Da sabato scorso, 1 luglio 2023, รจ finita ufficialmente in Italia l’era dei modem 56K e delle connessioni internet dial-up, con TIM che dice definitivamente addio a questo servizio e ai suoi protocolli di trasmissione dati.
Era la magica internet degli albori, con i modem 56k che sfruttavano le normali linee telefoniche, il mitico “doppino di rame”, per inviare segnali e stabilire connessioni con i primi internet provider italiani.
Finisce dunque l’epoca nostalgica delle prime navigazioni su internet, le avventure nel web di chi, negli anni ’90, tendeva le orecchie all’ormai celebre e sfrigolante segnale che preannunciava (minuto piรน, minuto meno) l’avvenuto collegamento del PC a internet.
Erano i tempi di Windows 3.1 e Wundows NT prima e del successo di Windows 95 e Windows 98 poi, quando il web era qualcosa di pioneristico, quando i piรน smanettoni cominciavano a programmare in HTML utilizzando il Blocco Note, quando darsi appuntamento online per giocare a Warcraft o Ultima Online non era cosรฌ facile come si potrebbe pensare e quando scaricare l’ultimo driver per la propria scheda video Vodoo di 3dfx Interactive significava puntare la sveglia di notte per non farsi scoprire da mamma e papร con la prolunga del telefono che attraversava il soggiorno.
I modem 56k: l’indimenticabile preistoria di internet
Sembrano tempi lontani secoli, quando non si faceva caso alla velocitร e la pazienza era uno dei requisiti fondamentali soprattutto per coloro che vivevano in provincia, dove la qualitร delle infrastrutture telefoniche e le cabine di derivazione SIP/Telecom rendevano ancora piรน lente le trasmissioni di questi piccoli “muli di plastica” dai led perennemente lampeggiati marchiati US Robotics, 3com, Trust, Mediacom o Zyxel.
Sebbene inutilizzato da decenni, affiancato prima dalle linee ISDN permettevano di navigare ad una velocitร di 128kbps e poi dalle prime connessioni ADSL a 640kbps che comparvero intorno agli anni 2000, le connessioni con modem 56k sono sopravvissute fino ai giorni nostri, con l’ultimo “modem handshake sound” o “modem dial-up sound” udito forse da qualcuno sabato scorso, canto del cigno di un’epoca che consegnamo ormai agli annali con una punta, non tanto leggera, di tristezza informatica.