Edizioni Inkiostro porta in Italia Colonus, il comic sci-fi di Dark Horse che parla italiano!
C’è sempre una nota di orgoglio quanto un artista nostrano approda in quello che ancora oggi è un mercato simbolo del comics, ovvero l’America. Se poi aggiungiamo che il suo lavoro viene presentato in Italia non dal solito colosso, ma da una realtà made in Italy che si sta sempre di più imponendo presso il grande il pubblico, il senso di soddisfazione è immenso.
Tutto questo ha un nome, ed è Colonus, un comics edito in origine da Dark Horse, ma approdato nelle nostre fumetterie grazie all’impegno di Edizioni Inkiostro, la casa editrice capitanata da Rossano Piccioni; questa prima incursione del marchio di The Cannibal Family e Paranoid Boyd nel mondo della fantascienza e soprattutto della traduzione potrebbe essere l’inizio di una nuova fase della Inkiostro, che sembra marciare spedita in una costante crescita, una progressione fatta non solo da una produzione che si sta diversificando sempre più, ma soprattutto dall’ottima gestione del rapporto umano con i propri lettori.
InKiostro ha puntato molto su questo Colonus, al punto da editarlo in ben tre edizioni, di cui due a tiratura limitata e di pregevole fattura. Per mia fortuna ho potuto leggere Colonus in una delle 300 copie della tiratura limitata, apprezzando a pieno anche la grande cura nel realizzare il packaging, degno di figurare nelle collezioni più pregiate.
Originariamente, Colonus era un short story ideata dall’americano Ken Pisani e disegnata e colorata dal nostro Arturio Lauria, il tutto in 8 tavole; se vi sembrano poche, sappiate che son bastate per portarsi a casa il Geekie Award 2013 e far adocchiare i due dalla Dark Horse, che ha consentito al duo di autori di prolungare la storia di Colonus, inserendola all’interno della collana Dark Horse Presents. L’edizione di Inkiostro raccoglie la prima apparizione di Colonus e il suo seguito, in modo da offrirci l’esperienza completa, più uno sguardo nel backstage, di cui parleremo dopo.
Pisani ha scelto di confrontarsi con un tema che appartiene all’epoca classica della fantascienza: la colonizzazione di altri mondi. Dopo che la Terra è diventata invivibile, l’umanità ha deciso di colonizzare i pianeti vicini, iniziando la conquista di Marte e Venere; le due civiltà formatesi su questi mondi hanno preso connotazioni decisamente diverse, figlie delle diverse condizioni planetarie con cui i coloni si sono scontrati. Sul pianeta rosso viene inviata la classe dominante, composta da biechi burocrati, che ora inizia a volgere lo sguardo sopra Venere, la cui popolazione composta inizialmente da reietti è riuscita a sopravvivere tra stenti e sacrifici, creando un fiorente civiltà.
Quando la Terra muore, non resta che colonizzare i pianeti vicini…
La storia di Colonus parte da questo tema caro anche ai più grandi autori di sci-fi, arricchendolo di diversi spunti narrativi. In modo accorto, Pisani non proietta troppo nel futuro la sua idea, non fornisce precisi riferimenti cronologici, ma la sensazione è che quanto letto non sia così lontano; lo stile tecnologico è incredibilmente credibile anche con le nostre attuali conoscenze e questo aiuta il lettore a sentirsi parte dell’ambientazione. Il vero fil rouge è però il lato umano della vicenda, la cura con cui viene sviluppata il contesto sociale e psicologico dei protagonisti; se da un lato la società di Venere mantiene una struttura sociale inferiore a quella di Marte (simboleggiata anche dalla religiosità del ricordo dei Cinque), la profondità degli animi della famiglia dominante è incredibilmente possente.
Le lotte intestine al clan dominante di Venere, incarnato dal trio Braxton-Almeida-Grier, ha il sapore del dramma shakespeariano, curato e spinto verso una violenza umana e quasi naturale, inevitabile conseguenza delle difficoltà della colonizzazione. In tutto questo lottare, Pisani riesce a costruire un contesto culturale ben marcato, distinto tra le diverse fazioni coinvolte in questa lotta per il dominio delle ricchezze di Venere; il gioco politico viene portato ad un livello da fare invidia a Games of Throne, rivelazioni e colpi di scena ad effetto sono solo parte del repertorio narrativo dell’autore, che sa dosare con accuratezza il ritmo del racconto, accompagna il lettore in questo viaggio e lo lascia libero di farsi una propria opinione, non impone una visione.
Curiosamente, non esiste un cattivo ben preciso, ognuno agisce secondo il proprio interesse, si fa portatore di un ideale di supremazia che vuole difendere ed imporre, magari spinto da motivazioni di rivalsa personale, ma comunque vero motore delle proprie azioni; Pisani descrive l’animo umano con lucidità, non vuole trasmettere solo quanto di positivo possa emergere nelle difficoltà, ci costringe ad ammettere che all’occorrenza siamo come animali feroci pronti a lottare fino alla morte in nome di una sopravvivenza che non accetta compromessi, a prescindere dal prezzo e da chi lasceremo indietro!
Il comparto grafico di Colonus parla però italiano, con accento lucano. Arturo Lauria ha trasformato l’idea di Pisani in tavole, con uno stile che ricorda un po’ Mignola per l’approccio duro e spigoloso, ma che si adatta alla perfezione alle dinamiche della storia; il lavoro di Arturo può essere valutato nella sua interezza solo visionando i contenuti extra, scoprendo quanto il disegnatore si sia impegnato per ottenere questo risultato, visto che la sua vena artistica è decisamente più complessa e variegata. Eppure, il connubio tra disegno e colori, con una scelta cromatica sporca e cangiante in base non solo alle situazioni ma anche agli stati d’animo dei protagonisti è una delle chiavi del successo di Colonus.
Se da un lato i meriti di una simile produzione vanno al duo Pisani-Lauria, noi lettori italiani dobbiamo ringraziare Piccioni e la Edizioni Inkiostro per avere portato nel nostro Paese l’intero arco narrativo di Colonus. Speriamo solo che la lotta di Braxton torni presto, non si interrompe così un’emozione, insomma!
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