Quando ti propongono che unisce i robottoni da battaglia e le gare futuristiche violente, sai che stai per affrontare un momento difficile. Da un lato hai quell’anima da figlio degli anni ’80, cresciuto a Gundam e Transformers, dall’altro la passione per i giochi di corse venturi scaturita dalla prime frenetiche partite a Wipe Out e POD. Avviando Break Arts II mi sono sentito a casa, fin da subito.
Siamo onesti, tutti apprezzano un robot gigante ben costruito, come dimostra l’ansia con cui in molti stiamo aspettando Pacific Rim 2. La parte piรน divertente di Break Arts II, lo dico subito, รจ nella progettazione del nostro mech da gara. Avete capito bene, saremo noi a poterci creare il nostro mech da gara.
Break Arts II unisce la passione per i mech alla voglia di velocitร
La funzione di assemblaggio รจ uno degli elementi meglio curati di Break Arts II. Avremo, infatti, la possibilitร di personalizzare ogni aspetto del nostro robot, variando sulle diverse componenti, tenendo sempre sotto controllo alcuni parametri, come alimentazione e data load, che devono rispettare alcune specifiche fisse per il funzionamento del nostro mech. Tutto il resto, ed intendo davvero tutto, รจ personalizzabile, compreso le armi che il nostro gigante di metallo potrร usare in gara.
Finito il lavoro da meccanico, รจ tempo di divenire piloti provetti. E qui c’รจ il primo scoglio di Break Arts II. Il primo capitolo del gioco era stato concepito per il mercato mobile, e i ragazzi giapponesi del MercuryStudio non ha voluto fare quel passaggio di livello con questo nuovo ambiente.
Se su smartphone poteva esser comprensibile che il nostro mech accelerasse in automatico e noi ci limitassimo a sterzare e sparare, su un prodotto che arriva su Steam questo รจ un limite non da poco. La dinamicitร di Break Arts II potrebbe offrire un minimo sostegno a questa pecca, visto che saremo impegnati a pilotare il nostro mech, che specie ad alte velocitร ci terrร molto impegnati, ma sorgono altri problemi.
In gara potremo anche dar fastidio ai nostri avversari, sparando loro con armi che sono sostanzialmente degli homing missiles e delle armi ad area, ma il loro apporto non รจ incredibilmente tattico, solo una lieve rottura scatola, anche quando i bersagli siamo noi.
Il vero punto debole di Break Arts II, ironicamente, รจ dovuto alla mancanza di una community, che รจ impensabile per un gioco che ha come sua essenza proprio la competizione online. Nei giorni di prova che abbiamo avuto (il titolo รจ uscito il 9 febbraio) ho faticato non poco nel trovare delle partite online, e anche le rare volte che ho avuto questa fortuna ho scoperto un difetto gigantesco: i mech avversari non si vedono.
In un gioco in cui la creazione di mech e la loro personalizzazione sono il vanto, MercuryStudio ha pensato di alleggerire il gioco facendoci visualizzare i nemici come dei semplici prismi che fluttuano sulla pista. Ed รจ un vero peccato, perchรฉ la spettacolaritร dei colori rende difficile il percepire la presenza degli avversari, senza contare che viene meno tutto il fascino di vedere dei robot in gare, all’interno di un gioco di corse di robot.
La sensazione dopo diverse partite รจ che Break Arts II sia, piรน che altro, un’officina di creazione di mech, che, quasi come extra, offra la possibilitร anche di correre in pista. Cattiva promozione del titolo? Piรน semplicemente una pessima conversione dal mobile al mondo del gaming domestico, con delle potenzialitร immense per nulla sfruttate. Senza contare che l’assenza di una community solida porta i giocatori a gareggiare contro un IA abbastanza primitiva, mai impegnativa.
Se cercate un gioco che scateni la vostra vena di mech creatore, Break Arts II รจ sicuramente un ottimo titolo, se invece cercate una frenetica esperienza di guida futuristica, meglio rivolgersi a titoli come RedOut!