Mer 25 Dicembre, 2024

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Intervista a Francesco Marcantonini, fondatore di CosplaYou. È tempo di mettersi in gioco?

Il mercato dell’editoria dei giochi da tavolo in Italia, raccontata attraverso l’intervista di Justnerd a Francesco Marcantonini, fondatore di CosplaYou…

Su Justnerd parliamo spesso di giochi da tavolo, con anticipazioni, notizie e recensioni che cercano di cogliere gli aspetti e le dinamiche più interessanti di questo settore sempre più ricco di importanti novità. Oggi abbiamo la fortuna di poter intervistare Francesco Marcantonini, fondatore e factotum di CosplaYou.

Una realtà, quella dell’editore perugino, che si è da poco affacciata sul mondo dei giochi da tavolo, ottenendo successo grazie a titoli quali Youtopia, Jewels e Narcos, di cui vi abbiamo già parlato non molto tempo fa. CosplaYou è inoltre reduce dal successo ottenuto al Lucca Comics & Games 2016, dove ha presentato Misantropia, la nuova divertentissima fatica di questa giovane realtà.

Più che una vera e propria intervista, quella con Francesco è stata una piacevole e divertente chiacchierata. D’altronde perché ridurre tutto ad una mera e noiosa serie di domande, specialmente quando si è alla presenza di una persona che fa del divertimento il suo business e la sua ragion d’essere?

Ciao Francesco, grazie di essere con noi, anche perché siamo riusciti a strapparti a tutti i tuoi innumerevoli impegni in questo che sarà sicuramente un periodo “caldissimo” per voi di CosplaYou. 

Grazie a voi di Justnerd, in effetti è un periodo intensissimo questo: tra Romics e Lucca, una miriade di piccole fiere, il lancio di Jewels, e l’impegno con Misantropia, c’è da diventar matti.

Francesco, raccontaci com’è nata CosplaYou.

L’idea, in realtà, è nata molto randomicamente. Scaturisce da un mondo a me molto vicino che è quello dei giochi di carte collezionabili come Magic, di cui sono un grande appassionato. Da lì l’idea di “scendere in campo” in prima persona, sulla scia di un dinamismo molto crescente per quanto riguarda i board games. Avere una realtà tutta mia creata da zero, insomma, una sorta di giocattolino per puro divertimento.

Poi, come spesso accade quando si mette tanta passione in quello che si fa, capita che questa passione diventi qualcosa di più. Questa come puoi ben capire è una cosa bellissima, personalmente devo trovare vera passione in quello che faccio altrimenti non riuscirei a combinare nulla.

Questo è un settore molto interessante, non solo per le dinamiche “aziendali” classiche come il contatto coi fornitori, gli accordi commerciali, il marketing eccetera, ma soprattutto perché ha un aspetto ludico importante che riesce ad essere coinvolgente. A differenza di altre realtà, in questo campo il prodotto funziona se piace alla gente. Non importa quanto tu sia strutturato, quanto tu sia grande: se fai un buon gioco, che piace e diverte la gente, allora stai facendo un buon lavoro. Questo è un aspetto importantissimo soprattutto per realtà piccole, come Cosplayou.

Con Youtopia e Jewels per esempio, siamo di fronte a dei giochi apprezzatissimi che vendono tanto; anche se noi siamo piccoli e non possiamo mettere in campo tutta la forza di una grande casa editrice per esempio.

Questo vuol dire che il prodotto piace e funziona e dunque ha successo. Tutto ciò può essere una spinta per l’ingresso sul mercato di nuovi attori e nuove realtà e, secondo un mio personale punto di vista, più siamo, più vendiamo. Per me è un modo da crescere tutti insieme, anche in ottica di collaborazioni fra editori.

Passione, volontà ed idee giuste sono quindi il mix perfetto per il successo?

Esatto, hai detto bene: successo e tante soddisfazioni. A tal proposito c’è un piccolo aneddoto che mi piace ricordare, una di quelle piccole cose che regalano le soddisfazioni più grandi.

Tempo fa, a Bari, in occasione del WonderCon, un ragazzino è venuto a trovarci al nostro stand e ci ha ringraziato personalmente perché non smetteva di giocare a Ciak, uno dei nostri giochi, tanto si era appassionato. È stato con noi per i due giorni del WonderCon giocando a tutti i giochi Cosplayou, proprio perché Ciak l’aveva “stregato” e voleva appunto provarne di altri. Stiamo parlando di un ragazzino che ha pagato ben due volte il biglietto d’entrata, per poter stare due giorni insieme a noi. Ecco, questo è quello che noi consideriamo un successo.

Ogni volta che una persona viene a trovarci in fiera, perché ha acquistato un nostro titolo ed è incuriosito dalle novità, in quel momento ci sentiamo appagati pur sapendo di essere una piccola realtà che si misura con grandi società che sono presenti sul mercato da moltissimi anni.

Le piccole realtà quindi possono rivaleggiare ad armi pari con i grandi protagonisti del settore?

Certamente, anzi, nel mondo dei board games questa è una caratteristica molto più accentuata rispetto al mondo dei videogiochi. 

Se prendiamo per esempio il caso di The Witcher, videogame di successo planetario sviluppato da una realtà indipendente, lo ritroviamo come caso isolato, una goccia nel mare. Invece nel mondo di board games si può rivaleggiare con i dominatori del mercato in maniera molto più agevole.

Cosa dovrebbe fare chi volesse “affidare” a voi una sua idea? Qualcuno che per esempio abbia il desiderio di pubblicare un gioco da lui ideato?

Ci sono molti fattori che intervengo in questi casi ma le cose essenziali per me sono: la persona, come si presenta a me, come mi presenta il gioco. Il gioco deve essere presentato in maniera impeccabile, bisogna crederci in prima persona.

Attenzione però, non mi riferisco alla presentazione “scenica” del gioco. Per me va bene anche se mi viene presentato con carta e penna. Il gioco però deve avere un’anima, deve avere una storia, un perché, deve esser nato da un’idea ben sviluppata con una genesi forte e concreta, con un pubblico di riferimento già individuato.

Come dicevamo all’inizio, deve trasparire la passione che una persona mette in quello che fa e questa passione è facile che si tramuti in divertimento, una volta che il gioco verrà acquistato dalla gente.

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, questa passione, questa storia ispiratrice, questa presentazione emotiva dei giochi è assente.

È preferibile avere un’idea astratta del gioco ma ben descritta, motivata, ambientata per bene, in poche parole “sceneggiata” con passione, tanto al resto poi ci si può pensare dopo, nel momento della trasformazione dell’idea in qualcosa di concreto; piuttosto che un gioco ben “realizzato”, con le carte fighe, il board, i dadi e tutto il resto, ma che non riesce a trasmettere nient’altro al di là della bellezza estetica.

A volte si pensa un po’ troppo al gioco in sé che non al pubblico cui dovrebbe essere destinato. È un errore che facciamo tutti, me compreso. Ciak, il nostro primo gioco, è stato ideato partendo da una passione e divertimento personale, invece che da un’idea di target. L’esperienza ti fa imparare molte cose e così, con Youtopia, abbiamo prima pensato al pubblico di riferimento e poi al gioco in sé.

Ma attenzione, bisogna comunque capire se questo pubblico esiste e dove andarlo a trovare. Nel nostro caso per esempio, essendo nati da poco, abbiamo imparato a conoscere il nostro pubblico man mano che veniva a crearsi. Se il pubblico si evolve, ci evolviamo anche noi, cercando di intercettare quello che potrebbe funzionare e far divertire le persone.

Molti giochi che giungono a noi li scartiamo per mancanza d’appeal, ma non d’appeal estetico, quanto per le motivazioni e il metodo di presentazione.

Ciò non vuol dire che il gioco non sia valido, o che qualche altro editore non possa mostrarsi interessato. Magari non è il gioco adatto a noi di CosplaYou. L’importante è capire il perché di un gioco, e il perché viene proposto a noi piuttosto che ad altri.

Francesco, la tua passione traspare dalle risposte che ci stai dando, e speriamo di riuscire a trasmetterla a chi ci legge. Probabilmente il prossimo autore di Board Games è nascosto tra chi ci segue e, magari, può avere in serbo un’idea vincente come Ciack, Youtopia, Jewels e come siamo certi sarà Misantropia che avete appena presentato a Lucca. L’umorismo è il comune denominatore dei vostri prodotti, ma com’è nata l’idea di Misantropia, da voi stesso definito “gioco di sopravvivenza sociale”?

Il merito è tutto dell’autore Fracesco Stefanacci, che ha pubblicato il gioco su Indiegogo. Noi siamo stati sempre attenti al crowfounding. Lo stesso Jewels, per esempio, è nato su Kickstarter.

Misantropia ci ha subito colpiti, già dalla presentazione. Ce ne siamo innamorati all’istante. Il gioco è bello perché consente di immergersi completamente nella vita di un lavoratore medio abbastanza “sfigato”, che deve combattere lo stress, le psicosi, e tutte le cose snervanti della vita moderna. Quindi, le persone, quando giocheranno a Misantropia ritroveranno eventi e situazioni che già conoscono di persona. Misantropia reagisce con i pensieri, le esperienze ed i ricordi delle persone e quindi risulta oltremodo coinvolgente ed esilarante. E così, magari, alla fine di una partita ci si scoprirà tutti un po’ misantropi! (Qui è scattata poi una gara, tra me e Francesco, su chi avrebbe smesso per prima di ridere ndr.)

A proposito di misantropia e fobie varie. In un’epoca come quella odierna, piena di rapporti virtuali, molto social e poco reali, in cui riunirsi di persona per giocare è sempre più raro… come si pone un editore di board games, che spesso vede il proprio pubblico migrare verso le community di giocatori online? C’è il pericolo che i giochi da tavolo possano soffrire il web, i social e la tecnologia?

Secondo me, quando c’è troppa vita sociale online, quando la tecnologia occupa sempre più spazi di vita quotidiana, c’è sempre qualcuno che rifugge queste abitudini non salutari e si rituffa nella “vita reale”. Riacquista la voglia di interagire con le persone e, magari, riscopre il piacere di stare in compagnia e giocare con dadi, carte e quant’altro.

Quindi secondo me il gioco da tavolo ha in un certo senso beneficiato di quest’epoca “astratta”, fornendo, anche se ad un pubblico forse minoritario, una gradevole alternativa per riscoprirsi “reali”.

Il pericolo principale è che questo staccarsi dalla vita virtuale non deve essere una moda passeggera altrimenti, come tutte le mode, è destinata a passare, con il pericolo di rituffarsi più di prima in una vita di isolamento sociale. Quindi il gioco da tavolo deve strizzare l’occhio anche all’innovazione tecnologica. Lo stesso limite fisico dei board games, che offrono esperienze di certo diverse rispetto ai videogames, può essere superato con l’utilizzo sapiente e dosato della tecnologia. La tecnologia può, e deve, potersi integrare con i giochi da tavolo senza snaturarli ma, anzi, deve espanderne le potenzialità. In futuro anche noi di Cosplayou cercheremo di percorrere questa strada, senza perdere però di vista l’idea di essere autori e produttori di giochi da tavolo, giochi  in cui l’incontrarsi e lo stare insieme fisicamente restano caratteristiche imprescindibili.

L’idea di esser seduti tutti insieme a giocare mi fa sorgere spontanea una domanda: cosa succede quando un gioco è un “prototipo” funzionate? C’è un gruppo di “beta tester”? Come avviene la fase di prova per le piccole realtà come la vostra?

A volte siamo noi stessi di Cosplayou a testare il gioco, coinvolgendo i nostri grafici, i disegnatori i collaboratori, ecc. In altri casi ci affidiamo a dei veri e propri esperti di giochi, selezionati da noi, che testano i nostri prodotti.

La cosa importante è che ci sia un riscontro da parte di un pubblico diverso, quanto più variegato possibile. Spesso, il punto di vista di gente esperta, può individuare dei punti deboli che potrebbero essere invisibili ad altri. È come sottoporre il gioco ad una sorta di stress test, per poter individuare anche eventuali fasi di stanca o di ripetitività che un gioco potrebbe avere.

Per concludere questa splendida chiacchierata che ci ha permesso di conoscere meglio Cosplayou, e il dietro le quinte di una giovane ma dinamica realtà del mondo dei giochi da tavolo, saremmo curiosi di sapere se c’è qualcosa che bolle in pentola.  Immaginiamo che il vostro nuovo Misantropia vi assorbirà per un po’ di tempo, ma avete qualche anticipazione in esclusiva per noi di JustNerd?

Beh, si hai detto bene, per ora siamo concentratissimi su Misantropia, oltre ovviamente a tutti gli altri titoli precedenti, ma in effetti una novità in esclusiva possiamo anticiparla (Francesco ridacchia). Stiamo lavorando ad un interessantissimo progetto che lanceremo su KickStarter, un qualcosa che potrebbe veder la luce in occasione del Play di Modena del prossimo anno.

Grazie Francesco da parte di tutto lo staff di JustNerd, ci hai trasmesso tutta la professionalità e l’energia che mettete in tutto quello che fate e che vi permette di sfornare prodotti divertenti e di qualità, dimostrando che, anche una piccola ma energica casa editrice, può competere alla pari con realtà molto più grandi; facendo leva su due elementi indispensabili quando si parla di giochi da tavolo: passione e divertimento.

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