Mar 5 Novembre, 2024

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Capitan America 17: Ciò che deve essere fatto – Recensione

Capitan America continua la sua corsa vero Secret Empire, ma occhi puntati sulla run dedicata a Sam Wilson

Questo mese Capitan America, il fumetto edito da Panini Comics che raccoglie i due archi narrativi dedicati a Steve Rogers e il Cap di Sam Wilson, inizia la sua doppia presenza in edicola, esattamente come accaduto per un altro supereroe di casa Marvel, Daredevil.

Pare che in Panini abbiano intenzione di far fare gli straordinari ad altri supereroi, ma questo sforzo richiesto alla testata di Capitan America ha una ragione ben precisa: prepararci al meglio all’arrivo di Secret Empire.

Il maxi evento che in autunno potrebbe rivoluzionare il panorama Marvel, infatti, si sta lentamente sviluppando, grazie alla trama scritta da Spencer.

Se nel precedente numero, Corte Marziale, abbiamo iniziato a vedere come le basi per questo sconvolgimento siano stato gettate molto tempo fa, con Ciò che deve esser fatto la situazione pare prendere lo slancio.

capitan america 17 copertina

La corte marziale a Maria Hill, direttrice dello S.H.I.E.L.D., ha portato alla destituzione della donna, la quale però non pare essere intenzionata a lasciar passare la cosa senza lottare, trovando il modo di fuggire con i piani dello scudo spaziale e chiedendo riparo a Capitan Marvel, nella sua base di Alpha Flight.

La manipolazione ordita da Cap per far in modo che sia Sharon Carter a sostituirla continua, anche se a far resistenza è la stessa Carter, che vedrebbe bene un altro nome al vertice dell’organizzazione: Steve Rogers.

Sapendo quello che si nasconde realmente sotto lo scuro di Rogers, questa ipotesi rappresenta una bella botta.

All’interno di questo albo, veder Steve disegnarsi l’idra sul petto prima di parlare con il Teschio Rosso è una sensazione strana, ma non forzata. Spencer ha deciso di mettersi in gioco riscrivendo il simbolo stesso dello spirito americano nei comics, scegliendo di sfruttare ogni strumento a sua disposizione (non ultimo, il cubo cosmico) per dare credibilità a questa sua storyline.

Nella sua storia editoriale, specialmente come membro dello S.H.I.E.L.D., Capitan America ha spesso dovuto muoversi nel mondo dello spionaggio e questo suo ruolo da doppiogiochista, per quanto sorprendente visto ciò che lui stesso incarna agli occhi del mondo, è accattivante e affascina il lettore.

Sarebbe stato facile mostrare un Rogers diametralmente opposto a come lo abbiamo conosciuto in questi anni, ma Spencer sceglie di non snaturare radicalmente Capitan America, lasciando che tratti i essenziali della sua personalità rimangano anche in questa versione.

Il titolo dell’albo, Ciò che deve esser fatto, è davvero emblematico.

Da sempre, Rogers ha cercato di incarnare lo spirito della giustizia, a volte anche entrando in crisi e cercando di non perdere la propria bussola morale.

Un classico esempio è, ironicamente, la run di Impero Segreto al termine del quale diventava Nomad.

Al centro del suo essere c’è sempre stato il prendersi cura dei suoi compagni (pensate a come ha protetto Sam ‘Falcon’ Wilson), il vivere come una sofferenza il dover compiere delle scelte difficili, sentendo sempre il peso sulle proprie spalle.

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Anche il Cap che leggiamo in questo albo ha le stesse problematiche.

Nonostante la sua fedeltà all’Hydra, Steve fatica a sacrificare le persone a lui care che potrebbero tradire il suo segreto, come Jack Flag. Il Teschio Rosso impone la sua morte come un atto di fedeltà, una coltellata per Rogers che invece fatica ad eliminare questa minaccia, ancora mosso da quella sua innata correttezza, il suo senso del giusto.

Spencer compie un lavoro sul personaggio unico, riesce a ribaltare la sua fedeltà portandolo all’Hydra, ma mantenendo intatto il suo codice morale. E da questo nasce una meravigliosa lotta interiore, ancora acerba ora, ma che spero dia a questa saga una dimensione unica.

I disegni sono affidati a un team di artisti (Saiz, Brandt, Stein e Libranda) che hanno il compito di realizzare sai il presente che il passato di Capitan America.

Il flashback sul giovane Steve Rogers, prima dell’inoculazione del siero del supersoldato, mostra la determinazione del ragazzo mingherlino anche grazie ad un accorto lavoro sulle espressioni del giovane, specialmente nella postura.

Seppur con stile differente, anche il presente di Steve Rogers viene disegnato con simile trasporto, come si nota dalle espressioni dei protagonisti, specialmente in quelle di Sharon Carter, il cui volto mostra sai le fatiche del suo ruolo che l’ètà.

Il prossimo numero di Capitan America ci farà fare un piccolo passo indietro, tornando a vivere le conseguenze della seconda Civil War, ma vedendole dal punto di vista di Cap.

Spencer, comunque, riesce a dare una profonda connotazione anche all’altro Cap, Sam Wilson.

Come notato nel numero precedente, le tensioni sociali legate all’immigrazione e ad un latente (ma non troppo) razzismo radicato nel tessuto sociale americano sono al centro della storia. Nonostante indossi il costume e lo scudo di Capitan America, Sam si confronta quotidianamente con una realtà che pare non accettarlo nel suo attuale ruolo.

Il suo fare team con altri eroi di colore, che non vengono percepiti come americani perché originari di un’altra nazione, diventa per lui un ulteriore strumento per valutare il proprio ruolo.

L’arresto ingiustificato di Rage è il primo passo di una sua presa di coscienza, un percorso personale in cui valuta il suo ruolo non solo come eroe, ma come simbolo.

Sembra strano, ma questa sua crisi viene risolta grazie ad un confronto proprio con Steve Rogers, che rivela non solo quale sia la scelta giusta, ma perché sia giusto che Sam indossi il costume di Cap.

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La scelta di rivelare un video o tenerlo nascosto per scagionare Rage è dipinta in modo perfetto da Spencer, che riveste in modo particolare i gregari di Sam di un ruolo centrale.

Rage rifiuta l’aiuto dei suoi amici supereroi, scegliendo di vivere da cittadino comune lo scontro con la macchina, spesso difettosa, della giustizia, così come Joaquin diviene l’eco dell’intemperanza e dell’irruenza giovanile di fronte alle ingiustizie (ruolo in passato rivestito dallo stesso Sam Wilson). Il vero interrogativo sembra essere su cosa sia giusto fare, se rivelare la verità o se metterla di fronte agli occhi di tutti, a costo anche di scatenare l’ira di una grossa fetta della popolazione.

Ammetto che sapendo quale siano le mire di Steve Rogers nella sua veste di infiltrato dell’Hydra mi sono domandato quale sia stata la reale intenzione di Rogers nel consigliare Sam Wilson; le parole parevano ispiratrici e sincere, ma siamo sicuri che non avessero un doppio fine?

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Per avere le risposte a così tanti interrogativi, dobbiamo attendere due settimane, visto che il numero 18 di Capitan America, Il giuramento, ci aspetterà in edicola il 14 settembre, con la copertina che è già un programma!

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