Hunt: Showdown, siete predatori o prede?

Anni fa il mondo videoludico era stato sconvolto dall’arrivo di una piccola realtà chiamata Crytek, capace di creare due capolavori come il primo Far Cry e successivamente la saga di Crysis. All’epoca era sembrato che Crytek avrebbe dettato legge negli anni a venire, ma sappiamo che la storia è un’altra, al punto che la compagnia si è votata ad un altro tipo di attività (l’online), ma ora sembra voler tornare alla ribalta con un titolo estremamente interessante: Hunt: Showdown.

Il titolo è ancora in fase di Early Access su Steam, ma abbiamo avuto modo di testarlo per qualche tempo, seguendo la cura con cui Crytek sta definendo questo titolo. Hunt: Showdown è una creazione che mostra come la software house non abbia perso il proprio smalto, realizzando un videogioco che si discosta da ogni facile catalogazione.

Hunt: Showdown si appresta a rivoluzionare il mondo degli hunting games

La tentazione sarebbe di inserire questo videogioco nella categoria degli sparatutto cooperativi come Vermintide II, ma Hunt: Showdown merita una nuova tipologia tutta per sé. Non siamo solo di fronte a quel coop reso celebre da Left for Dead, qui si parla di un’interazione multiplayer più profonda ed intrigante.

Cacciare mostri in Hunt: Showdown non è una qualunque battuta di caccia, ma diventa una sfida con la preda all’interno di una dinamica in cui noi stessi siamo prede di altri giocatori. Seguendo la trama del titolo, infatti, mentre daremo filo da torcere a creature mostruose saremo a nostra volta nel mirino di altri giocatori umani, che potranno scegliere di colpirci nel momento meno opportuno, uccidendoci.

Il tutto non all’interno di comode ambientazioni, ma in zone paludose, dove il terreno di gioco si presta magnificamente a tattiche come imboscate e pazienti attese per valutare come agire. Assieme al nostro compagno di avventura, infatti, dovremo scegliere se svolgere la missione (ossia uccidere le creature soggette alla taglia) o se attendere di trovare gli altri cacciatori, lasciar fare a loro il lavoro sporco e poi ucciderli per intascare la taglia.

Questo rende Hunt: Showdown un titolo multiplayer cooperativo e competitivo al contempo, figlio di una nuova concezione di gioco online che difficilmente può esser riscontrata altrove.

Crytek non si è voluta limitare a questa già intrigante difficoltà, ma ha scelto di portare il giocatore indietro nel tempo, tornando ad una modalità simil hardcore.

Per affrontare le cacce, dovremo selezionare un hunter, prendendolo da una selezione di cacciatori, ognuno con una propria dotazione e filosofia di caccia. Questo personaggio livellerà, potrà esser equipaggiato in modo migliore ed esser spinto oltre ogni limite, diventando il cacciatore perfetto. Ma in caso dovesse morire in partita, l’addio sarà definitivo, con perdita di tutto l’equipaggiamento e della sua esperienza, rendendo necessario assoldare un nuovo hunter.

E fidatevi, la cosa vi farà imprecare! Perché ad ogni missione completata, l’esperienza guadagnata verrà ripartirà in due modi: livello generale e livello dell’hunter.

Nel primo caso, verrà impiegata per aver accesso a nuovi armamenti, o abilità con cui potenziare i nostri alter ego. L’esperienza degli hunter, invece, consentirà ai personaggi di migliorare la propria energia, acquisire più slot equipment o poter conquistare skill passive (come maggior recupero di stamina).

Questa impostazione rende Hunt: Showdown inizialmente frustrante. Nelle prime partite era facile entusiasmarsi per un caccia andata a buon fine, ma ben presto, quando sono cominciati gli scontri ‘seri, la perdita di un cacciatore bene equipaggiato e a cui mi ero affezionato ha preso una piega che conduceva ad imprecazioni e maledizioni assortite.

Anche se in fase di Early Access, Hunt: Showdown sembra esser in grado di mostrare già da ora una personalità non indifferente.

L’impostazione del gameplay, che unisce le due anime del gioco online, è stata ottimizzata al meglio, anche se per goderla appieno sarebbe consigliabile giocare con un amico, ancora meglio se collegato in cuffia. Nonostante un’interazione tutto sommato limitata con l’ambiente circostante, non manco le occasioni per studiare degli attacchi a sorpresa, o scegliere di seguire i nemici, umani o meno, in modo da poter colpire al momento adatto.

Parlando di Crytek, la mia curiosità riguardo Hunt: Showdown era principalmente sul comparto grafico. Memore della straordinaria prestazione ai tempi Crysis, ero al contempo gasato e spaventato. Da sempre, infatti, Crytek realizza comparti grafici d’eccellenza, ma che richiedono macchine piuttosto potenti per poter andare al meglio.

Hunt: Showdown non fa eccezione. La grafica è di ottima, nulla da dire. Dalle texture ai modelli, Crytek ha tenuto fede alla sua meritata fama. Muoversi nelle paludi è un’esperienza avvincente, complice anche una gamma di suoni e di effetti che amplifica l’esperienza. Ma a che costo?

Serve, infatti, una scheda che abbia parecchio sprint. Ho testato questo gioco con una GTX 1080 e non ho avuto problemi, mai un calo prestazionale o spiacevoli rallentamenti, ma con dotazioni di gamma inferiore. Fortunatamente, recentemente Crytek ha integrato al possibilità, per i giocatori, di apportare modifiche ai settaggi grafici, consentendo di adattare Hunt: Showdown anche a sistemi poco potenti.

Hunt: Showdown può segnare il ritorno in grande stile di Crytek, a patto di ovviare il piccolo inconveniente di lunghi caricamenti e di rendere più rapida la ricerca di partite. Considerando che siamo ancora in Early Access, il titolo di Crytek mostra però tutte le potenzialità per diventare uno dei videogiochi più appassionanti di questi ultimi tempi!