Gio 19 Dicembre, 2024

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Orfani Sam 4: Cavalli e segugi – Recensioni

Orfani Sam con il quarto numero ribadisce il roccioso impianto narrativo della serie creata da Roberto Recchioni

Orfani รจ un gigantesco imbroglio, e lo dico con tutto l’affetto possibile per una delle serie Bonelli che maggiormente apprezzo. In questo caso, l’inganno รจ il mettere alla prova il lettore, vedere quanti livelli di lettura riesce a cogliere in ogni albo, o se piรน semplicemente si ferma al primo impatto. A costo di sembrare spocchioso, mi spingo al punto di dire che Orfani รจ come uno dei quei film dalla trama intricata e dall’animo personale del regista infuso su pellicola; non รจ il lettore che sceglie di legger Orfani, ma รจ la serie di Recchioni (e per Orfani Sam, anche di Michele Monteleone) che sceglie se aprirsi a chi sfoglia l’albo.

Sarebbe facile limitarsi alla semplice lettura della storia, magari restando delusi non cogliendo certe sfumature.

Orfani Sam : Cavalli e segugi รจ forse il migliore esempio di questa anima complessa. Leggendolo una prima volta si potrebbe pensare che Ringo sia un personaggio sbruffone e apparentemente divertente, ma scendendo piรน in profonditร  si percepisce un tormento interiore che mostra la reale natura del personaggio.

orfani sam cavalli segugi copertina
La copertina di Orfani Sam: Cavalli e segugi

Uno dei temi cruciali di Orfani come serie รจ la famiglia, la costruzione di un mondo di appartenenza che se non per sangue possa originarsi da un terreno comune, come le esperienze e le tragedie. Gli Orfani originali era legati dalla loro sofferenza nell’addestramento, Rosa e i suoi due compagni di viaggio erano legati al primo Ringo per un viaggio di speranza (e qualcuno per il sangue), ma uno come il nuovo Ringo, a chi puรฒ sentirsi legato?

L’apertura di Cavalli e segugi (e stavolta Hugh tranquillo, che non ci sono astronavi e c’รจ anche un cavallo!) รจ forse il momento in cui finalmente Ringo si apre, ammettendo le proprie debolezze, una in particolare: la solitudine forzata in cui รจ costretto. Pur essendo scientificamente e sinteticamente parte degli Orfani, avendone il DNA mescolato in modo da averne i poteri, Ringo รจ privo di quel terreno comune che lo renderebbe parte di questa famiglia allargata. Non ha mai sofferto, non ha versato il sangue per un proprio ideale. Non ha sacrificato nulla.

Le tavole in cui quasi con disperazione cerca di sentirsi parte di questo nucleo familiare, in cui figurano persino personaggi minori ma che hanno sofferto nelle scorse stagioni, รจ parte dell’inganno di cui accennavo prima, รจ il momento in cui le maschere scivolano e il sarcasmo di Ringo appare finalmente come la corazza che รจ realmente, la difesa contro il peggior nemico del pistolero: i propri dubbi interiori.

La difficoltร  che Ringo mostra in questo albo di Orfani, potrebbe essere riassunto in una delle dualitร  che da sempre accompagna questa serie: come distinguere realtร  dalla percezione, cosa รจ vero e cosa artificiale, cosa puรฒ essere definito umano e cosa sintetico. Se Ringo รจ in ancora in cerca di questa soluzione del dilemma chi la trova in Cavalli e segugi รจ Sam.

Vista per due stagioni come l’emblema del sintetico, dello schiavo costretto ad obbedire agli ordini della Juric, finalmente la Mocciosa mostra il suo rifiuto ad esser un semplice strumento, divenendo pienamente cosciente della propria volontร . E come? Ma ovvio, col sacrificio. Sam รจ disposta a tutto pur di salvare Perseo ed Andromeda, una volontร  ferrea che esula dalle costrizioni di una programmazione di stampo asimoviano (le sue direttive sembrano un riuscito mix tra l’interfaccia OCP di Robocop e i precetti delle Tre Leggi della Robotica), il tutto per rispondere ad una domanda di Perseo

โ€œO sei la nostra mamma o sei una macchina… scegli!โ€

E Sam decide, nel momento in cui deve essere pronta, agisce come una madre, pronta a tutto, a mentire al proprio figlio promettendo una sicurezza che nemmeno lei รจ certa di poter garantire, ma per cui darebbe la vita, perchรฉ:

โ€œCi rimetteremo in marcia. Insieme, come una famigliaโ€

Sam sceglie il sacrificio, e in questa sua decisione si trova il suo ingresso nella famiglia di Orfani, o meglio nel suo caso il ritorno a quella famiglia che si ritrova sotto l’Albero delle Pene, che li protegge, alimentandosi delle loro sofferenze. Tocco di classe รจ il non mostrare come Sam compie questo sacrificio, mostrando al lettore le conseguenze del gesto sul piano emotivo raccontandolo con l’empatia coi due giovani.

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Orfani: Sam spinge forte sul piano psicologico

Ma c’รจ una componente della vita umana che da sempre fa della distinzione realtร /percezione il suo scoglio: la religione. Nello scorso numero il culto della Madre Severa aveva creato una litania vicina a quella del Cristianesimo, ma nel nuovo numero di Orfani Sam questa visione fanatica del diacono Luca si scontra con il pragmatismo di Garland e rimette in gioco un personaggio che pensavamo perduto: Jsana Juric. I piani della Juric non sono andati come previsti, vi dico solo questo, e la presenza di un personaggio come Marta ‘La Pazza’ Hack (credo omaggio alla celebre astrofisica toscana) riapre un dibattito sulla valenza dell’anima. Il piano della Juric, se realizzato, si inserirebbe in un dei topoi piรน importanti della fantascienza, quella digitalizzazione della coscienza che unisce un intero ramo della letteratura sci-fi, da Gibson fino a Morgan.

Ma parlando di Orfani Sam, non puรฒ certo mancare l’azione, e la presenza di Ringo รจ la miccia ideale per scatenare una delle scene action piรน divertenti, esagerate e spericolate mai lette, con una dinamicitร  da blockbuster hollywoodiano.

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Orfani Sam, come sempre una gioia per gli occhi

Il merito รจ anche di un comparto di disegnatori (Werther dell’Edera, Luca Claretti, Luca Casalanguida) che sanno alternarsi in modo perfetto, distinguendo le diverse chiavi narrative ma mai privando la storia di un’organicitร  che rappresenta l’ossatura della storia, con l’opera di Giovanna Niro ai colori per la copertina e Stefania Aquaro che colora la storia, rendendo il tutto ancora piรน coeso, ma senza privare gli artisti della propria individualitร . La copertina di Carmine di Giandomenico รจ la solita gioia per gli occhi, una conferma che fa il paio con l’ennesimo ottimo lavoro di Marina Sanfelice al lettering.

Uno dei citati livelli di comprensione di Orfani Sam รจ la caccia alla citazione. Non รจ semplice fare un riferimento all’interno di una storia, bisogna cogliere il punto adatto e lasciarla cadere con apparente noncuranza, sfidando il lettore a coglierla.

Si puรฒ scegliere di citare una particolare impostazione grafica, come la tavola di apertura, un richiamo agli anni ’90 per impostazione, con la didascalia del dialogo tra Ringo e RR13 che ricorda vagamente i vaneggiamenti di Deadpool e le sue voci, per come sono inseriti nella tavola. Possono esser citazioni ad un film cult, come Star Wars, come nella battuta di RR13 sulle sue capacitร  linguistiche o nell’identificare l’avamposto pirata nel deserto

“Non troverai mai un covo di feccia e malvagitร  peggiore di questo posto”

Leggere Orfani puรฒ essere un’esperienza leggera e adrenalinica se ci limita al semplice appassionarsi alle sparatorie e alla dinamicitร  di Ringo, se invece ci si addentra nella narrazione cogliendo i vari riferimenti, siamo di fronte ad una serie ricca di interessanti spunti di riflessione.

Il prossimo numero di Orfani, Duello al sole, ci attende il 16 agosto.

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