Mar 26 Novembre, 2024

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Le ali della strige: avventura solitaria per Dragonero – Recensione

Dopo aver lasciato il nostro Ian ad affrontare il pericolo degli Abomini in Prigioniero delle Ombre, la seconda parte della trilogia estiva di Dragonero, possiamo ingannare lโ€™attesa per il capitolo finale con Le ali della strige, sesto Speciale del nostro scout preferito. La tradizione estiva degli Speciali, sino ad oggi, ci ha regalati storie intense e capaci di mostrarci aspetti diversi dellโ€™Erondar.

In Le ali della strige Ian si trova ad affrontare una missione solitaria dall’esito inatteso

Le ali della strige, scritto da Luca Enoch, rientra in pieno in questo spirito. Per uno speciale estivo, capace di staccarsi per un attimo dalla serrata continuity di Dragonero, questโ€™avventura solitaria di Ian รจ un racconto che mescolano con particolare delicatezza avventura ed emozioni. Ancora una volta Enoch mostra di avere una mano fortunata nel tratteggiare, sai come disegnatore che come scrittore, figure femminili intense e magnetiche. La complessitร , in questo caso, consiste nellโ€™inserire questa sua capacitร  intrecciandola con la dimensione del mostro, del nemico.

Quando in un villaggio viene recuperato il cadavere di un giovane con il corpo ricoperte di piume, gli abitanti non sanno chi sia il misterioso essere, sino a quando non viene scoperto, grazie alla memoria della levatrice del paese, che questo sfortunato essere era in realtร  un bambino scomparso anni addietro. La rivelazione sconvolge la vita dei cittadini, membri di una comunitร  che in passato ha subito la piaga di rapimenti di bambini, una ferita ancora aperta per molte famiglie.

Il medico del paese decide di chiedere aiuto per risolvere questo mistero, e il caso vuole che incroci la strada di Ian, Gmor e Sera. Pur di non interrompere la missione in cui sono impegnati, Ian decide di svolgere una rapida indagine in solitaria, dopo lโ€™insistenza dellโ€™ufficiale sanitario del villaggio. Questa decisione sarร  il primo passo per unโ€™avventura particolare per Ian.

Le ali della strige ha il merito di essere al contempo una storia facilmente godibile come lettura fantasy a sรฉ stante, che parte del piรน ampio mosaico dellโ€™Erondar. Per quanto sia possibile inserire, con una certa abilitร , storie slegate dalla continuity delle saga di Dragonero, รจ sempre piacevole ritrovare elementi narrativi che ci riconfermino quella sensazione di familiaritร  con il contesto piรน ampio della storia di Ian.

Che si tratti della pressione sociale di una famiglia benestante mai rassegnata alla perdita, divenuta unโ€™occasione di scalata sociale, o la presenza di una vecchia conoscenza che sta facendosi vedere sempre piรน spesso ultimamente, questi piccoli agganci alla tradizione del personaggio sono accortezze autoriali che rendono la storia ancora piรน accogliente, familiare.

E Le ali della strige ha bisogno di questi elementi, perchรฉ concorrono a rinforzare una caratteristica essenziale dellโ€™albo: lโ€™emotivitร . Enoch costruisce la prima parte de Le ali della strige portandoci a temere questa figura mitologica, portandoci a identificarla come il nemico, mossa solo da oscuri e violenti intenti. Come spesso accade nelle storie di Dragonero, questa costruzione emotiva tra autore, personaggio e lettore รจ un gioco sottile che prepara emotivamente ad una rivelazione inattesa.

Passando per i dolorosi ricordi, appena accennati, di Ian sui tempi della sua militanza nei Senzanima, sfiorando la straziante sofferenza di una famiglia ancora attaccata ad una speranza, Enoch ci convince della pericolositร  e della perfidia della Strige, odiosa rapitrice di bambini. Quando lentamente emerge la realtร , la figura di questa creatura perde quellโ€™aura di malvagitร  con cui la identificavamo, divenendo un personaggio malinconico e che suscita piรน compassione che odio.

Vedendo il modo in cui Enoch crea questo ribaltamento di percezione del personaggio, ho simpatizzato per la creatura, comprendendo il motivo delle sue azioni. Nella sua visione ferina del mondo, la Strige agisce come le suggerisce la sua natura, non per perfidia, ma per necessitร , come istintiva risposta ad una solitudine che la opprime. La delicatezza con cui viene presentato il vissuto e le fatiche della Strige sono uno dei motivi per cui Enoch รจ uno dei migliori narratori del nostro fumetto: ribaltare un preconcetto instillato e rafforzato nel lettore per metร  albo con un lenta, ma inesorabile opera di caratterizzazione di un animo in pena e in cerca, ironicamente, degli stessi bisogni umani che muovono i personaggi.

 

Lโ€™epilogo inatteso, dopo unโ€™accesaย battaglia, รจ divertente e romantico, anche nella sua forza. Enoch scioglie la tensione della storia con ironia, dando ad Ian unโ€™avventura dal finale decisamente insolito, che dubito racconterร  ai suoi compagni di viaggio.

Le ali della Strige, oltre a poter contare sulla storia di Enoch, convince grazie ad una formazione artistica di spessore.

Difficile non rimanere stupiti dallโ€™arte di Nicola Mari in copertina. Disegnatore storico di casa Bonelli, Mari fa sua la parte piรน violenta della storia, anticipando una certa tensione allโ€™interno dellโ€™albo. La Strige ritratta sullโ€™albero al centro del disegno sembra pronta a spiccare il volo per attaccare un ignaro Ian. Tavola carica di tensione, muscolare, perfetta.-

La storia interna รจ affidata ai disegni di Emanuele Gizzi. Per quanto il suo lavoro sia convincente in tutto lโ€™albo, ho adorato il modo in cui Gizzi riesce a mostrare le emozioni della Strige con primi piani intensi e una vitalitร  animalesca perfetta. La tavola dellโ€™urlo disperato della Strige รจ di una potenza incredibile, una capacitร  espressiva che viene ribadita nelle espressioni di sorprendente tenerezza della creatura sul finire dellโ€™albo. Da premiare la delicatezza e il rispetto con cui Gizzi ritrae la nuditร  della Strige, riuscendo a mostrarne la sensualitร  animalesca senza mai scivolare nella becera volgaritร .

Piky Hamilton ribadisce la sensibilitร  di questa storia con una colorazione dโ€™effetto. Brava nel giocare con le ombre e i contrasti, la Hamilton giostra bene il difficile compito di colorare una creatura complessa come la Strige.

Non potevano certo mancare due pilastri della serie come Luca Barbieri e Marina Sanfelice. Se il primo, da buon curatore, ci introduce alla storia con un precisa lezione sulle strigi, alla seconda spetta come da tradizione il compito di fumettare le tavole, e son sicuro che si sia divertita nel letterare i fumetti dei piccoli protagonisti, con il loro particolare linguaggio.

Dopo questa avventura, Ian ci aspetta in edicola ad agosto con il capitolo finale della sua trilogia estiva

E ricordate: diverso รจ il passo, uguale il cuore.

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