Le storie che non vogliono finire non finiscono. Semplice. Perché dovrebbe finire una storia che ha ancora molto da raccontare? Deve essere questo l’interrogativo, condito da un mix di ironia e di filosofia, che ha ispirato Claudio Chiaverotti per il titolo dell’ultimo albo delle Morgan Lost Black Novels: Le storie che non vogliono finire.
Le storie che non vogliono finire chiude la terza stagione di Morgan Lost, ma con un emozionate arrivederci
Arrivato in edicola in questi giorni, il sesto volume della terza stagione della saga del cacciatore di taglie di New Heliopolis dovrebbe esser il capitolo finale di questa serie ma riesce ad andare oltre al semplice ruolo di finale, diventando un punto di svolta per l’intera saga.
Dopo aver assistito alla sua personale lotta interiore con le Dark Novels e ad una sua particolare evoluzione, Morgan Lost in questo nuovo blocco di storie sembra quasi passare in secondo piano, lasciando che sia il suo mondo ad esser il vero protagonista. Il modo in cui Chiaverotti orchestra la progressiva rivoluzione ai vertici della società di New Heliopolis è il vero motore di questa terza stagione di Morgan Lost, un cambio che influenzano l’ambientazione, inevitabilmente ha un impatto anche sul protagonista.
Ed è una scelta intelligente. Per quanto il protagonista di una serie sia il vero richiamo per i lettori, il mondo in cui muovono è parte essenziale del loro fascino. Se in Nessun gufo in Alabama l’arrivo dei nuovi serial killer è stato il passo iniziale di un terremoto per New Heliopolis, con Le storie che non vogliono finire questo scossone di propaga come un’onda impetuosa travolgendo Morgan e i suoi amici, costretti a fronteggiare un radicale stravolgimento delle proprie abitudini.
Chiaverotti, con un colpo solo, decide di calare la maschera sulla trama di quest’ultima stagione, cogliendo tutti di sorpresa e lasciandosi sedurre dalla voglia dei colpi di scena ad effetto. Per comprendere al meglio Le storie che non vogliono finire è preferibile rileggere tutto d’un fiato questa stagione di Morgan Lost. Preso singolarmente, il sesto capitolo delle Morgan Lost Black Novels rischia di essere prorompente al punto da confondere il lettore, sommerso da una serie di rivelazioni improvvise che confondono. Piacevolmente e con il giusto tempismo tipico del Chiave, ma un ripasso su come siamo arrivati a questa situazione è l’ideale per arrivare ben preparati a questo finale di stagione.
Da come erano partite le Morgan Lost Black Novels, non mi sarei mai aspettato una simile conclusione. Le figure introdotte in questi numeri sono state trattate con la giusta accortezza, con una progressiva caratterizzazione dei nuovi arrivati che ha consentito ai lettori di imparare a conoscerli, a convincersi di aver capito dove Chiaverotti volesse andare a parare. Fortunatamente lo scrittore torinese non ha perso il suo gusto per la zampata finale, quel ribaltamento delle convinzioni del lettore che omaggia la sua passione per il cinema, che permea nelle sue storie non come copia ma come ispirazione.
Alcuni passaggi di questo albo, per la loro complessità e la loro incredibile aderenza alla macrotrama dell’intere serie, sono esempi di costruzione narrativa d’eccellenza. Si può opinare che alcuni frangenti possano sembrare forzati, eppure, se visti in un’ottica più ampia del singolo albo, si può comprendere come siano in realtà passaggi essenziali che ben si inseriscono nella costruzione più ampia della società di New Heliopolis.
Il ribaltamento di fronte tra serial Killer e bounty hunter è il punto focale di questa stagione delle Black Novels. Abbiamo sempre visto come il fascino dei criminali fosse una motrice per la quotidianità della folla, ma arricchita dal fascino del proibito, dell’illecito. La sfida di Chiaverotti è quella di privare i cittadini di New Heliopolis della morbosità insita nell’ammirare i serial killer, istituzionalizzandoli in modo definitivo. Con un pizzico di ironia, prendiamo parte ad un radicale stravolgimento di New Heliopolis, che diventa anche il motivo del titolo dell, albo: Le storie che non vogliono finire.
E difficilmente ci sono migliori inizi di una grande fine. Se una storia non vuole finire, se sa di avere ancora tanto da offrire ai propri lettori, deve trovare una grinta continua per rimanere viva e appassionante, tentando anche la carta del rinnovarsi, senza alcuna paura. Chiaverotti lo sa bene, e sfida il lettore con un albo che sembra precipitare New Heliopolis ed i suoi protagonisti in una sorta di visione speculare, con una parentesi finale tragica che lascia presagire come ci sia ancora molto da vivere in questa caotica metropoli.
E tocca a Val Romeo interpretare questi slanci di Chiaverotti. La disegnatrice siciliana non è solamente interprete della vena più dinamica e psicotica dei personaggi, ma nuovamente si rivela un’artista emotivamente travolgente, realizzando una visione particolarmente suggestiva di uno dei momenti più intensi dell’albo, mostrando nuovamente come quando tra narratore e disegnatore (o disegnatrice) si crea una sinergia, a trarne il maggior beneficio siamo noi lettori.
Tra citazioni di Big Bang Theory e del cinema di Tarantino, dove ho trovato pienamente espressiva la Romeo è nella tavola finale. Preparatevi, sentirete un urlo scaturite dall’ultimo pagina, e purtroppo dovremo aspettare qualche mese prima di scoprirne le conseguenze.
Sarebbe il momento di fare il solito applauso a Fabrizio de Tommaso per la sua copertina, ma questa volta ad accoglierci in Le storie che non vogliono finire non è una semplice tavola, è una promessa che lo sguardo puntato verso l’altro di Morgan Lost silenziosamente stringe con il lettore: sono qui, mi riposo un attimo, tiro il fiato e si riparto. Non è finita, il tempo di un cachet per l’emicrania e poi si ricomincia, hell!
Fortunatamente quest’estate avremo il ritorno del Morgan Lost futuro, impegnato nella caccia di un assassino particolare: Dylan Dog. Il 24 luglio, infatti, arriverà nelle edicole il seguito del cross over tra il Bounty Hunter di serial killer e l’Indagatore dell’incubo. Le storie che non vogliono finire non finiscono, quindi non abbandonate New Heliopolis, la rivoluzione è appena iniziata.