Ogni mese in edicola, all’interno della vasta gamma di prodotti firmati Sergio Bonelli Editore, figura la collana de Le Storie. Questa serie di racconti autoconclusivi ha portato al grande pubblico affascinanti storie come Astromostri, Lavennder, Memoryville, oltre ad aver dato i natali a Mercurio Loi, divenuto poi una serie piรน ‘classica’.
A curare questa serie รจ Giamaria Contro, che recentemente ha firmato proprio Memoryville. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare come il progetto Le storie sia vissuto in Bonelli e quali siano le sfide maggiori nella realizzazione di una simile collana.
Giamaria Contro ci svela il lavoro dietro il successo de Le Storie, la collana di racconti one shot di Sergio Bonelli Editore
Partiamo da una domanda schietta: quale giudizio dai dellโesperienza di questi oltre cinque anni per una collana cosรฌ atipica per Bonelli come Le Storie? Quali i punti di forza e quali i punti di debolezza?
Rispondendo โdi panciaโ, direi che la sensazione รจ indubbiamente di soddisfazione. In un mercato mediatico sovraffollato e competitivo come quello dโoggi, i sessantasei albi pubblicati che in questo momento vedo allineati sullo scaffale accanto alla mia scrivania sono un risultato di tutto rispetto, e i tanti che sono attualmente in preparazione confermano questa impressione. Ma, a ben guardare, non รจ questo il punto: come giustamente dici, Le Storie รจ un testata atipica e quella che qualcuno definirebbe come una โdebolezzaโ รจ in realtร la sua principale ragione dโesistenza, il suo principale โpunto di forzaโ. Uscire dalla cornice e dalle regole della serialitร , proponendo ogni mese personaggi e contenuti totalmente nuovi, รจ un privilegio che gli autori hanno โ naturalmente โ accolto a braccia aperte, ma che anche una certa parte di lettori sembrava attendere. In questi anni, Le Storie sono state un laboratorio, un esperimento creativo e anche una palestra, nella quale professionisti di lungo corso ed esordienti hanno tutti trovato uno spazio in cui mettersi alla prova e lโoccasione di ripensare il fumetto bonelliano senza rifiutarne la tradizione, ma โ al contrario โ allargandone i confini. Il solo problema di questa impostazione รจ che, anche immaginando di pubblicare un albo al giorno, non sarebbe possibile dare fondo a tutte le opportunitร narrative che ti si presentanoโฆ Ogni volta che approvi un nuovo progetto, senti una fitta al cuore per gli altri dieci che hai dovuto scartare.
ย Il curatore di una testata deve avere uno sguardo di insieme sullโannata della stessa e non solo curare le coerenze interne del singolo albo, ma deve fare in modo che il passaggio da un autore (sia sceneggiatore sia disegnatore) allโaltro risulti in qualche modo coerente. Come avviene questo lavoro in una collana fatta apparentemente diย one shotย come Le Storie? Come si sceglie quale numero pubblicare prima e quale dopo? ร solo il momento di consegna della tavola 110 che porta alle stampe un fumetto?
Gestire una programmazione annuale รจ un gioco basato su piรน variabili e โ come quasi tutto in questo mestiere โ รจ legato in parte alle scelte editoriali del curatore e in parte a fattori pragmatici: ogni mese, lโappuntamento in edicola รจ lรฌ che ti aspetta ed รจ una scadenza a cui non si sfugge. Realizzare un albo bonelliano richiede molti mesi (in qualche caso, svariati anni!) e, nel corso di questa lunga gestazione, tante cose possono succedere. La lavorazione puรฒ subire rallentamenti o (piรน raramente, ahimรจ) accelerazioni non prevedibili e, di conseguenza, costringerti a stravolgere il tuo piano โstudiato al millimetroโ con mesi dโanticipoโฆ Detto ciรฒ, รจ pur vero che, piรน che la coerenza, a guidare Le Storie รจ lโobiettivo di offrire ai lettori la maggior varietร possibile di temi e stili narrativi, il che rende relativamente semplice sostituire un racconto con un altro. Qualche volta โ chi ci segue fedelmente lo sa โ mi sono divertito nel tracciare dei โpercorsiโ basati su affinitร e, diciamo cosรฌ, consonanze tra storie diverse, proprio perchรฉ la collana รจ una rassegna, una galleria delle possibilitร e dei modi del raccontare, nella quale รจ affascinante scorgere somiglianze e differenze, sfumature, variazioni su temaโฆ
Che indicazioni dai al copertinista Di Gennaro per realizzare le sue copertine pittoriche? ย Cosa vuoi ottenere in particolare per catturare lโattenzione del lettore?
Chiaramente, un artista eccezionale come Di Gennaro potrebbe fare tutto da soloโฆ ma diciamo che io gli facilito un poโ il compito senza costringerlo a studiare ogni volta lโintera storia. Butto giรน un โbozzettaccioโ che poi discutiamo velocemente per telefono e, alla fine, lui riesce sempre a stupirmi, trasformando in piccoli gioielli i miei sgorbi. Poi ci sono circostanze particolari, nelle quali cerco di accontentare le richieste degli autoriโฆ Per quanto riguarda i โcriteri di costruzioneโ di una copertina efficace, non credo che ne esistano di universalmente validi. Diciamo che (in assenza di un protagonista fisso) si fa ricorso il piรน possibile a rappresentazioni di particolare impatto emotivo: pericoli imminenti, situazioni di conflitto o di rischio, ma altrettanto spesso preferisco costruire โatmosfereโ, immagini che suscitino interrogativi, possibilitร , aspettativeโฆ Ogni storia ha una propria personalitร che deve essere catturata e trasmessa al lettore e โ posto che stupirlo รจ pressochรฉ impossibile โ ciรฒ che si puรฒ fare รจ cercare di incuriosirlo.
A proposito di lettori, che idea ti sei fatta del pubblico de Le Storie? Ci sono gli occasionali che comprano solo il singolo numero del tal autore? O sono di piรน i lettori stabili che seguono questo strano e variegato percorso di storytelling?
Immagino che entrambi questi comportamenti (e altri, meno prevedibili) siano presenti tra i nostri lettori, ma francamente preferisco trattenermi dal fare illazioni sulla loro โcomposizione percentualeโ che non potrei giustificare. Quel che viceversa credo di poter dire (almeno a giudicare dai feedback che ricevo) รจ che si tratta di persone appassionate ma non ossessionate, che amano la discussione piรน della polemica e che esprimono il proprio punto di vista in modo ragionevole e garbatoโฆ insomma, il pubblico ideale. Spero non mi si accusi di piaggeria, sono sincero!
Gli Speciali annuali hanno davvero avuto un carattere speciale, ce ne puoi parlare un poโ? Da dove sono nati e su cosa avete puntato? A quale sei piรน legato?
De Nardo & Casertano, Boselli & Stano, Corrado Mastantuono e Giacomo Bevilacquaโฆ giudicate voi se si tratta di โSpecialiโ o meno. Io direi di sรฌ. Quello che non direi mai รจ se cโรจ uno a cui sono piรน legato: dal mio punto di vista, ognuno di questi volumi ha unโanima unica e irripetibile, e decretare quale sia eventualmente โil piรน belloโ spetta esclusivamente a chi li ha scelti per trascorrere il proprio tempo libero.
Siamo ormai a ridosso del 2018, ci puoi dare anche una sola piccola anticipazione per lโanno prossimo (Lucchi su testi di Manfredi, forse? Sono un amante del buon Adam Wild!)
Per ora, bocca cucita. Non confermo e non smentisco nullaโฆ Solo un poco di pazienza. Tra non molto, prenderร il via la consueta anticipazione annuale e potrete sapere (quasi) tutto esplorando il sito web di Sergio Bonelli Editore. Nel frattempoโฆ Grazie e buone Storie a tutti!