Dom 24 Novembre, 2024

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Oppenheimer, il biopic secondo Christopher Nolan

Oppenheimer è il dodicesimo film della carriera di Christopher Nolan, regista che ad inizio carriera è stato osannato dalla maggior parte degli appassionati di cinema, e che negli ultimi anni è diventato più che divisivo. Il suo ultimo film, però, sembra aver convinto proprio tutti, compresi gli spettatori del Barbenheimer.

La Storia di Oppenheimer

La “S” maiuscola di Storia non è un errore di battitura, ma sta a sottolineare che la trama del film, nel raccontare la vita di Robert J. Oppenheimer, rivela un momento cruciale della storia dell’umanità, ovvero il momento in cui abbiamo scoperto di avere la possibilità di autodistruggerci (o anche di come alcune potenze mondiali hanno imparato ad amare la bomba, per citare un altro film) e che dal momento delle esplosioni su Hiroshima e Nagasaki ha dato il via alla guerra fredda, che negli ultimi anni e tornata ad essere tristemente di moda. 

I dubbi morali di Oppenheimer sono gli stessi di gran parte dell’umanità, il piacere della scoperta di qualcosa di nuovo ed eccitante e allo stesso tempo dei pericoli che ne conseguono, che nel caso del fisico possono voler dire la fine dell’umanità. 

C’è un momento nella giovane vita di Oppenheimer, quando si trova ad avere a che fare con un insegante non troppo solidale, dove lo studente, dopo aver subito una punizione, decide di vendicarsi avvelenando la mela del professore. Colto dai rimorsi durante la notte, il giorno successivo Oppenheimer interviene prima che il professore possa addentare la mela avvelenata. Questo episodio, realmente accaduto, fa da preambolo a quello che accadrà poi con la costruzione della bomba.

Oppenheimer Cillian Murphy

 

Un film in tre atti

Christopher Nolan sceglie di raccontare la Storia del fisico Robert J. Oppenheimer dai suoi inizi, come studente, fino al tentativo di diffamazione, passando attraverso la costruzione della bomba atomica. Tre film in 1, proprio come dichiarato dallo stesso Nolan: “Il film inizia con una sorta di storia di origine eroica, se vuoi: un Young Oppenheimer, e poi, a metà del film, quando passa al progetto Los Alamos, diventa davvero un film di rapina. Si tratta di provare a mettere insieme una squadra e portare a termine un progetto impossibile. In termini di immagini, ho sempre pensato che quella parte fosse molto western. L’ultimo atto è un dramma giudiziario completo. Sono sempre stato affascinato dai drammi giudiziari, ho sempre voluto farne uno.” 

Oppenheimer è un film biografico, ma non il classico biopic, piuttosto un biopic in tutto e per tutto Nolaniano. Anche in Oppenheimer gli stilemi cari al regista della trilogia del Cavaliere Oscuro sono presenti: dalla gestione del tempo non lineare, all’utilizzo della colonna sonora, e degli effetti sonori costanti per tutto il film, all’utilizzo di effetti pratici a dispetto di quelli “virtuali”.

Non solo Oppenheimer 

Nolan nei suoi film è abituato a creare un nutrito numero di attori di rilievo, e con Oppenheimer arriva ad un livello mai visto prima. Si fa prima a dire quali attori di Hollywood mancano rispetto a quelli presenti. 

Il ruolo del protagonista è affidato a Cillian Murphy, il suo Oppenheimer è costantemente con gli occhi sgranati, ma riesce a non andare mai in overacting, trasmettendo allo spettatore tutta la gamma di emozioni provate dallo scienziato.

Chi forse gli ruba la scena è Robert Downey Jr, che interpreta Lewiss Strauss, quasi l’antagonista del film. L’ex Iron Man mette in scena la sua miglior interpretazione dai tempi di Charlot, dove venne candidato all’Oscar. Ci sbilanciamo nel dire che probabilmente riceverà la sua seconda nomination.

Emily Blunt interpreta la moglie Kitty, anche lei molto brava nel ritrarre un personaggio complicato che deve convivere con il genio e il suo successo, con tutto quello che ne consegue, amanti incluse. 

Florence Pugh è Jean Tatlock, primo amore di Oppenheimer, divorata dai propri demoni interiori, molto brava nel far emergere l’ambiguità del personaggio.

Il generale Leslie Gross è invece interpretato da Matt Damon, qui imbolsito e forse proprio per questo anche lui in stato di grazia.

Nel resto del cast troviamo appunto mezza Hollywood, da Jason Clarke, nei panni dell’avvocato accusatore dello scienziato, fino a Gary Oldman che interpreta il presidente degli Stati Uniti, Truman, passando per i vari Alden Ehrenreich, Matthew Modine, Jack Quaid, Josh Harnett, Kenneth Branagh e molti altri caratteristi. Menzione particolare per l’attore Tom Conti, interprete di Albert Einstein, che anche se ha poco minutaggio all’interno della pellicola risulta essere la chiave di lettura del film.

Oppenheimer film

Non si salva nessuno, nemmeno Oppenheimer 

Come già detto, Oppenheimer non è una biografia convenzionale. Nolan nel ritrarre la vita del fisico statunitense non ne dipinge un ritratto glorioso, dell’eroe americano da lodare e acclamare, ma piuttosto un uomo che vuole essere ricordato come il creatore dell’era atomica, ma che non vuole addossarsi le colpe di quello che è successo dopo. Ad un certo punto del film quello di Oppenheimer sembra essere un tentativo di lavarsi la coscienza agli occhi dell’opinione pubblica, più che un vero e proprio pentimento.  

Nemmeno gli altri personaggi del film, e della storia, vengono salvati da Nolan. Strauss è un politicante permaloso, che vuole vendicarsi di Oppenheimer per essere stato preso in giro, il generale Gross sembra non essere minimamente interessato alle conseguenze dello sgancio della bomba, la moglie Kitty è un’alcolizzata totalmente disinteressata ai propri figli, anche se dimostra di essere più determinata del marito, e gli altri scienziati collaboratori e amici di Oppeneheimer più volte gli voltano le spalle, salvo pochi casi. 

Forse il peggiore su tutti e il presidente Truman, che nonostante la resa della Germania nazista, decide comunque di sganciare le bombe sul Giappone, e che di fronte al pentimento di Oppenheimer liquida lo scienziato come un piagnucolone. 

Nolan dipinge una società americana negli anni ’40 più preoccupata del comunismo interno, del quale lo stesso Oppenhiemer ne frequentava gli ambienti, che delle conseguenze dello sgancio delle bombe.  

Siamo di fronte ad un capolavoro? 

Oppenheimer è un film di tre ore, fitto di dialoghi e accompagnato da una straordinaria colonna sonora, composta da Ludwing Gorasson, sempre presente nel film, ad eccezione di un singolo momento: lo sgancio della bomba durante il Trinity Test, un eccezionale momento di cinema. 

Il film scritto e diretto da Christopher Nolan è un dramma sul genio e sull’ego che ne deriva, che traccia in maniera brillante la non lineare vita del fisico teorico americano che cambiò per sempre la storia dell’umanità, portandola sull’orlo dell’autodistruzione. 

Alla prima visone, difficile dire se si tratta di un capolavoro, quello che è certo è che usciti dalla sala il film lascia una sensazione viscerale di pienezza. Nulla di quello che viene mostrato sembra superfluo e viene raccontato con un ritmo eccezionale che tiene incollati alla poltrona dall’inizio alla fine, merito del montaggio di Jennifer Lame, forse un po’ tropo frenetico nella parte iniziale.

Nolan decide di dividere il film in tre atti e di adottare due soluzioni cromatiche: il colore quando vediamo il punto di vista di Oppenheimer, il bianco e nero quando il punto di vista e di qualcun altro. Proprio il bianco e nero, grazie alla fotografia di Hoyte Van Hoytema, è una meraviglia visiva nel formato 70 mm.

Christopher Oppenheimer

La passione del regista e sceneggiatore per la scienza, già notata in film come Interstellar e The Prestige, dove aveva un ruolo importante lo scienziato Nikola Tesla, lo ha portato ha scrivere Oppenheimer completamente nella parte del protagonista, tanto da aver scritto la sceneggiatura in prima persona.

Il dodicesimo lungometraggio di Christopher Nolan sta riscuotendo un enorme successo al botteghino, fra i più alti raggiunti dal regista e il secondo incasso di sempre per un film biografico. Per un film di tre ore, non basato su fumetti ma con al centro uno scienziato realmente esistito, potrebbe rappresentare la rinascita per un certo tipo di cinema.

oppenheimer film Christopher Nolan
Il capolavoro di Christopher Nolan è un biopic di tre ore, non convenzionale e dove nessuno viene salvato dalla sceneggiatura.
Pro
Un film fitto di dialoghi dalla durata di tre ore che non stanca mai e tiene incollati alla poltrona
Un cast di stelle, tutte perfettamente in parte, con un Robert Dawney Jr. a mangiarsi la scena
Un comparto tecnico ad altissimo livello, partendo dal regista e sceneggiatore Christopher Nolan
Contro
L' inizio un po' troppo frenetico nel montaggio
9.4
Voto Finale

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