Ci troviamo oggi a recensire un titolo che prende a piene mani dall’universo di H.P. Lovecraft, catapultandoci nei ruggenti anni ’20 americani. Gli ingredienti per un titolo evocativo ci sono tutti, e sono presi dall’immaginario collettivo che riguarda la serie di Cthulhu (i libri, il gioco di ruolo e la fortunata serie di giochi da tavolo ad essa dedicata): investigatori, cultisti, un omicidio sul quale far luce e… un sacco di eventi che metteranno a dura prova la sanità mentale dei nostri personaggi! Stiamo parlando di Arkham Horror: Mother’s Embrace, videogioco della Asmodee Digital, realizzato in collaborazione con Fantasy Flight Games, e basato sul franchise del pluripremiato gioco da tavolo omonimo.
Scopriamo Arkham Horror: Mother’s Embrace, il nuovo videogioco della Asmodee Digital basato sull’omonimo gioco da tavolo
Arkham Horror: Mother’s Embrace è uscito il 23 marzo ed è disponibile per PC Windows 10 (via Steam), PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Sviluppato da Artefacts Studio e con una storia totalmente originale, il gioco immerge i giocatori nell’avvincente mondo pulp dell’America degli anni ’20 per combattere gli orrori soprannaturali e psicologici invisibili dei Miti di Cthulhu. Ma entriamo subito nel vivo del videogioco partendo dalla trama:
In Arkham Horror: Mother’s Embrace, una professoressa di astronomia viene trovata morta nella sua villa, apparentemente vittima di un atroce omicidio. I giocatori devono scegliere tra i protagonisti più iconici dell’universo di Arkham Horror, ciascuno con un set di abilità unico, e mettere insieme un team di investigatori per scoprire i segreti dietro questa misteriosa morte, salvaguardando, al contempo, la propria sanità mentale.
Iniziamo a giocare
All’inizio il menù di gioco ci permette di scegliere tra sette personaggi (tratti dalla serie omonima di giochi da tavolo) quale sarà il nostro investigatore iniziale. In una pletora di artisti di varia natura e di altri personaggi che incarnano un archetipo ben preciso (il musicista squattrinato, la cuoca devota, la scienziata razionale), ogni investigatore ha una propria scheda personaggio che definisce i punti di forza, la propria area di investigazione nella quale eccelle, i traumi sopiti nella sua mente, e una propria abilità speciale che potrà essere sfruttata nel corso delle investigazioni.
La storia si svilupperà davanti a noi partendo da un momento ben preciso: la professoressa Wilhelmina Tillinghast, astronoma alla Miskatonic Univeristy ci ha invitato a casa sua per un consulto, ma non risponde alla porta. Ritroveremo il suo cadavere in mezzo ad una serie di glifi magici tracciati col suo stesso sangue e l’investigazione ci porterà a scoprire più di quello che non avremmo mai immaginato. Un elemento senza dubbio interessante è che la cara astronoma, sebbene non sia più tra noi, sarà una voce narrante continua nel corso del gioco e aggiungerà il suo punto di vista sugli eventi e sui personaggi che incontreremo.
La nostra partita inizia quindi con un gruppo di personaggi, investigatori alle prese con misteri che forse sarebbe meglio lasciare sopiti. Abbiamo parlato di gruppo, ma attenzione: la scelta dei personaggi non si effettua solo all’inizio della partita ma anche all’inizio di ciascun capitolo. Nel corso del gioco, infatti, avremo da svolgere delle investigazioni dettagliate sull’omicidio che si suddivideranno in vari Capitoli di gioco. Per far questo, muoveremo il nostro personaggio principale: all’inizio uno solo, ma presto altri investigatori si aggiungeranno al nostro gruppo.
L’avventura parte così con un un caso di omicidio e si svilupperà verso gli orrori e la follia dei vari scenari del videogioco, come New Orleans, il manicomio di Arkam, una fetida palude e molti altri ancora. Forse sarebbe meglio restare fuori da questi misteri… ma noi non ci siamo tirati indietro!
Un gioco investigativo… ma non solo!
L’investigazione, in pieno stile Cthulhu, è una parte preponderante del gioco. Non preoccupatevi, però, non dovrete mettervi le mani nei capelli con enigmi, funzioni o indovinelli eccessivamente complicati. In Arkham Horror: Mother’s Embrace tutti gli oggetti e le persone con cui possiamo interagire sono contraddistinte da un prisma bianco, selezionandolo potremo scoprire informazioni e raccogliere indizi che ci permetteranno di poter continuare nella nostra avventura, scoprendo nuovi luoghi e oggetti. Uno degli elementi che rende davvero piacevole la parte investigativa è il fatto che i più attenti noteranno molti dettagli e citazioni legati alla letteratura dell’orrore (Il Re in giallo, coff coff) e alle opere di Lovecraft.
Non solo indagini, ma anche azione! Durante il gioco, infatti, dovremo scontrarci con gli immancabili cultisti (incontreremo qualcosa di peggio? Non vogliamo fare spoiler!) e a questo punto potremo decidere come i nostri investigatori affrontano il combattimento. Ognuno dei nostri eroi ha un certo numero di Punti Azione, che possiamo utilizzare per muoverci e per far compiere azioni offensive o utilizzare un oggetto. Le caratteristiche dell’investigatore ci consentiranno di optare per un combattimento con armi bianche come coltelli o spranghe di ferro, l’uso di pistole o fucili per il combattimento a distanza o i cari vecchi tomi di incantesimo per curare gli alleati o ferire i nemici; nel caso in cui le munizioni siano finite o le armi siano troppo usurate, potrete sempre fare affidamento sui vostri cari vecchi pugni. Insomma, unendo saggiamente tattica e le caratteristiche dei vostri investigatori non dovreste avere problemi!
Nel mondo degli orrori lovecraftiani
È molto interessante come è stato reso il fattore follia in questo gioco: sulla parte destra dello schermo avremo sempre visibile un Orologio dei miti, che riempirà le proprie sezioni se effettueremo operazioni errate (meglio tirare con forza per aprire quell’armadio ammuffito o analizzare e scuotere pian piano per sbloccare il meccanismo bloccato al suo interno?). Al completamento di un giro di orologio, i Grandi Antichi si interesseranno agli investigatori e porteranno un malus randomico allo scenario; pallottole scomparse, una maggiore influenza dei traumi mentali, test di sanità mentale da svolgere subito… i Grandi Antichi sapranno certamente come rendere più speziato il nostro gioco!
Assieme all’orologio, un altro problema che dovremo gestire nel corso delle investigazioni sono i Test di Sanità Mentale a cui dovranno sottoporsi i nostri investigatori ogniqualvolta troveranno un elemento straniante nel corso delle indagini: libri proibiti, tracce di sangue rappreso, invocazioni ormai dimenticate… ogni volta che interagiremo con l’ambiente circostante, avremo sempre paura che la salute mentale dei nostri investigatori crolli, risvegliando i traumi sopiti nella loro mente, e fornendo un malus permanente alle loro facoltà, curabile solo se li lasceremo “riposare” un capitolo.
Se da un lato l’ambientazione lovecraftiana è resa davvero molto bene, e siamo stati rapiti dalla caratterizzazione dei personaggi (il gioco è doppiato in inglese ma è localizzato con sottotitoli e descrizioni in italiano), dobbiamo sottolineare qualche lato dolente: il primo, che ci ha lasciato a bocca asciutta, è rappresentato dalla rigiocabilità del titolo. Il mistero è ben strutturato lungo i suoi capitoli, ma segue una traccia predefinita: una volta terminato non consente di riapprezzarlo al meglio, se non per andare ancora più a fondo nelle indagini. Abbiamo toccato ogni possibile oggetto, e comunque siamo stati in grado di completare il gioco in due giorni.
Un’altra questione riguarda la grafica, che risulta essere un po’ vecchio stile. Questa è una nota sulla quale si può certamente soprassedere se si preferisce la “sostanza” del gioco. Per chi cerca una bella avventura lovecraftiana, come scrivevamo sopra, i dialoghi, le musiche e tutto il comparto del videogioco vi farà immergere in quelle atmosfere da incubo che conosciamo molto bene, assieme ad una storia che è davvero ben scritta e con interessanti colpi di scena!
In conclusione, Arkham Horror: Mother’s Embrace è un gioco che abbiamo divorato, forse sotto l’influenza dei Grandi Antichi che non ci hanno permesso di staccare gli occhi dallo schermo! La console Switch, sulla quale abbiamo testato il prodotto, si presta molto bene a questa modalità di “binge gaming”, che ci ha permesso di arrivare alla fine in pochi giorni. Si respira completamente l’atmosfera dei giochi da tavolo di questa stessa serie e, proprio per questo, alla fine, resta come un languorino che ci fa dire “ancora!” una volta terminato, come se non ci fosse bastata la nostra piccola dose di orrore. Lo consigliamo calorosamente a tutti coloro che amano l’universo di Lovecraft o vogliono lanciarsi in una indagine che, siamo sicuri, non vi lascerà come eravate prima.