaggio, magari rinunciando a qualche flashback ed introducendo una maggior caratterizzazione della follia dilagante.
A quiet place รจ, per ovvie ragioni, la pietra di paragone per Bird Box. Personalmente, ho apprezzato maggiormente il secondo, per la sua voglia di battere una strada relativamente inesplorata, inserendo spunti narrativi giร noti ma tentando una rielaborazione nuova. Di certo, con il film di Susanne Bier il catalogo post-apocalittico di Netflix ha goduto di un’entrata che migliore la qualitร del comparto.
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