Inception è un film perfetto sotto ogni punto di vista, ma sono bastati pochi secondi sul finale per mettere in discussione tutta la pellicola che sembra destinata a non avere nessuna spiegazione e lasciando gli spettatori nel dubbio: è realtà oppure è stato tutto un sogno?
La spiegazione del finale di Inception, il film capolavoro di Christopher Nolan le cui ultime scene continuano a “girare” nella nostra testa
Ammettiamolo, chi di noi uscendo dalla sala o dopo aver rivisto il film in TV non si è chiesto se la trottola è caduta oppure ha continuato a girare? È infatti questo è il vero colpo di scena di tutto il film, elemento che riesce a tenerci incollati allo schermo per quasi due ore e mezza per poi instillare a tradimento il seme del dubbio.
Ma, alla fine, non è proprio su questo che si basa tutto il film? Tutto non si gioca sul fatto di poter entrare nella mente delle persone e far nascere un pensiero, un’idea?
Ebbene, Christopher Nolan è riuscito a rendere reale questa situazione, che un attimo prima è all’interno della pellicola e un attimo dopo è nella nostra testa e ci fa riflettere, e riflettere, e riflettere…
Sono passati quasi 10 anni dall’uscita di Inception nei cinema e ancora oggi non abbiamo una spiegazione chiara alla domanda che ci siamo posti tutti sul finale del film. Forse, oggi, analizzando alcune parti della pellicola e alcune dichiarazioni degli interpreti coinvolti, riusciremo a dare la risposta che più si avvicina al vero.
Una storia mind-blowing
Dietro al film, come sappiamo, c’è Christopher Nolan, scrittore e regista di molte pellicole che hanno stretti legami con la filosofia. Basti pensare a Memento, ai significati nascosti dietro la trilogia del Cavaliere Oscuro o ai giochi di illusione visti in The Prestige. Con il suo modo di raccontare e con la sua bravura nel tenere sempre lo spettatore concentrato su quanto sta accadendo, Nolan è riuscito a confezionare un film a regola d’arte.
Il concetto alla base della sceneggiatura di Inception gli “venne in mente” all’inizio degli anni 2000, nel pieno del fenomeno Matrix. Se ci fermiamo a pensare un attimo, il fattore “realtà o finzione” accomuna i due film in maniera molto forte. Se il primo ci spingeva a pensare: “Siamo reali o siamo all’interno di una simulazione di un computer”, il secondo ci pone di fronte il dubbio di essere nella realtà o protagonisti di un sogno.
Per buona parte del film riviviamo il momento in cui Dominic Cobb (Leonardo Di Caprio) è a casa con i suoi figli ma non riesce a vederli in viso, perché il sogno (o ricordo) non glielo permette. Durante le varie missioni invece si ha la possibilità di entrare nei sogni mentre “siamo nei sogni”, creando cosi un effetto Matrioska che può bloccare in quel mondo le persone per decine di anni. Nolan ci porta quindi ad esplorare un mondo diverso da come lo conosciamo, dove attraverso vari “livelli” si può entrare nella mente delle persone per rubare idee o farne nascere di nuove.
Il “totem”: l’ancora di salvezza
Nel momento in cui la squadra di professionisti si sposta dal mondo reale a quello onirico, c’è bisogno di un elemento che faccia capire loro in quale delle due “realtà” si trovano. Viene inserito quindi l’elemento Totem, un oggetto personale che ha un peso specifico e caratteristiche conosciute solo dal proprietario, che permette di capire se ci si trova nella realtà o ancora nel sogno.
Cobb ogni volta che finisce una missione fa girare una trottola che, fermandosi, indica il ritorno alla realtà. È proprio questo oggetto che a fine film inizia a roteare, ma il buon Nolan taglia la scena un attimo prima di sapere se il moto si ferma o continua. Ci lascia in una situazione dove le possibilità sono due:
- La trottola continua a girare e Cobb è all’interno di un sogno
- La trottola si ferma e Cobb è nella realtà
La trottola di Inception continua a girare all’infinto?
Se ipotizziamo che la trottola non smetta mai di girare, vuol dire che Dominic Cobb è all’interno di un sogno che lo vede ritornare a casa dai suoi figli, per poterli riabbracciare. Questo significa che in un qualche momento è entrato in un livello del subconscio proseguendo la visione che lo tormentava da tempo. Tutto ciò potrebbe essere conseguenza del fatto di aver fatto pace con la propria coscienza e con il fantasma di Mal, grazie all’aiuto di Arianna (Ellen Page) e reso possibile dalle abilità dell’Architetto, che nel mondo onirico può creare quello che desidera.
Alcuni anni dopo l’uscita del film fu chiesto a Leonardo Di Caprio di dare una sua spiegazione sul finale di Inception, ma lui restò molto vago dicendo:
Sinceramente non lo so! In film come questo, e particolarmente con quelli di Nolan, tutta la realizzazione è un enorme puzzle. Noi creiamo i vari pezzi e poi viene assemblato. Penso stia poi all’occhio dello spettatore mettere insieme il quadro finale.
Risveglio nella realtà
Una cosa certa è che nel film, basandoci sull’ipotesi di prima, non c’è un momento in cui entrano nel mondo onirico senza che noi lo sappiamo, quindi: “In quale sogno dovrebbe trovarsi Cobb?”.
Questo ovviamente non basta, come non basta il fatto che i suoi figli siano più grandi ed indossano abiti diversi rispetto a quelli che si ricorda lui. Un elemento importante risiede nella fede nuziale, anello che il protagonista non indossa nel mondo reale e che compare quando entra nei sogni.
Ma essendo anche questa una teoria basata sul fatto che possa essere quello il suo vero totem, non ci resta che fare affidamento alle parole di Michael Caine, che nel film interpreta Miles. Durante un’intervista per la BBC, Caine affermò che alla lettura del copione ebbe dei dubbi sul riconoscere i momenti reali da quelli immaginari, tanto da chiedere a Nolan delucidazioni. Il regista gli disse: “Ogni scena in cui sei presente è reale!”. Se osserviamo il film notiamo che nei sogni Miles non è presente, mentre nella scena finale si. Questo fattore potrebbe finalmente dare una spiegazione chiara al finale di Inception.
E vissero tutti felici e contenti
Christopher Nolan ovviamente non ha mai spiegato la vera natura dell’ultima scena, limitandosi ad associare concetti metafisici alla sua opera. Durante un incontro, nel 2015, iniziò il suo intervento con questa frase:
Sono qui oggi non per dirvi di “inseguire i vostri sogni” ma bensì il contrario: inseguite la vostra realtà. Al giorno d’oggi la maggior parte delle persone considerano la realtà un lontano parente dei sogni. Io vorrei farvi ragionare sulla possibilità che i sogni che facciamo, le realtà virtuali che viviamo, siano sottoinsiemi della realtà.
Ovviamente Nolan non può darci una spiegazione chiara riguardo il finale di Inception, avendolo ideato per riuscire a comunicare un messaggio, in questo caso molto chiaro:
Cobb, arrivato a casa, inizia a far girare la trottola ma, al richiamo dei figli, la ignora per tornare finalmente da loro. Questo ci porta a dire che non importa se la trottola smetta o meno di girare, importa quello che noi vogliamo realmente.
In conclusione possiamo dire che il finale del film ci porta a un dato di fatto: Cobb è felice di riabbracciare i suoi figli, siano essi reali o immaginari. Ha scelto la sua strada. Questo è quello che voleva comunicarci Nolan e possiamo affermare che è riuscito nel suo intento. Se nel film è riuscito ad inserire un’idea nella mente di Fischer, nella realtà è riuscito ad inserirla agli spettatori.
Resta solo un piccolo dubbio da svelare: se la fede nuziale era il vero totem di Cobb mentre la trottola quello di Mal, a cosa è servito farla girare? Forse per ricordarla un’ultima volta?
E voi, cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti qui sotto!