Ferrari è il nuovo film di Michael Mann, con Adam Driver nei panni del celebre costruttore della scuderia di Maranello e Penelope Cruz in quelli della moglie Laura.
Il film è tratto dalla biografia Enzo Ferrari: The Man and the Machine scritta da Bock Yates, ma la pellicola diretta da Mann non racconta tutta la storia di Ferrari e si concentra invece su un momento chiave, la corsa delle Mille Miglia del 1957.
Il ritorno di Michael Mann
Sono passati otto anni dal deludente Blackhat, ultimo lungometraggio del regista di Heat: la sfida, Collateral e creatore di Miami Vice. Per il suo ritorno Mann si concentra su una biografia di un personaggio storico italiano, riuscendo a non cadere nel classico trappolone del film americano ambientato in Italia. C’è una cura nei dettagli che dimostra che chi ha lavorato a questo progetto si è documentato e non ha improvvisato: le automobili sono riprodotte con cura (e alcune potrebbero essere le originali dell’epoca) e per le location ci si è spostati nei posti esatti, questo anche grazie al budget considerevole, stimato intorno ai novanta milioni di dollari.
Michael Mann, e la sceneggiatura di Troy Kennedy, confezionano un film solido, con una ricercata autenticità dove lo spettro della morte è sempre presente. Un mondo fatto di piloti, lo stesso Ferrari lo era prima di diventare costruttore, consapevoli di rischiare la morte ad ogni curva.
la sua messa in scena della Mille Miglia è più che emozionante: trasforma la gara in un’odissea che attraversa il paese e si imprime negli occhi dello spettatore. Le auto, man mano che la corsa prosegue cominciano a mostrare i segni del tempo, con assali e trasmissioni rotti. Basta veramente poco per concludere la gara anzitempo. I veri protagonisti sono i piloti.
Le Mille Miglia di Ferrari
Pe la causa automobilistica di Modena, la Ferrari, non è un buon momento. I costi per sostenere le corse sportive stanno affossando la compagnia e altrettanto male se la passa il patron Enzo: vive da separato in casa con la moglie Laura, e si divide tra il lavoro e l’amante Lina, madre di Pietro, figlio illegittimo di Ferrari.
La salvezza per l’azienda è quella di trovare un partner commerciale (Fiat o Ford), ma per rendersi appetibile bisogna prima conquistare la gara delle Mille Miglia, corsa automobilistica che parte da Brescia attraversando tutta l’Italia, per 1600 Km.
A contendersi il titolo ci sono gli agguerriti rivali della Maserati.
Il pilota e uomo Ferrari
Le inquadrature sulle corse sono più dedicate ai primi piani dei piloti che ai bolidi in pista, questo a sottolineare che a Mann interessa mettere in scena più il dramma umano, che quello sportivo.
L’Enzo Ferrari che viene mostrato nel film è un personaggio doppio: si strugge per il figlio scomparso in tenera età, ma chiede ai suoi piloti di spingersi fino alla morte per vincere una corsa.
Ama il figlio illegittimo ma non è disposto a riconoscerlo per non perdere i trecento milioni di lire della moglie. Per Ferrari sembra contare solo Ferrari, nel senso della stirpe di famiglia.
Ferrari, come Oppenhiemer, non è un biopic che vuole elevare il suo protagonista e Mann mette subito in chiaro le cose in una delle prime scene. In preda alla competizione con la sua acerrima rivale Maserati, Ferrari è in pista a cronometrare uno dei suoi piloti. Quando qualcosa si blocca nel meccanismo dell’auto che “decolla”, dando vita ad un incidente quasi parodistico, l’autista muore durante le prove, ma Ferrari non minimamente responsabile. La colpa è invece della madre del pilota che lo ha “convinto” ad uscire con una ragazza al di sopra delle sue possibilità, spostando l’attenzione dello sfortunato, dalle curve della pista alle curve della ragazza.
Un giovane Ferrari
Come detto, ad interpretare Enzo Ferrari c’è Adam Driver, ancora una volta calato nei panni di un personaggio storico italiano, dopo essere stato Maurizio Gucci nel film di Ridley Scott, House of Gucci. Per Hollywood evidentemente l’attore ha tratti somatici italici, o non si capisce il perché assegnare la parte di un quasi sessantenne come era Ferrari all’epoca, ad un quarantenne: anche con i capelli tinti di grigio, la classe 1983 si vede tutta in Adam Driver. Che la scelta sia stata fatta per il cognome affine al mondo delle automobili?
Lontano dall’inutile profondità di 65: Fuga dalla Terra, l’attore americano qui lavora più per sottrazione, restituendo l’immagine del Ferrari stoico visto attraverso gli occhi dell’opinione pubblica. A parte l’età anacronistica, Driver si impegna riuscendo a rimanere “dentro le righe” della recitazione.
Penelope Cruz è la prima moglie Laura, costantemente in sofferenza e non in equilibrio tra amore e odio nei confronti del marito. Decisamente più intensa del collega Driver, la Cruz si dimostra attrice di livello superiore.
Nel cast ci sono anche Shailene Woodley, nei panni dell’amante Lina, Patrick Dempsey e Jack O’Connell ad interpretare i piloti della scuderia Ferrari.
Ferrari al cinema
Negli ultimi anni la figura di Enzo Ferrari è stata avvistata più volte nell’oscurità delle sale cinematografiche (o in TV):
Remo Girone ha interpretato l’imprenditore nello splendido Le Mans ’66: la grande sfida, con Christian Bale e Matt Damon, diretti da James Mangold. In questo film Ferrari si dimostrava rivale di Harry Ford II, praticamente prendendolo per i fondelli mettendosi in affari con Fiat.
Anche in Lamborghini: The Man behind the Legend, film incentrato sulla vita dell’altro costruttore italiano, Ferrari veniva rappresentato come rivale del protagonista, interpretato da Gabriel Byrne, in un lungometraggio assolutamente dimenticabile.
Pare che il regista di Lamborghini, Bobby Moresco, sia al lavoro su Ferrari vs. Mercedes, film sulla rivalità fra le due case automobilistiche, ambientato negli anni venti (dopo aver visto Lamborghini suona come una minaccia).
In conclusione questo ritorno di Michael Mann è un buon film, con alcune imperfezioni come l’essere troppo didascalico con l’utilizzo della colonna sonora in alcune sequenze. Non è un capolavoro, e Mann ci ha abituati a ben altro, ma Ferrari è godibile e, come ci si aspetta da un biopic, fa venire voglia di saperne di più.