Indiana Jones e il Quadrante del Destino รจ il quinto e ultimo (si spera) capitolo della saga iniziata da Spielberg e Lucas nel 1981 con I Predatori dellโArca Perduta, arrivato a distanza di 15 anni dallโultimo discusso capitolo, Indiana Jones e il regno del Teschio di Cristallo.
Approdato ormai allโetร di 82 anni, il buon vecchio Harrison Ford torna ad indossare cappello e frusta dโordinanza, pronto a tirare pugni e stendere nazisti, correndo, saltando e urlando. Se non avete problemi a credere che un ottuagenario sia in grado di fare tutto ciรฒ, allora potreste anche trovarvi di fronte a due ore e venti di leggero intrattenimento.
La recensione di Indiana Jones e il Quadrante del Destino
Togliamo subito di mezzo lโelefante dalla stanza, questo quinto capitolo non รจ nemmeno avvicinabile ai primi tre film della saga, se mai il confronto si puรฒ fare con il tanto criticato e detestato Indiana Jones e Il Regno del teschio di Cristallo.
Possiamo dire che questo quinto capitolo รจ leggermente meglio del quarto, anche solo per il fatto che in Indiana Jones e il Quadrante del Destino manca una delle cose piรน detestate del suo predecessore: Shia LeBeuf.
Il figlio di Indy e Marion (Karen Allen), Matt, viene tolto di scena semplicemente facendolo morire in guerra, fuori campo, lโunica sua immagine รจ una fotografia in bianco e nero che vediamo di sfuggita allโinizio della pellicola nellโappartamento del professor Jones. Solo a Kevin Spacey in House of Cards era stato riservato un trattamento simile.
Levato di mezzo lโodioso figlio, quello che ci viene mostrato รจ un Harry Jones jr, vecchio stanco e anche leggermente alcolizzato. Siamo nel 1969, lโanno dellโallunaggio, ma per uno che ha bevuto il sangue di Khali, tenuto in mano il sacro Graal, sfidato lโArca dellโAlleanza e visto pure gli alieni, pare ovvio che lโevento che tiene tutti incollati agli schermi non desti alcun interesse.
Il Quadrante del Destino, in breve
Il film inizia nel 1945, dove un piรน giovane Indiana Jone รจ alle prese ancora con i nazisti e il tentativo di trafugare il Meccanismo di Antikythera, invenzione di Archimede, conosciuto anche come Quadrante del destino. In compagnia di un nuovo aiutante, Basil Shaw, Indy riesce come sempre a fregare i nazisti e riportare a casa il quadrante.
Passati negli anni ’60, Indiana Jones รจ un professore appena andato in pensione che incontra la figlia di Basil dopo molti anni, Helena, che coinvolge il pensionato alla caccia della parte mancante del meccanismo.
Nel frattempo il nazista che negli anni ’40 cercava di trafugare lโAntikythera, รจ sopravvissuto diventando un collaboratore nella Nasa ma resta un nazista in fondo al cuore. Anche lui si lancerร allโinseguimento del meccanismo di Archimede, e di conseguenza sulle tracce di Indiana Jones.
Da Spielberg a Mangold, passando per un giovane Indy
Raccogliere lโereditร di Spielberg รจ un fardello che in pochi sarebbero disposti a portare. James Mangold, si รจ assunto la responsabilitร un poโ citando lโillustre predecessore e un poโ mettendoci del suo. A parte qualche scena dโazione girata al buio, per coprire il deepfake su Ford, il regista americano se la cava piuttosto bene, dimostrando di essere una scelta azzeccata come successore di Spielberg.
Se con la regia di Mangold ce la siamo cavata, qualche remora in piรน cโรจ sulla sceneggiatura. E non poteva essere altrimenti dato che lo script di Indiana Jones e il Quadrante del Destino รจ passato tra la penna di cinque autori diversi, compreso lo stesso Mangold, subendo diverse riscritture. A volte, si ha la sensazione infatti che certe svolte di trama siano incastrate nello script a forza, un po’ come faceva Indiana Jones nellโUltima Crociata quando sfondava il pavimento di una biblioteca, โcopertoโ dal rumore di un timbro.
Come giร raccontato, lโincipit del film vede un Indiana Jones intorno ai 40 anni, fermare i nazisti a bordo di un treno. Harrison Ford in versione quarantโenne รจ ovviamente ricreato con la tecnica del deaging. Personalmente, lโeffetto che ne esce รจ altamente straniante. Il volto di Indy รจ del tutto innaturale e sfido chiunque a trovarlo credibile.
Come se non bastasse, a rendere il tutto ancora piรน bizzarro รจ lโidea del direttore del doppiaggio italiano. Lo storico doppiatore di Harrison Ford, Michele Gammino, che รจ stata la voce di Indiana Jones in tutti i film, eccetto Il Tempio Maledetto, (dove era doppiato da Gino La Monica) รจ quasi coetaneo dellโattore americano, quindi calza a pennello anche per Il Quadrante del Destino. Non si capisce bene per quale motivo, ma quando vediamo il professor Jones in versione quarantโenne, il doppiatore cambia, affidando la voce di Indy a Roberto Gammino, figlio di Michele, il che rende il tutto ancora piรน straniante.
ร un peccato, perchรฉ Mangold, nei primi venti minuti di film, ce la mette tutta per recuperare le atmosfere dei vecchi film, e in alcuni momenti ci riesce anche bene, peccato poi che arrivi il finto faccione di Ford a rovinare tutto.
Il tempo che passa
Al centro di Indiana Jones e il Quadrante del Destino cโรจ lโinesorabile scorrere del tempo. Lo stesso oggetto da recuperare, il quadrante. ha a che fare con il tempo ma in che modo lo scoprirete guardando il film.
Anche per Indy il tempo passa inesorabile, lasciando addosso scorie e ferite non rimarginabili. ร evidente come negli anni ’60, Indiana Jones si senta fuori posto, invecchiato non proprio nel migliore dei modi.
Lโinvecchiamento si riflette anche sui film, se nei primi tre capitoli le idee erano nuove e innovative, ora รจ tutto per forza di cose giร visto.
Certo, rivisto oggi Indiana Jones e lโUltima Crociata รจ ancora un indimenticabile capolavoro, mentre questo e il Regno del teschio di Cristalloย verranno probabilmente dimenticati in fretta.
Essere Indiana Jones a 82 anni
Harrison Ford si impegna tantissimo, anche perchรฉ a differenza di quanto fatto con Han Solo, si vede che รจ legato al suo iconico personaggio. Certo, essere Indiana Jones con tutto quello che ne consegue a 82 anni non รจ una passeggiata e a volte si legge la fatica sul volto, e nel fisico, dellโattore.
ร lโultima volta che indossa lโiconico costume da Indiana Jones, e ce la mette tutta per render la sua interpretazione indimenticabile.
Harrison Ford resterร per sempre legato al personaggio, e pensare a chiunque altro al suo posto รจ unโeresia, con buona pace di Tom Selleck, prima scelta di Spielberg e Lucas per il ruolo, che rifiutรฒ per dedicarsi a Magnum P.I.
Spalle, Villain e camei
Il resto del cast vede Phoebe Waller Bridge come Helena Shaw, figlioccia di Indy, che ha smarrito la strada, visto che รจ una ladra e trafficante di reliquie antiche. La Bridge รจ brava nel ruolo di spalla di Indy e a volte sembra volere rubare la scena al professore, accompagnata dalla nuova versione di Shorty, Teddy, interpretato da Ethann Isidore.
Il nazista di turno invece ha le fattezze di Mads Mikkelsen, anche lui ringiovanito male nei primi minuti di film. Il suo Jรผrgen Voller รจ il tipico nazista dei film di Indiana Jones, poco caratterizzato e spinto solo dalla voglia di compiacere il Fรผhrer (anche se poi cambierร idea) ma, del resto, giร il fatto di essere nazista basta a far capire il perchรฉ uno รจ cattivo.
Tra le guest star di Indiana Jones e il Quadrante del Destino ci sono Toby Jones, nel ruolo di Basil Shaw, amico di Indy e padre di Helena, il ritorno dal solo scopo nostalgico di John Ryes-Davies nel ruolo di Sallah, e lโancor piรน inutile cameo di Antonio Banderas che appare in scena come un altro vecchio amico di Indy e poi viene “sparato” dal cattivo in un lasso di tempo molto breve. Non si capisce il motivo di questo cameo, dato che รจ inutile ai fini della trama (Indiana Jones e soci potevano tranquillamente immergersi senza lโaiuto di Banderas), e dura anche poco.
Indiana Jones e la fine di un’era
Non vi sveliamo il finale, ma sicuramente quello che si vede sul grande schermo รจ abbastanza divisivo. Si va molto “oltre” e non tutti lo possono digerire. Cโรจ anche un tentativo di rievocare lโincontro di Indy con il cavaliere della tavola rotonda visto in Indiana Jones e Lโultima Crociata, ma manca di tutta quella solennitร del film di Spielberg.
La saga di Indiana Jones sembra quindi essere stancamente giunta al termine, vista anche la non incoraggiante risposta del pubblico.
Possiamo essere certi che siamo al passo dโaddio per Harrison Ford, che potrร finalmente appendere il cappello al chiodo e lasciare la frusta a qualcunโaltra.
Per citare proprio il professor Henry Jones Jr, per quello che sono stati i primi tre film, e per quello che sono i successivi due capitoli, viene da pensare che questa saga dovrebbe stare in un museo.