Aliens: 30th Anniversary raccoglie una miniserie del 1986 in cui si immaginava il futuro dell’universo degli xenomorfi
Nell’anno in cui l’universo degli xenomorfi più letali ed amati della fantascienza tornano sullo schermo con l’atteso Alien: Covenant, saldaPress, all’interno delle pubblicazioni ideate per accompagnarci verso l’uscita del film di Ridley Scott, decide di regalare un chicca agli appassionati con un tuffo nel passato, anno 1988! In quell’anno la Dark Horse decide di dare il via ad una serie di comics ambientati nella saga di Alien, e sceglie Mark Verheiden per scrivere la storia, mentre a Mark Nelson fu affidato il compito di realizzare i disegni. Questa miniserie viene ora presentata al pubblico con l’albo Aliens: 30th Anniversary. Ed è un meraviglioso tuffo nel passato.
Personalmente, non ho mai adorato Alien 3 (1992). La pellicola di Fincher rimane, a mio gusto, la peggiore della saga finora, non ho mai digerito la morte di Newt e Hicks; scoprire che in questo Alien: 30th Anniversary si fa un passo indietro rispetto ad Alien 3 è stata una sorpresa meravigliosa. Quello che la Dark Horse mise nella mani di Mark Verheiden era un universo racchiuso in due film, con una diversa impostazione (horror il primo e più action il secondo), lasciando all’autore una notevole autonomia su come sviluppare la storia; ad onor del vero, all’epoca le due pellicole non avevano precisato molto cosa attendersi nel futuro degli xenomorfi, quindi Verheiden ebbe una certa difficoltà nel dare spiegazione ad alcune delle cose mostrate sul grande schermo.
Il consiglio che mi sento di darvi è: leggete attentamente la prefazione, ma dopo la lettura dell’albo. Il vedere come trent’anni fa era stato ipotizzato il futuro della saga di Alien merita di esser scoperto leggendo il fumetto, senza spiegazioni preventive da parte dell’autore!
Protagonisti delle due parti in cui divide Aliens: 30th Anniversary (Epidemie e Fortunato) sono proprio Hicks e Newt. Nonostante l’eroina della saga sia Ripley, Verheiden non la fa mai comparire nella sua storia con solo qualche accenno nei dialoghi alla sua figura; l’attenzione è tutta su Hicks e Rebecca, con una particolare cura nel presentare la loro vita dopo le conseguenze della spiacevole avventura vissuta in Aliens (1986).
Hicks, segnato nello spirito e nel corpo (ricordate il getto di acido che lo sfigura in Aliens?), è ancora un marine coloniale, ma viene emarginato dai suoi commilitoni; alcuni credono che ci sia qualcosa di poco chiaro nel suo salvataggio dalla missione su Acheron, altri invece credono che il suo contatto con gli alieni sia un motivo sufficiente per evitarlo, portatore di chissà quale malattia. Il rientro da quella disastrosa operazione di salvataggio per Hicks è diventato un incubo, una tortura che presenta il conto all’anima del caporale, che si trova relegato ad incarichi di bassa importanza. Ma quando la sua precedente esperienza con gli xenomorfi diventa una risorsa, improvvisamente il passato torna a bussare alla sua porta con una possibilità che Hicks attende da tempo: la vendetta!
Anche per Rebecca, la piccola Newt, il ritorno sulla Terra non è stato piacevole. La ritroviamo in un ospedale psichiatrico, trattata come una malata mentale, vista come una visionaria per la sua ossessione per questa ‘illusoria’ forma di vita aliena. La prima parte di questo albo vede Newt particolarmente provata, con una perfetta costruzione della sua psicologia tormentata e fragile.
Verheiden aveva ricevuto dalla Dark Horse due punti fermi: mostrare Hicks e Newt e portare gli alieni sulla Terra. Se la prima consegna era facile, per la seconda l’autore si è decisamente superato, costruendo un espediente che si inserisce in un contesto sociale complesso: un culto degli alieni! Senza andare nel dettaglio e spoilerare il resto della trama, Verheiden ha saputo creare un mondo futuro in cui la presenza degli Alien diventa credibile, così come lo sono le diverse forze in gioco, richiamando alla perfezione la tematica della guerra aziendale tanto cara ad una certa branca della fantascienza.
In tutto questo, Mark Nelson si è trovato a dover dare corpo ad una storia notevolmente sfaccettata. Se avete letto le altre pubblicazioni finora uscite all’interno dell’Alien Universe di saldaPress (Defiance e Fire and Stone: Prometheus) sappiate che stilisticamente siamo su un altro standard. Nelson ha uno stile classico, non ha paura di liberarsi all’occorrenza della gabbia di una tavola per trasmettere un impatto emotivo al lettore che lo avvicini perfettamente alla storia raccontata in Aliens: 30th anniversary. La profondità delle ambientazioni ed i dettagli presenti sono un tocco di classe, come lo stupendo lavoro fatto per le ombre, incredibili nel bianco e nero di questa edizione.
Un volume celebrativo come questo Aliens: 30th anniversary meritava una presentazione in grande stile, e ancora una volta saldaPress ha colto in pieno questa esigenza; dalla cover ai contenuti extra, tutto il contenuto di questo albo è una chiara dimostrazione di affetto non solo per il mito degli xenomorfi, ma soprattutto per gli appassionati di Ripley, che la casa editrice rende più che felici in questo periodo. Per ogni appassionato del mito degli xenomorfi questo volume di saldaPress (200 pagine, 24,90€) rappresenta una pietra miliare, un affascinante what if… che ancora oggi, nonostante le successive pellicole che hanno approfondito l’universo di Alien, mostra una storia accattivante e che incarna molto bene lo spirito del mito degli xenomorfi.