Gio 17 Aprile, 2025

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Giappone: inventato un dispositivo per simulare la produzione di birra sulla Luna e su Marte

Quando finalmente partirà la colonizzazione spaziale, e sembra che non manchi poi molto, per l’uomo sarà probabilmente fondamentale capire se la birra è più buona sulla Luna o su Marte, per scegliere su quale corpo celeste andare a vivere. Un quesito alla quale presto potrà rispondere un birrificio artigianale del Giappone che, grazie ad una collaborazione con un colosso dell’industria tech, ha inventato un dispositivo per simulare la produzione di birra con la gravità della Luna e di Marte.

Meglio la birra prodotta sulla Luna o su Marte? Presto potremo scoprirlo grazie ad un’azienda giapponese

La Derailleur Brew Works, un birrificio artigianale nell’area Nishinari di Osaka e parte di Cyclo, un’azienda che fornisce servizi di welfare e occupazione alle persone nella parte povera del Giappone in cui hanno sede, dal 2018 sta sviluppando diverse varietà di birra.

Tra queste esistono due particolari varietà, che saranno realizzate cercando di capire come i microrganismi del lievito (un fattore fondamentale per il sapore generale di una birra) si comportano a diverse condizioni di gravità.

Ad aiutare il birrificio ci sarà DigitalBlast, la società con sede a Tokyo che ha creato il generatore di gravità AMAZ; ovvero una macchina che può essere impostata per simulare l’attrazione gravitazionale desiderata utilizzando la propria forza centrifuga, nonché un dispositivo che sarà installato nell’ambiente di microgravità della ISS nel 2024.

La speranza è che AMAZ venga utilizzato dalle organizzazioni di ricerca per testare gli effetti delle diverse gravità sulla vita delle piante, per determinarne il potenziale come colture durante la colonizzazione di luoghi come la superficie lunare e marziana. La società spera anche che lo strumento venga adottato dalle aziende private come veicolo per creare prodotti per l’industria spaziale nel suo insieme. Da qui l’idea della birra.

Derailleur Brew Works sarà la prima azienda privata a utilizzare AMAZ per coltivare lievito di birra ad una gravità uguale a quella della Luna e di Marte. Il lievito verrà quindi rispedito indietro per la produzione del primo lotto di quella che, in questo momento, è stata ribattezzata semplicemente con il nome di “Uchu Beer” (Birra spaziale).

Detto questo, proprio a causa degli enormi passaggi tecnici necessari per realizzare questo tipo di lievito, ci vorrà diverso tempo prima che la birra Uchu arrivi effettivamente sul mercato (e, probabilmente, non sarà una birra particolarmente economica).

Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per il mondo della birra?

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