La serie TV di Alien che FX sta sviluppando con Noah Hawley (Fargo, Legion), come previsto, non avrà una trama incentrata su Ellen Ripley. Hawley sembra essere invece interessato a raccontare una storia di guerra tra classi sociali, in cui gli xenomorfi riescono questa volta a raggiungere la ricca élite e i dirigenti d’azienda che sono soliti inviare membri della classe operaia (ingegneri, coloni, militari e donne, prigionieri, ecc.) incontro al loro, spesso letale, destino.
Lo sappiamo grazie alle parole rilasciate da Noah Hawley a Vanity Fair, riguardo al suo approccio alla serie TV di Alien e alla sua premessa della storia.
“Non è una storia di Ripley. Lei è uno dei più grandi personaggi di tutti i tempi, e penso che la storia sia stata raccontata perfettamente e non voglio scherzarci sopra. È una storia che è ambientata anche sulla Terra”, ha spiegato Hawley.
La trama raccontata nella serie TV di Alien
I film di Alien sono quasi sempre stati limitati al contenimento di epidemie di xenomorfi in località remote. In un mondo post-pandemia, però, Hawley è più interessato ad esplorare cosa succede nei casi di epidemia incontrollata.
“Le storie aliene sono sempre intrappolate… Intrappolate in una prigione, intrappolate in un’astronave”, ha spiegato il regista. “Ho pensato che sarebbe stato interessante uscirne un po’, in modo che la posta in gioco di ‘Cosa succede se non riesci a contenerlo?’ sia più immediata”.
Naturalmente, la maggior parte del lavoro televisivo di Hawley ha affrontato il tema degli oppressi che si sollevano contro l’oppressore di turno e, spesso, in modo violento. La sua serie TV Alien pare che non sarà quindi diversa.
“In un certo senso è anche una storia sulla disuguaglianza. Sapete, una delle cose che amo del primo film è come sia un film degli anni ’70, e come sia concretamente un mondo di camionisti spaziali”.
Il regista ha quindi spiegato che nella serie vedremo “anche le persone che li stanno ingaggiando.”
“Vedrai cosa succede quando la disuguaglianza con cui stiamo lottando ora non viene risolta. Se noi come società non possiamo capire come sostenerci l’un l’altro e diffondere la ricchezza, poi cosa ci accadrà?” ha continuato Hawley. “C’è quella grande frase che Sigourney Weaver dice a Paul Reiser: Io non so proprio quale specie sia peggiore. Loro non li vedi fregarsi l’uno con l’altro per una sporca percentuale!'”