Google Plus, il social network di casa Mountain View si appresta a chiudere i battenti dopo quasi otto anni di “attivitร ” in cui non รจ mai riuscito a decollare, finendo per essere relegato ai margini dell’offerta social dominata da Facebook, Instagram, Twitter e Snapchat.
Lo scarso feeling con gli utenti, che gli hanno sempre e comunque preferito altre soluzioni, non รจ perรฒ il motivo principale dietro la decisione di congedare Google Plus anticipatamente.
Il colosso di Mountain View decide di chiudere Google Plus in seguito ad una fallaย che ha messo in pericolo i dati di centinaia di migliaia di utenti
Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, notizia poi confermatoย dallโazienda, il vero guaio sarebbe legato alla scoperta una seria vulnerabilitร della piattaforma social che avrebbe causato l’esposizione dei dati riservati di circa mezzo milioneย di persone per un periodo di almeno 3 anni.
Il problema riscontrato pare sia ricollegabile in capo agli sviluppatori di applicazioni di terze parti, i quali potevano avere accesso ai dati sensibili dei profili privati (nomi utente, email, professione, etร , genere) che invece avrebbero dovuto essere off limits.
La falla, venuta a galla nel 2015, era stata “tamponata” nel 2018 quando ai piani alti di Mountain View erano giunti i primi documenti che avvisavano della vulnerabilitร che, secondo il core tecnico di Google, non era comunque a conoscenza di nessuno di nessuno degli sviluppatori APP che potenzialmente avrebbero potuto sfruttarlo.
Eravamo ancora in piena tempesta Cambridge Analytica e i colletti bianchi di Google hanno deciso di tacere la cosa con l’intento, di attuare le relative contromosse (battezzate Project Strobe) e fare “coming out” proprio in questi giorni, prima che esplodesse la bomba del Journal (ma va?).
Quest’ultimo aspetto perรฒ potrebbe costare davvero caro a Google, molto piรน dell’eclatante problema di sicurezza dei dati, visto che questa imperdonabile mancanza di trasparenza finirร sotto la feroce attenzione della legislazione statunitense, per non parlare di quella dell’opinione pubblica.