L’Ammazzadraghi, il secondo capitolo di YA, la saga fantasy di Roberto Recchioni
Leggere YA L’Ammazzadraghi, il secondo capitolo della saga fantasy scritta da Roberto Recchioni, mi ha sorpreso. Non che La battaglia di Campocarne, il precedente libro, non mi avesse lasciato una sensazione piacevole, ma L’Ammazzadraghi ha un qualcosa in piรน rispetto al suo predecessore, una sorta di intensa emotivitร che da Roberto arriva al lettore.
Fin dalle sue prime batttute, Roberto smette i panni dello scrittore, preferendo quelli del cantastorie. Nello stile del racconto, ha sempre in mente la Storia, il cuore della vicenda, lasciando che il resto del mondo, il contorno, nasca dalla mente del lettore. La sua รจ una dichiarazione d’intenti, racchiusa nelle prime pagine di L’Ammazzadraghi. E funziona talmente questa sua prosa tra il linguaggio forbito e il parlar volgare che ci si sente catapultati nel mondo di Stecco e Marta.
L’autore di Orfani usa l’espressione Entra il coro per identificare i prologhi delle tre parti in cui รจ suddiviso L’Ammazzadraghi. La sensazione che ho avuto รจ che il coro fossimo noi lettori. Nel teatro greco il coro era composto da personaggi minori il cui unico compito era entrare in scena per dare risalto all’azione principale, arricchendo con la narrazione di dettagli l’ambientazione del dramma. Recchioni racconta, ci coinvolge nella creazione del mondo de L’Ammazzadraghi, dandoci il compito di definire l’ambientazione in cui si muove Stecco secondo i nostri sentimenti, la nostra fantasia. Niente fronzoli, solo Avventura, dannazione vivetela come la sentite vostra, fatelo con me.
Stecco, dopo la battaglia di Campocarne, รจ diventato il Granduomo, la figura immortale che tutti vedono come l’impersonificazione dell’eroe. Peccato che il giovane sia tutto l’opposto , sgaziato, fannullone, non molto sveglio e un gran fanfarone. Sembra assurdo che in un libro in cui ci si imbarca in un’avventura contro un drago, uno dei due protagonisti sia un personaggio simile.
Eppure Stecco รจ piรน eroico di quanto si possa inizialmente immaginare, รจ incredibilmente reale. Perchรจ deve essere riconoscibile per i lettori designati di questo libro: degli adolescenti. E allora emerge un lato generoso, affamato di avventura, ci viene presentato come un giovane uomo conscio dei suoi limiti, ma che non si arrende, che si sforza per colmare quel divario che sente nei confronti degli altri.
YA, oltre ad essere un’esclamazione che leggeremo spesso, รจ un buon acronimo per young adult, una letteratura adatta ad una complicata fascia di etร , quel periodo adolescenziale in cui dall’infanzia si passa al mondo adulto. E Recchioni ha ben chiaro questo aspetto, perchรฉ L’Ammazzadraghi รจ lo specchio di un’etร tanto complicata.
Il nostro Stecco, dopo essersi goduto la fama e il vantaggio di esser il nuovo Granduomo, inizia a sentire il peso della menzogna in cui vive. Ha raggiunto i suoi obiettivi, in un modo o nell’altro, ma merita questa fama? Ne รจ degno? Sta crescendo, maturando, e gli interrogativi che sorgono nel suo cuore sono l’eco delle domande che ogni ragazzo comincia a farsi ad una certa etร . Recchioni รจ incredibilmente onesto con i suoi giovani lettori, non li aggredisce, ma con una scrittura particolare cerca di accompagnarli verso questo passaggio a volte ostico.
La scrittura รจ sempre semplice, ironica, con delle metafore spesso vicine al mondo infantile, in particolare nelle parti piรน leggere, quasi sempre legate alla figura di Stecco, ma che vengono ad assumere un registro sempre piรน adulto con il proseguire della storia.
Quando entra in scena Marta, la moglie montanara del Granduomo, il tono diventa automaticamente piรน serio, maturo. ร interessante vedere come sia la figura femminile ad essere la piรน adamantina e dura, come tocchi a Marta vivere i momenti piรน difficili, anche confrontandosi con eventi del suo passato estremamente dolorosi. La furia che a volte avvolge la mente di Marta, annebbiandola e scatenando una parte ferina della sua anima, รจ affascinante, a maggior ragione nel contrasto con la parte razionale della ragazza che cerca di capire cosa le stia accadendo. La chiamano Marta la Brutta, eppure รจ un personaggio bellissimo, per questa sua intensitร , per questa sua forza, nata anche da tremende ferite dell’anima.
Recchioni non si abbassa a descrivere momenti di bruttura umana, ne costruisce l’immaginario in modo che sia il lettore a fare il passo decisivo, lasciando che la comprensione arrivi a chi ne ha gli strumenti adatti. Questo suo tocco delicato permette a L’Ammazzadraghi di diventare una lettura appassionante anche per chi non appartiene piรน alla fascia young adult da un pezzo. Come il sottoscritto, giusto per dire.
Se per i giovani lettori YA L’Ammazzadraghi puรฒ essere un messaggio quasi sussurrato, un incoraggiamento a non arrendersi per le sfide future, per noi adult che quelle problematiche le abbiamo giร vissute diventa un monito, un ricordo che per quanto possa esser dura, i nostri demoni dobbiamo affrontarli, come abbiamo fatto in passato. Il Drago da affrontare รจ la personificazione delle nostre paure, dal non essere all’altezza al timore del giudizio degli altri. Forse questo aspetto รจ piรน indicato per un pubblico maturo, che queste sensazioni le vive ancora, quotidianamente, che come Stecco e Marta spesso ha un drago da affrontare, prima che lo divori. Ma non รจ solo la metafora del drago a darci il senso della difficoltร quotidiana,ย ci sono altri piccoli segnali. Ad esempio, Nonna Mannaia che diffida della Terza Sorella, come quando perdi fiducia in una divinitร da cui ti sei sentito ingannato.
Se รจ vero che ogni storia parte da una base di veritร , mi piace pensare che in L’Ammazzadraghi ci sia tanto del vissuto di Recchioni, non a caso fisicamente simile al suo Stecco. Non รจ mai stato uno che si nasconde Roberto, ma chissร cosa si muove dentro il suo animo, quali sono i draghi che deve affrontare. La naturalezza e l’emotivitร con cui ci racconta questa storia sono forti, sinceri, solo chi ha vissuto questa intensitร sulla propria pelle puรฒ sapere come trasmetterla ad altri.
E si torna a quel Entra il coro. Con il cantastorie Roberto, che ci invita a condividere questa Avventura assieme, ognuno vivendola secondo le proprie esperienze. Ho iniziato a leggere L’Ammazzadraghi sentendomi come un ragazzino di fronte ad un menestrello che canta la sua ballata ad una fiera di un paesino di campagna, ma andando avanti con la lettura era come se pian piano venissi coinvolto dal cantastorie, divenendo parte del racconto.
Seguendo un ipotetico percorso, La Battaglia di Campocarne era la fine delll’infanzia di Stecco e Marta, con il passaggio all’adolescenza grazie anche alle prime esperienze adulte. L’Ammazzadraghi รจ la perdita dell’ultima parte dell’innocenza infantile, vissuta nell’adolescenza ed il passaggio alla vita adulta.
Una nota personale. Nel leggere L’Ammazzadraghi ho dovuto valutare se farlo in cartaceo o in digitale. La copertina (opera sempre di Roberto Recchioni) รจ stata la mia guida. Realizzata in modo semplice ma suggestiva, ricorda il tessuto in cui venivano rilegati certi tomi nel passato, e il contrasto tra Stecco e il Drago รจ un bel colpo d’occhio. Non si giudica un libro dalla copertina, ma in questo caso รจ impossibile non rimanerne affascinati.
Che sia sempre fatta l’avventura, YA!