A quanto pare la maledizione dovuta alla rottura della Pietra della Morte che ha liberato dalla millenaria prigionia lo spirito della Volpe a Nove Code sembra stia preoccupando gli abitanti di Nasu.
Come già sappiamo la cittadina giapponese aveva “assistito”, la scorsa primavera, alla rottura improvvisa di un grande masso ritenuto sacro in quanto al suo interno, negli ultimi 1000 anni, era stata imprigionata una malvagia e potente volpe mutaforma.
A Nasu l’evento era stato additato come foriero di sventura, disgrazia che si è immancabilmente manifestata qualche giorno fa dopo che, nelle vicinanze della Pietra della Morte, sono stati rinvenute le carcasse di otto cinghiali morti senza un apparente motivo.
“Qualcosa si è risvegliato” ha affermato un abitante del luogo, “la maledizione di kitsune è vera perché a marzo, quando la pietra si è spezzata, lo stesso sigillo che intrappolava la Volpe a Nove Code si è rotto”.
A niente è dunque servita la cerimonia di purificazione successiva alla sventurata rottura della Pietra della Morte, anche se la spiegazione della morte dei cinghiali sarebbe riconducibile a qualcosa di molto meno misterioso del desiderio di vendetta di un demone imprigionato in un sasso.
La verità dietro la maledizione della Volpe a Nove Code
Il distretto di Yumoto, dove si trova la città di Nasu, è famoso per vari fenomeni dovuti all’attività geotermica del sottosuolo che, oltre a dare origine a varie fonti termali di acqua calda, provoca la fuoriuscita di gas venefici come l’acido solfidrico e acido solforoso. Sebbene la concentrazione di tali gas liberati nell’aria sia perlopiù innocua per un un umano in salute, potrebbe avere effetti tutt’altro che inoffensivo per alcune tipologie di animali.
那須の殺生石にイノシシ8頭死骸 九尾の狐伝説の地、有毒ガスか#下野新聞https://t.co/jf6INX99V3
— 下野新聞 (@shimotsuke_np) December 9, 2022
Satohiko Zensoji, membro dell’Ufficio del Nikko National Park Nasu che fa capo al Ministero dell’Ambiente giapponese, ritiene che animali selvatici come i cinghiali che respirano a pochi centimetri dal suolo siano esposti a una maggiore concentrazione di questi gas.
Insomma, sembra che la maledizione della Volpe a Nove Code non c’entri nulla con la morte dei cinghiali, anche se il folklore popolare nipponico sia di tutt’altro avviso e predichi prudenza.