Dopo tante vittorie (e ancor piรน sconfitte) nei campionati storici di corse automobilistiche anni ’60, รจ arrivato finalmente il momento della recensione di Heat: Pedal to the Metal, uno dei titoli maggiormente attesi dell’anno per la comunitร di boardgamer italiani.
Il gioco da tavolo di Days of Wonder, edito in Italia da Asmodee, e disponibile QUI, oltre ai giri dei propri motori avrร saputo mantenere le giร alte le aspettative dei giocatori?
Realizzato daย Asger Harding Granerud (Flamme Rouge, Copenhagen, 13 Giorni) eย Daniel Skjold Pedersen (che non ne รจ il fratello ma ha realizzato praticamente gli stessi titoli), Heat: Pedal to the Metal รจ approdato sui nostri tavoli ormai da qualche settimana e, dopo aver consumato le gomme delle nostre monoposto e l’asfalto dei quattro circuiti presenti nella scatola, non ci resta che dare un verdetto.
La recensione di Heat: Pedal to the Metal
All’interno della scatola di Heat: Pedal to the Metal troverete ad attendervi due tabelloni di gioco a doppia faccia, raffiguranti i circuiti di Francia, Regno Unito, USA e Italia. Un paio di manuali (per le regole base e quelle avanzate), 6 monoposto in plastica con le relative pedine cambio, diverse plance, tessere, segnalini, un blocchetto segnapunti e centinaia di carte completano la giร imponente dotazione del titolo.
Sรฌ, centinaia di carte (che consigliamo caldamente di imbustare con protezioni di questo formato). Perchรฉ Heat: Pedal to the Metal รจ in realtร prevalentemente un gioco di costruzione del mazzo oltre che un titolo di corse come, ad esempio, il celebre Formula D o Rallyman. Ma avremo il tempo di parlarne in seguito.
Oltre alle ottime e ispirate grafiche realizzate da Vincent Dutrait (Jaipur, Robinson Crusoe),ย da segnalare รจ la presenza all’interno della scatola di un ampio inserto in plastica per mantenere organizzato tutto il materiale necessario per correre le nostre gare da tavolo; oltre che a permettere in futuro di contenere le giร previste espansioni.
I materiali sono ottimi e il regolamento รจ chiaro e ricco di esempi. Difficilmente dovrete ricorrere al suo utilizzo dopo averne assimilato le regole, questo grazie anche al fatto che tutto il gioco รจ privo di testo e utilizza una simbologia che lascia poco spazio ai dubbi.
Sulla linea di partenza
In Heat: Pedal to the Metal,ย da 1 a 6 giocatori (il numero massimo consentito dalle monoposto storiche presenti nella scatola al momento), saremo chiamati a gareggiare sui circuiti sopra menzionati in diverse circostanze (e regole).
Potremmo ad esempio voler affrontare una gara singola, sfruttando le regole e i mazzi base per rendere il tutto semplice ed intuitivo anche per un giocatore alle prime armi, oppure modificare pesantemente l’esperienza (e la nostra monoposto) attraverso l’aggiunta di carte che modificano caratteristiche e abilitร sfruttabili in gara. Questo senza citare la possibilitร di correre interi campionati storici, riproposti attraverso carte che modificano regole per i singoli tracciati e ampliano ulteriormente la rigiocabilitร di Heat: Pedal to the Metal.
Le tessere delle condizioni metereologiche, che modificano alcune condizioni di corsa, offriranno un ulteriore motivo per rimettersi in pista, e le numerose carte sponsor, guadagnate dando spettacolo nelle curve in cui รจ presente la stampa specializzata, garantiranno ancor piรน imprevedibilitร nella nostra gara.
Imprevedibilitร , certo, ma non pensiate che sia tutta una questione di fortuna.
In Heat: Pedal to the Metalย dovremo infatti saper gestire la nostra mano di pesca attraverso un’attenta pianificazione della nostra gara. La marcia scelta nel turno determina il numero di carte giocabili, e il numero stampato in alto su ognuna di esse la velocitร con cui viaggerร la nostra monoposto. Affrontare una curva ad una velocitร maggiore di quella segnalata sul tabellone appesantirร il nostro mazzo di pesca con carte heat (surriscaldamento del motore), impossibili da giocare o scartare una volta arrivate nella nostra mano.
Per non limitare le nostre possibilitร di gestione della velocitร , le carte heat potranno essere raffreddate (eliminandole dal mazzo di pesca) portando la nostra auto da corsa in una marcia piรน bassa o sfruttando i tanti potenziamenti che offrono questa opportunitร , e che potremo “acquistare” all’inizio delle nostre gare in una fase che ricorda molto una vera officina automobilistica da corsa.
Modificare il nostro veicolo รจ infatti uno dei modi per diversificare i mazzi di carte base dei giocatori, che a paritร di esperienza con Heat: Pedal to the Metal sarebbero costretti invece a puntare tutto sulla fortuna nella pesca. Le Carte Garage, cosรฌ come quelle sponsor (quest’ultime ad uso singolo), offrono infatti opzioni di personalizzazione che spingeranno i nostri motori al massimo; ma permetteranno anche di raffreddare (o surriscaldare) il nostro mazzo, ottenere vari bonus (come una maggior velocitร nell’effetto scia) o scegliere diversi valori di velocitร su una singola carta a seconda delle circostanze.
Turno dopo turno, le auto da corsa e i giocatori attorno al tavolo tenteranno di ottenere il posizionamento migliore una volta completati due o tre giri di gara, a volte dovendo anche affrontare dei piloti leggendari, un ulteriore modulo di regole utilizzabile per il gioco in singolo o per ravvivare la competizione in piรน giocatori. Si tratta di bot gestiti da un mazzo di carte che garantiscono una sfida equilibrata anche per il pilota piรน esperto attorno al tavolo, anche se in campionato tendono a diminuire la loro pericolositร gara dopo gara.
Una volta tagliato il traguardo di Heat: Pedal to the Metal
Ci sarebbe ancora tanto da dire su questo Heat: Pedal to the Metal ma, tagliato il traguardo della gara, รจ arrivato il momento di dare la nostra opinione per concluderne la recensione e rispondere alla domanda che ci eravamo posti all’inizio: “avrร saputo mantenere le alte le aspettative dei giocatori?” La risposta รจ senza ombra di dubbio un grande e grosso sรฌ!
Heat: Pedal to the Metalย ha saputo differenziarsi dai tanti titoli di corse presenti sul mercato offrendo non solo un’esperienza di gioco diversa da qualunque altra cosa simile (dimenticatevi i dadi), ma regalandoci un gioco da tavolo la cui mole di personalizzazioni garantisce una rigiocabilitร pressochรฉ infinita. Questo al netto di un gioco in cui รจ evidente che la simulazione di una vera corsa di auto da corsa anni ’60 รจ stata sacrificata a vantaggio di regole di gioco estremamente semplici e funzionali.
Stiamo parlando comunque di un titolo estremamente bilanciato, ricco di possibilitร e giocabile davvero da chiunque (anche da chi non รจ proprio appassionato di corse automobilistiche storiche). Resta il fatto che Heat: Pedal to the Metalย sarร anche un gioco semplice da imparare… ma รจ decisamente difficile da padroneggiare. Impiegherete infatti piรน di una gara per imparare a gestire la vostra monoposto, sceglierne i giusti potenziamenti e sfruttarne appieno le possibilitร . Affrontare correttamente le curve e gestire la dinamica di push-your-luck delle carte stress รจ una cosa che solo l’esperienza puรฒ insegnarci. Finire in testacoda non sarร solamente un’eventualitร ma una vera e propria certezza per diventare un pilota di successo.
Il nostro consiglio รจ comunque quello di correre un paio di gare singole per imparare le basi e tuffarvi poi a capofitto nei campionati storici, magari in un’intera sessione pomeridiana con i vostri amici. ร qui infatti che Heat: Pedal to the Metal offre il meglio, surriscaldando non solo i propri mazzi ma accendendo anche la rivalitร attorno al tavolo.