All’interno di Philip K. Dick’s Electric Dreams possiamo trovare alcuni dei punti fermi della narrativa di Dick, ma la loro presenza รจ legata ad un difficile equilibrio di intenti che si nasconde dietro la produzione di questa serie TV. The commuter, episodio particolarmente suggestivo, รจ emblematico dello spirito di questo esperimento, ancora piรน di titoli come The hood maker o Real life.
Gestire la complessa dialettica di Dick รจ una sfida piรน volte tentata in passato, ma a spingere Channel 4 nel tentare รจ stata, in primis, la necessitร di creare un degno sostituto di Black Mirror, migrato in passato su Netflix. Complice l’ottimo riscontro avuto da The man in the high castle, l’emittente britannica ha voluto lanciarsi in questa difficile operazione. La problematica essenziale รจ stata il saper gestire al meglio lo stile di Dick, capace di ribaltare in una frazione di secondo tutto il contesto ambientale ed emotivo dei propri personaggi, dando spesso a dei finali aperti. Sono proprio questi ultimi ad essere una delle caratteristiche dello scrittore americano a rendere complesso l’adattamento, dato che lo spettatore medio cerca un finale ben strutturato e chiarificatore.
The Commuter รจ l’episodio piรน emozionante di Philip K. Dick’s Electric Dreams
Per comprendere al meglio sia Dick che The commuter, credo sia essenziale quanto dice Jack Thorne nella sua introduzione al racconto Il Pendolare in Electric Dreams di Fanucci parlando dell’autore e dei suoi personaggi:
“Nessuno dei suoi personaggi รจ un supereroe in attesa, piuttosto si tratta di persone qualsiasi alle quali รจ stata data la possibilitร di guardare attraverso una finestra e rispondono di conseguenza”
Nel racconto originale, le situazioni di mutamento della vita del protagonista sono opposte a quanto vediamo nella serie TV, dando una diversa interpretazione anche della storia. Se nel racconto abbiamo un uomo che subisce un cambiamento della propria vita a causa dell’impatto dei mutamenti ambientali del suo mondo (tema carissimo a Dick), in Philip K. Dick’s Electric Dreams la linea portante dell’episodio diventa la capacitร dell’individuo di rimanere legato alla propria vita, anche se presenta dei pesi enormi nella quotidianitร , pur di godersi dei piccoli attimi di felicitร reale, preferendoli ad una gioia artificiale. Cinicamente, si potrebbe considerarla anche come una paura di esser felici, ma il finale dell’episodio, curiosamente, elimina questo dualismo che solitamente permea gli scritti di Dick.
Contrariamente ad altri racconti che hanno ispirato la serie TV di Amazon Primevideo, e andando anche in direzione contraria a gran parte della produzione di Dick, Il pendolare non รจ ambientato in un lontano futuro, bensรฌ in un presente reale, palpabile.
Ed Jacobson รจ un addetto dell’azienda di trasporto, incarico monotono che si sposa mirabilmente con una vita priva di soddisfazioni, che aggiunge un matrimonio stanco e aggravato dalle complicate condizioni mentali di un figlio adolescente, spesso preda di scatti d’ira. La vita di Ed scorre tra tentativi di creare un rapporto con il figlio, in un tentativo di creare una parvenza di normalitร .
La continua ostinazione di Ed di mostrare sorrisi di circostanza per occultare la sua insoddisfazione sono uno dei punti cardine dell’interpretazione di un sontuoso Timothy Spall (il Peter Minus della saga di Harry Potter), capace di creare un legame empatico con lo spettatore che si basa su comprensione e compassione. Diventa quindi comprensibile la sua voglia di scoprire cosa si cela dietro il misterioso borgo di Macon Heights, nominato da una pendolare, e di cui non risulta alcuna traccia nei suoi tracciati della linea ferroviaria. Dopo l’ennesimo momento di dura realtร famigliare, Ed decide di indagare e scoprire cosa si cela dietro questo luogo misterioso.
Se nel racconto la narrazione si ferma al ritorno di Ed da Macon Heights, mostrando il cambiamento del suo mondo, in Philip K. Dick’s Electric Dreams andiamo oltre, con la scelta di Ed di quale realtร vivere. ร come se Thorne avesse deciso di concedere ad Ed la possibilitร di scegliere, una prerogativa che veniva omessa nell’opera originale. Dick ha usato diverse volte il tema della realtร parallela per mostrare la realtร sotto diversi punti di vista, ma l’utilizzo fatto in The commuter รจ intrigante, appassionato. In un passaggio, ci viene ricordato come “sognare non รจ lo stesso di desiderare che sia vero“, una disperata dichiarazione di personalitร di Ed, che preferisce la propria complicata, spaventosa realtร in confronto ad una finta serenitร , sentendo la mancanza dei momenti con il figlio Sam. La scelta di invertire i due mondi presenti nel racconto e rendere la genitorialitร estremamente difficile per Ed รจ vincente, acuisce il profondo tessuto emotivo di questo episodio.
La regia di Tom Harper riesce a valorizzare al meglio il lavoro di Thorne. Mostrare gli stessi attimi di quotidianitร di Ed nei due diversi universi รจ perfettamente riuscito, non solo per merito di una recitazione superlativa di Spall, ma anche per la cura con cui l’occhio della telecamera indugia sui dettagli rivelatori. Non manca una costruzione suggestiva nel momento della comprensione di Ed, in cui il suo confrontarsi con Linda (Tuppence Middleton, struggente nel finale) sembra farsi forte di un’impostazione vicina a Interstellar per rendere l’idea degli infiniti universi.
L’intendo di Dick รจ sempre stato quello di fare una critica ragionata alla societร e all’individuo, con quei finali aperti complessi e interpretabili di cui parlavamo prima. The commuter sceglie di offrire una diversa morale, un invito a soffrire se necessario nelle nostre difficoltร quotidiane, a sognare e sperare in un cambiamento in meglio, ma a saper affrontare questa sfida giornaliera che chiamiamo vita con la forza che ci proviene dai momenti di serenitร che rendono la nostra esistenza degna di esser vissuta. Una morale che รจ racchiusa nel primo sorriso di Ed che rispecchia la felicitร nel suo sguardo nell’abbracciare Sam sul finale, segno di una maggior comprensione del proprio mondo. Questo finale risulta esser il migliore finora perchรฉ si discosta dalla stile dickiano, preferendo confortare lo spettatore con un happy ending in cui ci si possa consolare e riconoscere.
Philip K. Dick’s Electric Dreams con The Commuter tocca forse il suo apice emotivo, a costo di un tradimento della struttura di Dick. Sarebbe stato interessante un approfondimento maggiore della figura di Linda, accennata e piรน simile ad un deus ex machina che non ad un essenziale elemento narrativo. Nonostante questi due aspetti non troppo convincenti, a mio avviso, The commuter rimane il miglior episodio finora visto di Philip K. Dick’s Electric Dreams.