All’interno dell’Aliens Universe creato da Dark Horse Comics e pubblicato in Italia da saldaPress è attraversato da un lungo arco narrativo che negli ultimi due anni ha avuto il duro compito di dare concretezza ai diversi capitoli cinematografici della saga degli Xenomorfi. Divisa in due blocchi principali, Fire and Stone e Life and Death, questa trama ha puntato contare sulla presenza di grandi autori, che hanno costruito un impianto narrativo di grande spessore, che si conclude con Life and Death: Prometheus – Scontro Finale.
Life and Death: Prometheus – Scontro Finale, la conclusione della battaglia tra umani, xenomorfi e Yautija
A dirigere questa fase finale della complessa trama è Dan Abnett, che ha curato l’intero arco di Life and Death. Riuscire ad arrivare alla conclusione di questo impianto corale di eventi non era semplice, e serviva un autore che sapesse come gestire al meglio complicate trame composte da così tanti elementi.
Non dimentichiamo che Life and Death: Prometheus – Scontro Finale è il punto di arrivo di un progetto che deve unire in una lunga linea cronologica tutti i film con protagonisti gli xenomorfi, compreso il nuovo corso iniziato da Scott con il non proprio eccelso Prometheus. Come ben sanno gli appassionati di Aliens, e i voraci lettori dell’Aliens Universe, questo contempla anche la figura dei Predators, i letali Yautja che spesso hanno dato filo da torcere ad alieni e Space Marines.
La costruzione dell’intera serie è stata ideata per arrivare ad un punto di svolta in cui le tre razze si trovassero inevitabilmente ad affrontarsi in uno scontro finale, in cui i giochi venissero finalmente chiusi. Abnett era conscio di dover offrire una chiusura soddisfacente, che desse al lettore quel picco emotivo che ci si aspetta da una storia che è cresciuta lentamente ma inesorabilmente.
In ogni pagina di Life and Death: Prometheus – Scontro Finale ritornano i punti saldi del mito di Aliens, elementi essenziali per inserire questo volume all’interno dell’Aliens Universe. Alcuni aspetti, per quanto assodati, nella loro ripetizione non sono stucchevoli, ma hanno il dono di ridare compattezza e coerenza alla narrazione. La spietata avidità della compagnia è sempre presente, uno dei punti fermi dell’Aliens Universe in ogni sua forma, il fulcro narrativo che continua a metter uomini e xenomorfi faccia a faccia.
Anche in questo caso, sono le promesse di un uomo della Compagnia a mettere a repentaglio la vita di tutti i sopravvissuti. La possibilità di poter mettere le mani nientemeno che su una Regina, il cui embrione infesta una dei pochi umani presenti sul pianeta, diventa una leva emotiva con cui un rappresentante della Compagnia baratta la salvezza per il prezioso embrione. In Life and Death: Prometheus – Scontro Finale è proprio questo tesoro biologico a muovere tutte le forze in campo.
Da un lato, gli xenomorfi, orfani di una regina, sono attratti dal loro istinto animale verso gli umani sopravvissuti, assordati dal magnetico richiamo di una nuova dominatrice dell’alveare pronta a prendere il comando. Abnett gioca al meglio su questo punto, creando una buona gestione della dinamica ferale degli xenomorfi, in cui il loro istinto diventa una forza motrice che si oppone alla apparente debolezza delle forze umane.
Gli Space Marines sono palesemente inadatti a fermare gli alieni. Anche in Life and Death: Prometheus – Scontro Finale gli xenomorfi sono in grado di falcidiare i deboli umani, forti del loro numero. Abnett esalta questo aspetto in scontri serrati, sfruttando in modo intelligente gli ambienti del pianeta, animando una caccia all’uomo serrata e impietosa.
A dar il tocco finale a questo scontro, è l’arrivo in massa dei Predator. Sia in Fire and Stone che in Life and Death gli Yautja hanno avuto un ruolo importante, soprattutto nella figura di Achab.
Il guerriero alieno ha creato una sorta di fratellanza con Galgo, umano sopravvissuto, con cui ha affrontato tempi duri. La relazione tra i due è sempre stata bene gestita, con un equilibrio che, dopo esser stata una forza narrativa anche comica, diventa il punto di svolta di questa lotta finale.
Life and Death: Prometheus – Scontro Finale ha l’occasione di mostrare parte dei rituali Yautjia, spingendo molto sull’emotività di Achab, ansioso di recuperare il suo posto nella sua gente. E ammettiamolo, il duello tribale è uno dei momenti più intensi e meglio orchestrati di questo albo, se non dell’intera serie.
Abnett riesce a creare piccoli momenti all’interno di Life and Death: Prometheus – Scontro Finale che rendono finalmente completo il mosaico di questo lungo arco narrativo. Lo scrittore si appoggia in modo intelligente ad una scelta dei tempi e ad un’impostazione lessicale (tradotta da Stefano Menchetti), adattandoli perfettamente a quello che si presenta come un gran finale, anche se lascia possibilità alla partenza di un nuovo ciclo.
Parte integrante di questo ottimo lavoro son Brian Albert Thies e Rian Beredo, rispettivamente disegnatore e colorista di Life and Death: Prometheus – Scontro Finale. Le tavole sono sempre intense, con un tratto spigoloso e che trasmette la feralità dello scontro, trasmettendo la tensione e la violenza di una battaglia che devasta il pianeta. Nei punti salienti, l’occhio del lettore viene estasiato da una costruzione delle tavole e delle singole vignette perfetta, che veicola al meglio la trama di Abnett.
Life and Death: Prometheus – Scontro Finale è, in ogni aspetto, il finale ideale per una saga a fumetti in cui tutti gli elementi dell’Aliens Universe trovano una giusta collocazione, venendo trattati con rispetto e con una giusta caratura. saldaPress ha consentito ai lettori italiani di godersi al meglio questa run fumettistica.