Uno degli episodi che più mi ha colpito delle stagioni iniziali di Black Mirror, prima che questa serie diventasse così popolare da spingere Netflix ad acquistarne i diritti, è sicuramente Be Right Back (Torna da me in italiano).
In questo episodio la protagonista, su suggerimento di una sua amica, scopre dell’esistenza di una Intelligenza Artificiale in grado di ricreare una copia del suo compagno, morto in un incidente stradale.
Arriva dalla Corea del Sud questa storia strappalacrime di una mamma che, grazie alla Realtà Virtuale, torna a “riabbracciare” la figlia prematuramente scomparsa nel 2016
La protagonista di questa storia è Jang Ji-sung, una donna coreana che, attraverso un visore VR, ha potuto riabbracciare, seppur in maniera virtuale, una riproduzione digitale della propria figlioletta Nayeon, prematuramente scomparsa nel 2016 a causa di una malattia.
Il tutto è avvenuto davanti alle telecamere della Middle East Broadcasting Center per la realizzazione del documentario I Met You, del quale potete vedere un breve filmato strapalacrime in lingua originale qui sotto.
Una simile vicenda, sicuramente, è destinata a dare vita ad una moltitudine di domande di carattere etico. È giusto, ad esempio, per un’emittente televisiva, sfruttare il dolore di un genitore per ottenere degli ascolti?
Ma, soprattutto, è davvero questo il modo per affrontare un simile dolore e “aiutare” le persone a elaborarlo? Chiudersi in una riproduzione digitale, in una Realtà Virtuale, può davvero aiutare a venire a patti con la dura realtà alla quale poi si ritorna una volta smesso di indossare il visore?
Voi che cosa ne pensate a riguardo? Se vi fosse data la possibilità, usereste questo tipo di tecnologia per incontrare nuovamente, seppur in maniera virtuale, qualcuno a voi caro che non c’è più? Oppure credete di non riuscire a reggere all’emozione? Fatecelo sapere lasciando un vostro commento qui sotto!
Fonte: Interesting Engineering