Eccoci qua, di nuovo assieme per parlare di un nuovo gioco da tavolo di MS Edizioni: si tratta di Sherlock, una serie di casi investigativi che si espletano semplicemente con un mazzo di carte.
Prima di continuare, una rassicurazione: parleremo di questo titolo senza assolutamente anticiparvi nulla dei contenuti dei casi, cercando di fare le nostre considerazioni in maniera spoiler-free.
Grazie alla casa editrice abbiamo avuto modo di provare La Tomba dell’Archeologo, uno dei tre casi che compongono la prima serie di Sherlock uscita a maggio di quest’anno. MS Edizioni ha annunciato che periodicamente verranno pubblicati in italiano nuovi casi della stessa serie e, attualmente, ne sono stati creati sei dalla GMD Games, identificati da quello che รจ stato chiamato Q System. Gli autori sono Josep Izquierdo Sรกnchez e Martรญ Lucas Feliu.
Bene, andiamo a scoprire chi ha ucciso chi com’รจ questo interessante gioco!
Sherlock – La recensione
Partiamo dal materiale. Poco, ma tutto quello che ci serve: 32 carte e un foglio con il regolamento e la soluzione del caso trovano posto in una piccola scatola di cartoncino. Le carte sono di buona fattura, le illustrazioni di Alba Aragon piacevoli e chiare; il regolamento si trova sullo stesso foglio di carta che contiene domande e soluzioni del caso, ma un piccolo adesivo fa si che la parte “spoilerosa” resti ben chiusa e nascosta; non c’รจ il rischio di scoprire per errore cose che ci rovinerebbero l’esperienza di gioco! Cosa sacrosanta, e giustamente ben realizzata.
Il titolo รจ indicato da 1 a 8 giocatori, per una durata di 60 minuti: noi lo abbiamo provato in 3, e la durata della nostra partita รจ stata assolutamente aderente al tempo stimato sulla confezione. La variante da un giocatore รจ leggermente diversa da quella di altri player counter, e probabilmente molto meno avvincente; un gioco con queste caratteristiche dร il suo meglio se giocato in gruppo.
ร possibile leggere l’introduzione del caso sul foglio del regolamento allegato o scansionado il QR code su una carta che accompagna il mazzo, ascoltandolo cosรฌ dalla voce di personaggi legati al mondo dei giochi da tavolo: un’aggiunta non necessaria, ma carina.
Come si gioca
Una volta descritto il contesto in cui dovremo muoverci, la carta numero 1 viene rivelata a tutti sul tavolo; il resto viene mischiato e ogni giocatore prende 3 carte dal mazzo di pesca coperto.
Delle carte nella propria mano, i giocatori possono rivelare agli altri solo le parole sottolineate o all’interno di una nuvoletta che dร il “nome” alla carta. Dopo di che, il giocatore di turno deve compiere una di queste azioni:
- Rivelare informazioni: posiziona scoperta una carta sul tavolo; essa ora รจ un’informazione pubblica, ma se alla fine non sarร rilevante per il caso sottrarrร un punto al punteggio degli investigatori.
- Scartare informazioni: scartare una carta coperta; di questa carta non si potrร parlare fino a che tutte le altre carte non saranno state giocate (per poter terminare la partita il mazzo degli scarti dovrร contenere almeno 6 carte).
Poi, pesca una carta e il turno passa al giocatore successivo.
Una volta che tutte le carte-indizio sono state rivelate o scartate, si passa alla discussione collettiva: i giocatori elaborano teorie riguardo al caso, e possono nuovamente parlare delle carte che hanno scartato durante la partita ma senza guardarle; una buona memoria sarร certamente d’aiuto in questa fase.
Quando il gruppo รจ pronto, si consulta la parte del regolamento con le domande che riguardano il caso: ogni risposta esatta farร guadagnare al gruppo due punti, mentre se ne sottrarrร uno per ogni carta giocata che non abbia rilevanza nella soluzione del caso.
Cosa pensiamo di Sherlock
Iniziamo parlando del difetto principale che abbiamo riscontrato (e di come ci siamo adattati): il regolamento ci รจ parso poco chiaro nello stabilire esattamente cosa potevamo rivelare delle nostre carte e cosa no. All’inizio della nostra partita, ci veniva naturale descrivere, anche attraverso perifrasi e sinonimi, il contenuto delle nostre carte agli altri giocatori. Ma chiaramente questo non sarebbe stato molto diverso dal mostrare direttamente agli altri le nostre carte (cosa vietata). Quindi abbiamo proseguito attenendoci rigidamente all’obbligo di non condividere con gli altri nulla, se non le parole sottolineate o quelle negli spazi permessi.
Sarebbe stato d’aiuto che il regolamento contenesse un’indicazione piรน rigida ed esplicativa a riguardo; abbiamo perso qualche minuto cercando di capire come comportarci senza “imbrogliare” o rovinarci l’esperienza rivelando piรน di quanto potevamo. In questo caso, maggiore chiarezza non sarebbe certo stata fuori posto.
Perรฒ, una volta capito questo, questa fase si รจ rivelata la parte piรน intrigante del gioco: ognuno di noi doveva decidere in autonomia, conoscendo solo brandelli di informazioni dagli altri giocatori, quali indizi fossero importanti e quali no. Anche durante la fase di discussione finale, ciascuno ha portato il suo contributo in base alle carte che aveva scartato durante la partita, e che solo lui aveva visto.
Questa รจ una particolaritร di Sherlock: l’informazione disponibile a tutti non รจ completa. Senza l’attenta partecipazione di tutti non รจ possibile giungere alla soluzione, o comunque raggiungere un buon punteggio finale, e questo รจ un aspetto che abbiamo apprezzato tantissimo. Bisogna giungere insieme alla risoluzione del caso, e nessun giocatore puรฒ prendere il controllo del gioco infischiandosene degli altri (il famigerato alpha-player); un rischio spesso presente invece nei titoli collaborativi.
Il caso che abbiamo giocato, La Tomba dell’Archeologo, รจ classificato di media difficoltร ; il nostro punteggio รจ stato di 17 su un massimo di 20, appena sotto al 18 che ci avrebbe garantito lo stesso rango di Sherlock Holmes. Il titolo ha quindi rappresentato una buona sfida anche perchรฉ, alla fine della partita, abbiamo dovuto rispondere a domande ben piรน complesse e profonde delle classiche “chi รจ l’assassino – luogo del delitto – arma del delitto”, ed il caso ha richiesto una buona dose di deduzione, memoria ed anche intuizione da parte di tutti i giocatori.
Le nostre conclusioni
Sherlock ha piacevolmente sorpreso tutti al nostro tavolo: in un gioco che di fatto รจ un “usa e getta”, la parte esperienziale รจ fondamentale. Ebbene, questo titolo ci ha divertito, ci ha impegnato, ci ha dato soddisfazione lasciandoci anche un piccolo amaro in bocca per quel punteggio alto, ma non perfetto.
I materiali sono assolutamente all’altezza del compito (ad esempio le carte sono molto spesse considerando che non รจ un gioco che punta alla durabilitร ), e dopotutto anche la spesa da affrontare vale l’esperienza. Le illustrazioni sono piacevoli, e la sua portabilitร lo rende veramente un gioco da portare ovunque senza impegno.
Sherlock รจ un titolo che potrete proporre a tutti; non richiede infatti particolari skill da giocatore da tavolo, ma anche giocatori piรน esperti ne sapranno apprezzare le qualitร .
Siete pronti a sfidare il grande detective di Baker Street? Potete acquistare i giochi da tavolo della serie Sherlock A QUESTO INDIRIZZO.