Ho fatto 69 chilometri per andare a vedere Dune. E altrettanti al ritorno. Non che non ci fossero dei cinema di livello medio-buono dalle mie parti; ma volevo essere certo di godermi la nuova pellicola di Denis Villeneuve nella sala migliore che potessi ragionevolmente raggiungere. Mentre guidavo all’andata, in mezzo ai tir, da solo, in un pomeriggio feriale, mi chiedevo se ne sarebbe valsa la pena. Qual รจ, dunque, il responso? Beh, per scoprirlo non resta che leggere la recensione di Dune, il film del 2021 che ho atteso in maniera spasmodica (ben conscio che aspettative cosรฌ alte spesso lasciano l’amaro in bocca) da almeno due anni a questa parte.
Senza spoiler, tranquilli!
Dune: la recensione del film
Prima di addentrarci nella recensione di Dune, tracciamo un po’ di cornice: Dune รจ l’adattamento cinematografico del primo libro – della prima metร , per la precisione – del Ciclo di Dune di Frank Herbert, grandiosa opera che รจ quasi riduttivo inquadrare nella sola fantascienza. Il primo volume, intitolato semplicemente Dune, ha vinto il premio Nebula ed il premio Hugo nel 1965, i massimi riconoscimenti nell’ambito della narrativa di fantascienza.
Nei decenni successivi, oltre a numerosi altri libri della saga o dell’universo espanso, Dune รจ stato protagonista di videogame, giochi da tavolo, giochi di ruoloโฆ insomma, Herbert aveva creato un immaginario cosรฌ vasto, coerente ed interessante da dare il via a molti progetti che avevano vita nella sua ambientazione. Ma torniamo all’ambito cinematografico.
Giร pochi anni dopo la pubblicazione, sono stati ingaggiati dei tentativi per la trasposizione cinematografica di questo universo, nessuno condito dal pieno successo. Andiamo dal progetto mai realizzato di Alejandro Jodorowsky negli anni ’70, raccontato dal documentario Jodorowsky’s Dune,ย passando per la pellicola omonima di David Lynch del 1984, bocciata da critica e pubblico e quasi disconosciuta dallo stesso regista, fino a numerose serie e film per la tv, piรน apprezzate ma il cui budget non era in grado di rendere onore all’universo narrativo.
Mentre forse a Hollywood iniziava ad aleggiare una leggenda su Dune, divenendo impronunciabile come Macbeth in teatro, nel 2017 รจ stato annunciato che Denis Villeneuve, regista canadese con relativamente pochi film alle spalle ma reduce da tre importanti ed apprezzati lavori (Sicario, Arrival e Blade Runner 2049), era stato incaricato di dirigere il nuovo adattamento di Dune.
4 anni, 165 milioni di dollari e un cast stellare piรน tardiโฆ
- L’Universo di Dune
- Il Dune di Denis Villeneuve, anno 2021
- Il Cast del film
- Il lato tecnico
- Conclusioni della recensione del film Dune
L’Universo di Dune
Anno 10191. L’umanitร si รจ diffusa nell’universo conosciuto colonizzando ogni angolo dello spazio. I collegamenti tra i pianeti dell’Imperium sono garantiti dalla Gilda Spaziale, una potentissima istituzione che ha il monopolio dei viaggi interstellari. La Gilda necessitร di un costante rifornimento di Melange, una Spezia che garantisce poteri di preveggenza necessari ai suoi navigatori per trovare rotte sicure tra le stelle. Questo, unito al fatto che il Melange allunghi l’arco vitale di chi ne fa uso, rende la Spezia la sostanza piรน preziosa dell’intero universo. Ma la Spezia si trova soltanto sul pianeta Arrakis, un mondo desertico, arido e arroventato.
Il potere centrale รจ detenuto dall’Imperatore, che governa sulla base di un sistema feudale le Grandi Casate. Tra di esse gli Atreides, che stanno per prendere in feudo il pianeta Arrakis, dopo ottant’anni di controllo da parte degli Harkonnen. Il Duca Leto Atreides, insieme all’amata concubina Lady Jessica e al figlio Paul, stanno quindi per ottenere una delle piรน grandi fonti di profitto e potere dell’universo; ma gli Harkonnen sono determinati a non lasciare Arrakis, da tutti conosciuto come Dune, senza colpo ferire. Sullo sfondo, la sorellanza Bene Gesserit, che da millenni tenta, attraverso incroci genetici opportunamente combinati, di realizzare la venuta del Kwisatz Haderach, un essere messianico dotato di poteri di preveggenza destinato a cambiare il destino dell’universo.
Il Dune di Denis Villeneuve, anno 2021
Denis Villeneuve, immagino, ad un certo punto si sarร trovato di fronte ad un grande quesito – comune a tutti coloro che si apprestano a realizzare un adattamento per il cinema di un’opera scritta: quanto essere fedeli al libro? Beh, personalmente ritengo che Villeneuve abbia realizzato un adattamento semplicemente perfetto.
I lettori come me troveranno in Dune praticamente tutto quanto viene narrato nella prima metร del primo libro del Ciclo, almeno dal punto di vista degli eventi a cui assistiamo. La natura onirica e filosofica del libro รจ praticamente impossibile da replicare su grande schermo, a meno di un utilizzo pesantissimo del voice over, una delle principali critiche mosse a Lynch. Villeneuve, anche grazie alle problematicitร emerse nell’adattamento del 1984, che ha sicuramente ed accuratamente studiato, non cade nello stesso errore nel 2021. E tuttavia, grazie alla fotografia e alla colonna sonora ispiratissime (Hans Zimmer in stato di grazia) l’atmosfera di Dune si sente, si vede, si vive.
Il primo terzo del film in particolare ci presenta l’universo narrativo di riferimento, dando prova che l’aspirazione รจ creare qualcosa di piรน di un film in due parti. Ma lo fa tratteggiando gli aspetti fondamentali, lasciando nel non detto ciรฒ che allo spettatore non era strettamente necessario sapere. I classici e un po’ antipatici “spiegoni”, sempre dietro l’angolo quando si ha a che fare con una cornice narrativa cosรฌ grande, sono estremamente ridotti in numero e durata, e scorrono via, chiari e lisci, molto prima di avere il tempo di iniziare a sospirare.
E tuttavia, proprio in questo sta forse una – mi verrebbe da dire l’unica – possibile problematicitร del film. Quanto, chi non รจ lettore, riesce a cogliere dell’universo narrativo? Il Dune di Denis Villeneuve demanda alle emozioni, suscitate dal visto e dal sentito, la comprensione della cornice, del mood in cui si cala la nostra storia, piรน che alle spiegazioni esplicite. Purtroppo, non ho gli strumenti per capire se รจ abbastanza, conoscendo giร il mondo di Dune. Ma la mia sensazione รจ che sia stato trovato un buon, se non ottimo, compromesso tra l’eccesso e il troppo poco che lascia confusi e insoddisfatti.
Il Cast del film
A livello di recitazione, ho trovato alcuni piรน in forma di altri, ma nel complesso il cast ha reso una prova attoriale di buon livello. Il protagonistaย Timothรฉe Chalamet si conferma un astro nascente del panorama, giovane attore che perรฒ lascerร un’impronta importante nei decenni a venire – si pensi alla scena del Gom Jabbar, l’equilibrio tra il dolore e l’autocontrollo che riesce a trasmettere senza proferire parola. In particolare l’ho trovato piรน a suo agio nei panni di Paul Atreides di Arrakis, rispetto al Paul di Caladan; forse sarร l’etร (Chalamet ha dieci anni di piรน rispetto al personaggio) ma il piรน maturo (a livello di vissuto, non anagraficamente) Paul di Arrakis รจ stato messo in scena in maniera davvero magistrale. E, dopotutto, la trama lo prevede: “Arrakis, il pianeta noto come Dune, รจ la sua patria, per sempre.”
Secondo volto per screen time รจ Rebecca Ferguson, Lady Jessica, madre di Paul. Insieme a Josh Brolin (Gurney Halleck), gli unici membri del cast principale che ho trovato un po’ meno ispirati rispetto agli altri. In particolare durante le scene d’azione e combattimento, complice forse la necessitร di una prestanza fisica fuori dal comune. Benissimo invece Oscar Isaac (il Duca Leto), uno sbarbato Jason Mamoa (Duncan Idaho) e Javier Bardem (Stilgar), che hanno messo bene in scena delle figure di riferimento per Paul, ciascuna diversa, caratterizzata ed importante nella propria singolaritร .
Dal lato dei cattivi, nei panni del barone Harkonnen un immensoย Stellan Skarsgรฅrd, sia per mole che per recitazione. Per la prima il merito va a un buon trucco, ma per la seconda รจ tutto suo: si vede per poco, ma si ricorda. Spero invece di vedere qualcosa in piรน nella seconda parte della storia da parte di Dave Bautista (Rabban Harkonnen); dopo averlo amato nei panni di Drax del MCU, inizio ad avere il sospetto che sia piรน adatto a ruoli “comici” che drammatici. Eppure, in quella scena di Blade Runner 2049…
(EDIT: Dopo aver visto una seconda volta il film, stavolta in lingua originale, mi sono ricreduto sulla performance della Ferguson e soprattutto di Bautista. In particolar modo nel caso dell’ex wrestler, il doppiaggio non rende onore alla messa in scena dell’attore.)
Solido e convincente anche il resto del cast, in parti di importanza minore:ย Sharon Duncan-Brewster (l’ecologa imperiale Liet-Kynes), Chang Chen (il dottor Wellington Yueh), Stephen McKinley Henderson (il mentat Thufir Hawat), David Dastmalchian (il mentat di casa Harkonnen Peter DeVries) e Charlotte Rampling, nei panni della velata ma convincente reverenda madre delle Bene Gesserit Gaius Helen Mohiam.
Su Zendaya riservo il giudizio: presente piรน come ideale nei sogni di Paul che nei panni di Chani, i pochi momenti in cui ha davvero prestato il volto alla giovane donna Fremen nel suo ambiente desertico mi hanno perรฒ incuriosito.
Il lato tecnico
Come vi dicevo, ho fatto un po’ di strada per vedere Dune nelle migliori condizioni possibili, e finalmente posso svelare che ne รจ valsa assolutamente la pena. Il comparto tecnico del film รจ davvero ottimo, soddisfando pienamente le mie alte aspettative.
La fotografia (Greig Fraser) esalta la bellezza del pianeta, con i suoi colori accesi che ne descrivono gli spazi solitari, un po’ spogli ma magnifici; anche nelle scene all’interno, l’uso sapiente del contrasto tra la luce che penetra nelle strutture dall’esterno e le ombre ci ricorda come ci troviamo in un ambiente estremamente ostile alla vita. Fraser dichiarรฒ scherzosamente, tempo fa, che non voleva essere “il tizio che combina disastri con la fotografia di Dune”; beh, caro Greig, tranquillo, non l’hai fatto, su con l’autostima!
Come non parlare dei vermi delle sabbie? I colossali animali indigeni solcano il deserto sollevando onde di sabbia e provocando smottamenti che trasmettono di piรน, a livello narrativo, della loro forma una volta emersi dalle sabbie. Le loro dimensioni sono messe a confronto con quelle dei veicoli umani, che ricordano nel disegno sia altre saghe sci-fi – non ditemi che non avete pensato ai sandcrawlers dei Jawas – che la natura – ovviamente le libellule/ornitotteri. Tutto ciรฒ, perรฒ, non fa che da sfondo alla narrazione, senza eccessi di esibizionismo della CGI.
Tutto ciรฒ che colpisce l’occhio รจ esaltato, cullato e accompagnato dalla colonna sonora; Hans Zimmer รจ riuscito benissimo nell’arduo compito dell’essere sottofondo ma presente, protagonista senza manie di protagonismo, suggerendo in maniera discreta ma efficace l’emozione del momento. Tanto se ne รจ sentita la mancanza nell’ultimo lavoro di Nolan, Tenet, quanto รจ fondamentale il contributo di Zimmer in Dune. In alcuni momenti, ha reso quasi superflui gli effetti sonori, racchiudendo nelle sue note anche l’azione, quasi come se lo sviluppo del girato e delle musiche fosse andato di pari passo, secondo per secondo di sceneggiatura. Ottimo, quindi, anche il montaggio ad opera di Joe Walker, ormai al quarto film insieme a Villeneuve.
In definitiva, non posso che dare un consiglio a tutti coloro che non abbiano ancora visto il film Dune: la pellicola va vista non solo al cinema, ma nel miglior cinema possibile. Solo cosรฌ si puรฒ apprezzare appieno l’esperienza nella sua totalitร nella maniera in cui รจ stata pensata.
Conclusioni della recensione del film Dune
Passiamo alle conclusioni della recensione di Dune, un film di cui sicuramente ci ricorderemo.
Denis Villeneuve ha scelto una strada non semplice per realizzare la sua pellicola, quella di un adattamento il quanto piรน possibile fedele ad un’opera letteraria che ha pochi uguali nel suo genere. La riuscita รจ indubbia, anche se Dune non รจ una pellicola perfetta. Alcune volte ci si chiede se fossero necessari tutti quei momenti di preveggenza che vive Paul che, sebbene non lunghi, sono numerosi e molto simili tra loro.
Il ritmo รจ talvolta lento, e l’azione meno preponderante di quanto i trailer suggeriscano. Ma non poteva essere che cosรฌ: l’ambientazione di Dune รจ rispettata, oserei dire con affetto, e celebrata per gran parte delle due ore e mezza di durata. Prendiamo ad esempio il paio di scambi umoristici tra i personaggi presenti nel film: non buttati lรฌ a caso, ma giustamente discreti per un film serioso e che si prende sul serio, dato che una deriva comica in Dune sarebbe stata davvero fuori posto. Sempre a proposito della lunghezza, anche se considerevole, direi che difficilmente si poteva ridurre senza impoverire la narrazione. Il film si prende il tempo che gli serve, senza brusche accelerate che possano confondere i meno attenti, e quando sono apparsi i titoli di coda mi sono stupito che fossimo giร alla fine.
Dal lato di spettacolaritร , sono numerosi i momenti in cui si viene lasciati senza fiato, anche grazie all’onnipresente energia trasmessa dalla colonna sonora. Le scene d’azione non sono tantissime, ma realizzate davvero bene e con la meritata e sacrosanta epicitร .
Dune รจ un film potente, coinvolgente, e ricco d’amore per la storia che racconta. Difficile che possa piacere proprio a tutti: l’universo narrativo รจ sufficientemente tratteggiato anche se non puรฒ essere trasmesso appieno, lasciando in sospeso molti dettagli per concentrarsi sul momento presente (e futuro!). Ma probabilmente non รจ questa la sua ambizione; piuttosto รจ quella di raccontarci le storie di Paul, dei Fremen, della Spezia, del deserto, del potere, dei tradimenti, delle profezie e di Arrakis, il pianeta noto come Dune. In questo, il successo รจ pieno, per un film che รจ difficile definire secondo le categorie classiche del kolossal, del film d’autore (perchรฉ lo stile di Villeneuve si vede) o dell’adattamento cinematografico.
Anche senza forse arrivare a quei livelli qualitativi, la nostra scommessa รจ che Dune sarร per la fantascienza ciรฒ che la trilogia de Il Signore degli Anelli รจ stata per il fantasy. Un’epopea che non solo sarร ricordata nei decenni a venire, ma darร il la a tutta una serie di prodotti derivati e ispirati, colpendo il grande pubblico come prima venivano colpiti solo in pochi. Per primo, e speriamo davvero che la sua realizzazione si concretizzi, Dune: Part Two.
E, dopotutto, l’ultima profezia รจ proprio questa: รจ solo l’inizio.
Se non lo aveste mai letto, ed almeno il primo, per quanto mi riguarda, รจ un must-read, trovate il primo romanzo del Ciclo di Dune A QUESTO INDIRIZZO.