All’inizio di questa settimana, il regista Peter Jackson ha raccontato che il team dietro a Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere di Amazon lo aveva inizialmente contattato per ottenere il suo aiuto, salvo poi aver troncato improvvisamente ogni contatto. Oggi, grazie ad un’intervista rilasciata dal regista de Gli Anelli del Potere a SFX Magazine, scopriamo che, oltre al presunto zampino della Tolkien Estate, potrebbe esserci un’altra motivazione sul perché la serie si è allontanata dal lavoro di Peter Jackson.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere non aveva più bisogno di Peter Jackson?
“Adoriamo tutti quello che ha fatto Peter Jackson e, proprio all’inizio, abbiamo pensato di creare una sorta di ponte tra lo show e i film” ha spiegato J.A. Bayona, che sappiamo ha diretto i primi due episodi della serie. “Ma poi, quando ti rendi conto della complessità di ogni mondo, vieni investito nella tua storia e quindi, inconsciamente, inizi a creare qualcosa che ha una sua vita.”
Sembra quindi che, proseguendo con lo sviluppo della serie, questa si sia discostata talmente tanto dai film del regista neozelandese che non sia stato più necessario il suo supporto.
Ovviamente, non possiamo non far notare come questo non spieghi perché a Jackson non sia stato inviato nemmeno un bigliettino con scritto: “scusa, abbiamo deciso di fare a modo nostro”. Voglio dire, stiamo parlando di Peter Jackson.
Sarà inoltre particolarmente difficile non pensare all’esalogia cinematografica che tutti conosciamo, considerato che ambientazioni, scenografie e costumi sono chiaramente stati ispirati dai film sopracitati.
Trama e dettagli de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
L’imminente serie di Amazon Studios porta sugli schermi per la prima volta le saghe eroiche della leggendaria Seconda Era della storia della Terra di Mezzo. Questo dramma epico è ambientato migliaia di anni prima degli eventi narrati da JRR Tolkien ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli, e riporteranno gli spettatori indietro a un’epoca in cui grandi poteri furono forgiati, i regni salirono alla gloria e caddero in rovina, eroi improbabili furono messi alla prova, la speranza appesa ai fili più sottili e il più grande cattivo che sia mai uscito dalla penna di Tolkien ha minacciato di coprire tutto il mondo nell’oscurità.
Cominciando in un periodo di relativa pace, la serie segue un cast di personaggi, sia familiari che nuovi, mentre affrontano il temuto riemergere del male nella Terra di Mezzo. Dalle profondità più oscure delle Montagne Nebbiose, alle maestose foreste della capitale elfica di Lindon, al regno dell’isola mozzafiato di Númenor, fino ai confini più remoti delle mappe, questi regni e personaggi scolpiranno lasciti che sopravvivranno molto tempo dopo che se ne saranno andati.
Ne “Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere” ritroveremo personaggi apparsi nella saga cinematografica di Peter Jackson come Galadriel (Morfydd Clark), Elrond (Robert Aramayo) e il Sommo Re Gil-galad (Benjamin Walker), oltre a Marigold Brandyfoot (Sara Zwangobani), Elanor ‘Nori’ Brandyfoot (Markella Kavenagh), Poppy Proudfellow (Megan Richards), Sadoc Burrows (Sir Lenny Henry), il Re dei Nani Durin III (Peter Mullan) e il Principe Durin IV (Owain Arthur), lo Straniero (Daniel Weyman), Halbrand (Charlie Vickers) e Arondir (Ismael Cruz Córdova).
J.A. Bayona ha diretto i primi due episodi della stagione d’esordio. Lindsey Weber (10 Cloverfield Lane), Bruce Richmond (Game of Thrones) e Gene Kelly (Boardwalk Empire) sono i produttori esecutivi della serie insieme a Sharon Tal Yguado, ex responsabile della programmazione di Amazon.