Lun 23 Dicembre, 2024

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Kattegat, la città di Vikings, esiste davvero?

Mentre i fan più appassionati si stanno chiedendo quando uscirà la seconda parte di Vikings 6, molti altri hanno approfittato della quarantena per ripercorrere l’epopea norrena della serie History, ripartendo dalla prima stagione che ha visto l’inizio delle avventure di Ragnar Lothbrok (Travis Fimmel) e dei sui suoi viaggi verso ovest partendo dalla città di Kattegat.

Scopriamo se la città di Kattegat, fulcro dell’epopea norrena narrata nella serie TV Vikings di History, è un luogo che esiste davvero

La località al centro dell’acclamata serie TV che è stata il palcoscenico principale dell’ascesa di Ragnar, della moglie Lagherta e della sua discendenza formata da Bjorn, Ubbe, Hvitserk, Sigurd e Ivar, non ha goduto di una ricostruzione storicamente accurata, per via di esigenze di copione, anche se si basa comunque su un posto realmente esistito.

Kattegat esiste davvero ma, come appena detto, non come è stata mostrata nella serie Vikings e soprattutto non situata nello stesso luogo teatro degli eventi dello show.

Leggi anche: Dalla storia alla serie TV – 10 personaggi reali di Vikings

Nella serie TV, infatti, Kattegat è una città situata in Norvegia, mentre nella realtà si tratta di un posto completamente diverso, anche se localizzato sempre nella regione scandinava.

La vera Kattegat è un’area situata tra Danimarca, Norvegia e Svezia. Si tratta di una zona marittima — uno stretto — delimitata dalla penisola dello Jutland (divisa tra Danimarca e Germania) a ovest, dalle isole dello stretto danese a sud e dalle province svedesi di Västergötland, Scania, Halland e Bohusländ a est.

La Kattegat della realtà vanta importanti porti al suo interno come quelli di Göteborg, Aarhus, Aalborg, Halmstad e Frederikshavn.

Per girare le scene della serie TV, la capitale dei Vichinghi è stata “ricostruita” in Irlanda presso Lough Tay, nella contea di Wicklow, un’area che si prestava molto bene a riprodurre gli scenari della vera Kattegat, grazie alla presenza di baie strette, scogliere e passaggi angusti e riparati per le navi, proprio alla luce dell’etimologia del termine il cui nome è composto delle parole olandesi katte (“gatto”) e gat (“buco, cancello”).

L’appellativo sembra risalire al tardo medioevo quando i capitani delle flotte commerciali anseatiche paragonavano lo stretto danese a una buca di dimensioni ritenute troppo piccole persino per il passaggio di un gatto, per via delle numerose scogliere e delle acque poco profonde.

Fonte: Screenrant

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