Un delitto si è compiuto questa sera e il colpevole è fra di noi: tutti abbiamo un movente ed è arrivato il momento di capire qual è il nostro Alibi, per scoprire insieme, attraverso questa recensione (senza spoiler), chi è stato e puntare letteralmente il dito contro la persona corretta!
Gioco da tavolo o cena con delitto? Scopriamolo nella recensione completa di Alibi
Alibi è un gioco da tavolo investigativo ispirato alle cene con delitto, per almeno 5 giocatori dai 14 anni in su (c’è anche una variante per 4 ma non ve la consigliamo), ideato da Antonello Lotronto ed edito da DV Games (Sleeping Gods, Lupus in Tabula, Bonsai).
Cinque giocatori interpretano i principali sospetti di un omicidio misterioso, gli eventuali altri seduti al tavolo formano una piccola squadra di detective, che eleggerà un Capo Detective che porrà le domande indicate sulla carta round e punterà il dito ufficialmente il dito contro qualcuno nella fase finale.
L’obiettivo di tutti è quello di individuare il colpevole, provando a ricostruire la vicenda mentre ci si interroga a vicenda sull’accaduto.
Tuffiamoci ora a pieni polmoni nella sfida.
- Sediamoci, apriamo il vaso di Pandora (o meglio la scatola) e iniziamo a giocare
- Una volta scovato il colpevole è tempo di tirare le conclusioni alla nostra recensione di Alibi
Sediamoci, apriamo il vaso di Pandora (o meglio la scatola) e iniziamo a giocare
All’interno della scatola di Alibi troviamo tre casi one shot della durata di circa 60-70 minuti ciascuno: Delitto in Crociera, Sangue sul Tartan e Crimine in Salsa Rosa.
Ogni caso è formato da 63 carte, assolutamente non da mescolare e non necessariamente da proteggere con le apposite bustine protettive (trattandosi di casi giocabili una sola volta) suddivise esattamente in quest’ordine:
- 3 Carte Introduzione;
- 5 mazzetti Sospettato da 8 carte ciascuno;
- 1 mazzetto Detective da 7 carte (da eliminare dal gioco se non si gioca in 6 o più);
- 1 mazzetto Indizi da 11 carte;
- 2 Carte Soluzione.
Si comincia. Innanzitutto un giocatore legge ad alta voce le Carte Introduzione, tutti scelgono quale personaggio interpretare e leggono in segreto la prima carta del proprio mazzo Sospettato, che rappresenta il suo background e le relazioni con i morti.
Il gioco ora si svolge in 5 round in cui si seguono esattamente questi passi:
- ogni giocatore legge in segreto la carta del mazzetto sospettato relativa al round in corso. Ciascuna carta contiene 2 o più dichiarazioni obbligatorie da fare durante il round (nel momento che ci sembra più adatto) ed un segreto che non è obbligatorio raccontare a meno che non ci venga espressamente rivolta una domanda sull’argomento da parte di un Sospettato o dai Detective;
- il giocatore che ha una stella sulla carta deve leggere la sua prima dichiarazione per il round;
- inizia la discussione che segue il flusso che meglio crediamo ma solitamente le dichiarazioni di un Sospettato ne chiamano indirettamente in causa un altro che potrà quindi inserirsi con un flusso logico nella discussione;
- quando un giocatore ha fatto tutte le dichiarazioni obbligatorie deve immediatamente posare sul tavolo (coperta) la carta del round in corso, a prescindere che abbia già rivelato o meno;
- quando tutti hanno appoggiato la propria carta sul tavolo il round termina immediatamente e di deve passare senza indugio a quello successivo.
Qualora qualcuno ci ponga una domanda a cui non sappiamo rispondere è lecito sia ammettere che non conosciamo la risposta che rispondere in maniera creativa usando e/o ripetendo informazioni (anche dei turni precedenti) in linea con il nostro personaggio. Per esempio se il vostro personaggio fosse un generale dell’esercito romano che odia gli schiavi e la domanda vi è posta da un’ex schiavo liberato potreste rispondere bruscamente che non sono affari suoi! (Tranquilli, il personaggio me lo sono inventato io, non è uno spoiler).
Una volta concluso il quinto round tutti i giocatori leggono la propria Carta Rivelazione e scoprono se sono o meno i colpevoli (già, finora non sapevano ufficialmente di esserlo, anche se potevano sospettarlo!), ogni sospettato ha quindi un minuto circa per esporre la sua versione dei fatti e cercare di indurre gli altri a non accusarlo ed infine un giocatore esclama ad alta voce “3, 2, 1… Votate!” e ciascun giocatore (incluso l’eventuale capo detective) puntano il dito contro il colpevole. Il voto dei Detective vale doppio.
L’assassino svela ora la sua carta, dopodiché prende e legge la soluzione ad alta voce. Se l’assassino non è il più votato vince lui, insieme ai giocatori che lo hanno accusato, altrimenti vincono tutti i giocatori che hanno accusato l’assassino corretto.
Una volta scovato il colpevole è tempo di tirare le conclusioni alla nostra recensione di Alibi
È arrivato il momento di chiudere la nostra recensione di Alibi.
Personalmente non sono per molto fan dei giochi investigativi, li ritengo spesso ridondanti e molto simili fra loro quindi il mio approccio al genere è sempre molto cauto e difficilmente mi colpiscono positivamente. Ma Alibi è diverso, non certo per i materiali o le meccaniche di base che sono abbastanza classiche quanto per l’idea di aggiungere i ruoli nascosti. Un’idea semplice ma quasi geniale che “costringe” tutti a partecipare.
Per la prima volta mi sono trovato a giocare ad un investigativo in cui se si è in 6 o 7 al tavolo si riesce davvero a giocare tutti assieme. Non esiste e non può esistere il ruolo dell’alfa player che guida le scelte degli altri, quindi nessuno al tavolo si trova relegato nel ruolo di mero osservatore e non può quindi annoiarsi. E direi che per un titolo del genere questo è un grandissimo risultato, visto che, fino ad oggi, quando mi proponevano un investigativo domandavo sempre “in quanti siamo?” e se la risposta comprendeva la possibilità di un numero superiore a 3 declinavo sempre l’offerta. Qui siamo all’opposto, la risposta deve essere necessariamente “da 5 in su” perché il divertimento sta proprio lì!
L’unica pecca che ho trovato nel gioco sta nel fatto che, nonostante tutto, qualcuno potrebbe cercare appositamente di non rendere le proprie dichiarazioni “fino all’ultimo secondo” per cercare allungare in maniera, a mio avviso innaturale, i round in modo che si pongano un numero maggiore di domande a tutti o addirittura per provare a vincere da solo insieme all’assassino. In realtà la cosa non ha senso, in quanto spesso non ci sono sufficienti informazioni sulle carte per rispondere alle domande e non possiamo certo inventarci fatti non suggeriti dalle dichiarazioni dei turni già svolti.
L’ascolto degli altri ricopre comunque un ruolo fondamentale perché dalle loro dichiarazioni potrebbero arrivare dei suggerimenti che ci permettono di indagare meglio determinati argomenti, capire prima chi è il colpevole e metterlo sotto torchio per far scoprire a tutti i suoi segreti.
In conclusione Alibi è stato davvero una grande sorpresa. Un gioco investigativo innovativo, che con poche semplici regole riesce a coinvolgere davvero tutti, veterani e neofiti, al tavolo rinfrescando notevolmente un genere che stava rischiando di diventare monotono e, a mio avviso un po’ di nicchia. E perché no, potrebbe essere anche una buona scelta per Natale!