Il 2 marzo 1980, esattamente 40 anni fa, Candy Candy (ใญใฃใณใใฃใปใญใฃใณใใฃย Kyandi Kyandi)ย faceva il suo debutto sulle TV private locali italiane, riscuotendo subito grande successo e diventando uno degli anime piรน famosi giunti in Italia dal Giappone tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80.
5 particolari su Candy Candy, l’anime con protagonista l’orfanella piรน simpatica e adorabile dei cartoni animati che debuttรฒ 40 anni fa in Italia
Adattamento animato dell’omonimo shojo manga (manga indirizzati principalmente a un pubblico femminile) disegnato daย Yumiko Igarashi e tratto dal romanzo diย Kyoko Mizuki (edito in italia da Kappalab Edizioni), racconta la struggente e difficile storia dell’orfanella Candy, bionda bimba un po’ ribelle dagli atteggiamenti da maschiaccio, ย cresciuta nell’orfanotrofio Casa di Pony e successivamenteย adottata da una nobile e potente famiglia inglese, i Legan.
Tra angherie subite da fratellastri Irizaย eย Neal, gioie, amori sfortunati dagli epiloghi anche tragici, senza dimenticare l’orrore della guerra, Candy troverร il suo percorso di vita da sola, non rinunciando mai ad affrontare la vita con un sorriso. Dopotutto, come diceva Anthony, “Candy, sei piรน carina quando ridi che quando piangi”.
Icona della positivitร e dell’amore per la vita che supera tutte le difficoltร , dell’autodeterminazione femminile e della perseveranza nel realizzare i propri sogni e trovare un posto nel mondo, Candy ci ha insegnato il valore della vera amicizia, la necessitร di opporsi sempre alle ingiustizie e l’idea che il bene e la gentilezza si elargiscono senza secondi fini.
Scopriamo, dunque, cinque particolari du Candy Candy di cui, forse, non siete a conoscenza.
1 – Dalla Casa di Pony al tribunale
Dopo essere stato trasmesso, oltre che da una miriade di TV locali, anche da Mediaset, l’anime รจ sparito dalla circolazione dagli anni ’90 a causa di beghe legali traย le due creatrici Igarashi e Mizuki, contenzioso che ha portato al blocco con gli anni si รจ incrinato fino ad arrivare in dei pubblicazione del manga e di trasmissione dell’anime.
2 – A spasso col suo gatto(?) se ne va
Il procione Klin, che nella sigla dei Roking Horse veniva indicato come “gatto”, nel romanzo e nel manga non esiste, ma venne inserito nell’anime a favore di un pubblico infantile per cercare di controbilanciare i momenti piรน tristi e drammatici della narrazione (ma probabilmente anche per ragioni di merchandise).
3 – Niente tragedie, siamo francesi
La storia di Candy รจ “costellata” di vari momenti drammatici, come la morte del suo primo grande amore Anthony.ย In Francia la morte delย “principe della collina”, soprannome dato da Candy ad Anthony, fu ritenuta troppo forte per il giovane publico d’oltralpe, con la sorte del giovane e biondo rampollo della famiglia Andrew che venne trasformata in una grave malattia invalidante.
4 – Italians do it longer
Del manga esiste un’edizione italiana riadattata e censurata che venne pubblicata da Fabbri Editoriย in uscite settimanali. L’intraprendenza dell’editore milanese porto alla continuazione del manga ben oltre le 77 uscite dell’originale giapponese, arrivando alla pubblicazione di ben 326 numeri con un proseguimento della storia completamente inventato creato e disegnato in Italia.
5 – “Otenba style” e fischio alla pecoraia
In Giappone il successo di Candy Candy affonda le radici anche nel fascino che i giovani del Sol Levante hanno per le ragazze “otenba” (ovvero maschiacce), probabilmente per quel senso di libertร e anticonformismo che, spesso, in Giappone non รจ (o forse era) visto di buon occhio proprio associato alle ragazze. Infatti nella bellissima sigla originale giapponese di Candy Candy, cantata dalla mitica Mitsuko Horie, si fa spesso riferimento alla protagonista che ama fischiare, arrampicarsi sugli alberi e fare cose da maschi, infischiandosene del suo aspetto e di ciรฒ che pensano gli altri.
E proprio in conclusione ecco le sigle, italiana e giapponese, dell’anime.