Gio 19 Dicembre, 2024

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Nero: ritorno al futuro di Hangar 66 – Recensione

Tra i tanti pregi di Hangar 66 figura sicuramente lโ€™insegnamento ad esser pazienti. Per leggere Nero, il secondo volume dellโ€™epopea fantascientifica di Max Bertolini, lโ€™attesa รจ durata qualche mese, complice una serie di sfortunate coincidenze che ha prolungato lโ€™arrivo del tanto atteso seguito di Ex Fato Resurgam.

Hangar 66 torna a ruggire con il secondo capitolo della saga creata da Max Bertolini, Nero

Oltre al piacere di tornare allโ€™Italia futura, questo ritardo ha perรฒ dimostrato come una piccola realtร  editoriale (senza offesa, sia ben chiaro) quale รจ Edizioni Inkiostro sappia comunque come farsi perdonare alcuni piccoli difetti. Lโ€™affetto con cui Rossano Piccioni, front man di Inkiostro, ricambia la passione dei lettori รจ simbolo non solo di una vocazione, ma anche dellโ€™ammettere le proprie mancanze, a cui viene posto rimedio offrendo ai lettori un pentimento piรน che gradito: altri fumetti, ma gratuiti!

Dopo questo dovuto riconoscimento allโ€™impegno di Piccioni e alla sua Edizioni Inkiostro, ci si puรฒ privare dei buoni sentimenti e tornare del duro futuro immaginato da Bertolini per la nostra Italia.

Della genesi di Hangar 66 si รจ giร  piรน volte parlato. La sua natura di fumetto bidirezionale, in cui autore e lettori si scambiano continuamente idee e suggestioni, รจ una novitร  nel panorama nostrano, ed รจ uno dei punti di forza della saga. Ho seguito con attenzione sin dallโ€™inizio questo progetto, notando come, nei limiti del possibile, Bertolini abbia saputo interpretare i suggerimenti e le aspettative dei lettori, dando ad Hangar 66 una dimensione emotiva e narrativa che sapesse accontentare tutti.

Impresa non certo facile, che richiede non soltanto una padronanza narrativa del media fumetto, ma soprattutto una presenza abbastanza costante sulla pagina Facebook di Hangar 66, il luogo di incontro digitale di autore e Hangers. Bertolini pare in grado di gestire questa sua funzione di catalizzatore di idee, visto che in Nero si ritrovano alcune delle dinamiche potenziali emerse nei vari commenti dei post della community.

Dal secondo capitolo di Hangar 66, mi aspettavo qualche dettaglio in piรน su come si fosse arrivati alla situazione futura. Lโ€™attualitร  dei telegiornali e delle correnti sociali non sono certo carenti di suggerimenti e potenziali svolgimenti, ma il futuro presentato da Bertolini รจ particolarmente cupo, senza esser troppo remoto. Serviva, dunque, un evento che facesse precipitare le cose, sempre inserito nel contesto fumetto, che consente di estremizzare e dare un tono molto sci-fi allโ€™intera vicenda.

Nero รจ stata dunque la risposta a questa mia curiositร . Riprendendo dal finale del precedente capitolo, Bertolini approfitta delle vicende dei protagonisti per offrirci una piccola lezione di storia sugli eventi, anche naturali, che hanno portato alla creazione dellโ€™Europa futura. La dinamica sociale cosรฌ complessa e spietata di Hangar 66 necessitava di una genesi che fosse altrettanto acida e impetuosa, i lettori si aspettavano qualcosa di grandioso.

Unire la forza della natura e lโ€™arrivismo tipicamente umano รจ stato un bel tocco, una sintesi di fantascientifico e futuribile che ha consentito di tenere Hangar 66 nel solco della fantascienza, ma lasciando nel lettore quel senso di possibile che dona soliditร  allโ€™impianto narrativo.

Ma Nero รจ soprattutto la glorificazione di uno dei personaggi cardine della saga, almeno finora. Lโ€™eroe della Nuova Europa, lo spietato difensore dei confini dallโ€™invasione dei disperati, il Maggiore Nero si era giร  presentato in Ex Fato Resurgam come una figura scissa, da un parte legato al dovere, dallโ€™altro piagata nellโ€™animo dal suo ruolo. Il tono emotivo del personaggio era evidente, lโ€™idolo delle folle che sente il peso di questa adorazione che schiaccia lโ€™anima, diviso tra dovere e famiglia, tra fedeltร  ad una causa e una coscienza dilaniata.

Era inevitabile arrivare ad unโ€™esaltazione di questo dualismo, Bertolini non poteva sottrarsi. Si doveva quindi creare un evento catartico, che rompesse gli argini dellโ€™anima di Nero. Intelligentemente, lโ€™autore spinge il personaggio ad una resa dei conti con il proprio passato, riallacciandosi allโ€™evento di apertura dellโ€™intera saga, mettendo il tutto sotto una nuova luce. Hangar 66 non รจ per i deboli di cuore, e Bertolini ribadisce questo assioma costruendo un intricata ma suggestiva rivelazione per Nero, una bomba emotiva che lo porta a prendere una scelta radicale, le cui conseguenza non tarderanno ad arrivare.

Anche gli altri personaggi saranno coinvolti da questo colpo di scena, visto il ruolo centrale di Nero allโ€™interno della saga. La bravura del Bertolini narratore รจ il sapere tessere le dinamiche interpersonali in modo che si preparino le basi per delle evoluzioni della storia che non siano forzature, ma che, sfruttando in particolare le debolezze dei personaggi, diano soliditร  al tutto.

Intrigante che in un mondo in cui sembra la forza lโ€™unica dinamica vincente, siano le debolezze ad esser esaltate. Nero รจ un ritratto di personaggi costretti ad esser forti, ma che vengono infine portati ad un punto di rottura in cui il loro sentirsi invincibili viene messo duramente alla prova, un test che ha esiti tuttโ€™altro che scontati. Il 2066 รจ un anno duro, impietoso, in cui non esistono piรน valori come li conosciamo oggi, ma tutto viene ricondotto ad unโ€™ottica hobbesiana di sopravvivenza spietata.

E se il Bertolini narratore imbastisce una storia che si fa forte di questo paradigma, non รจ meno incisivo il Bertolini disegnatore. Di Max ho sempre apprezzato il suo modo unico, muscolare e spigoloso, di disegnare la fantascienza. Dal Nathan Never ai disegni per Titan, Bertolini รจ uno dei talenti del disegno fantascientifico italiani, capace di sintetizzare in dettagli inconfondibili la sua visione del futuro. Ad oggi, Bertolini per me รจ uno dei piรน felici interpreti del mecha design del fumetto italiano, capace di realizzare unโ€™impostazione tecnologica che si sposa al meglio con lโ€™ambientazione del futuro.

Non da meno รจ la sua interpretazione emotiva dei personaggi. Giร  apprezzato allโ€™interno di quel caleidoscopio emotivo noto come Morgan Lost (di cui ha disegnato il numero attualmente in edicola, Ritratto di famiglia in nero), anche in Nero vediamo questa sua capacitร  esprimersi nelle pose sofferenti di corpi in astinenza, nella ferocia dello sguardo di chi scopre la veritร  del proprio destino o di chi semplicemente si muove nellโ€™ombra per dominare lโ€™Europa.

Nero, e nel complesso Hangar 66, รจ questo e molto altro. A livello personale, credo vada apprezzata la voglia di Bertolini di offrirci un inteso one man show, il volersi prendere il proprio tempo per creare un qualcosa di unico ed appassionante, aprendo letteralmente un nuovo mondo ai lettori.

A ben pensarci, una simile vitalitร  creativa, sfrenata e cinica in alcuni passaggi, poteva trovare casa solo presso Edizioni Inkiostro. Il DNA della casa editrice di Piccioni era un richiamo inevitabile per il mondo di Hangar 66, che non puรฒ che trovarsi a proprio agio in mezzo a pubblicazioni come Coskiller o Ed Gein.

Visto il finale dei due blocchi narrativi presenti in Nero, sarร  meglio che Bertolini si rimetta rapidamente al lavoro sul terzo volume di Hangar 66. Gli Hangers saranno anche pazienti, ma meglio non farli attendere troppo!

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