Un nuovo avatar per Martin Mystere, il celebre personaggio di Alfredo Castelli edito da Sergio Bonelli!
Ci sono personaggi di fantasia che sono diventati parte integrante del nostro mondo, si ritagliano una fetta della nostra quotidianità, spesso ci accompagnano da anni, diventando una presenza amichevole. Da divoratore compulsivo di fumetti, ho una serie infinita di questi amici, immaginari ma non troppo, molti sono rimasti indietro con gli anni, altri ancora sono una presenza costante; tra questi ultimi, uno dei più cari è Martin Jacques Mystere, noto come Martin Mystere, archeologo e divulgatore nato dal genio di Alfredo Castelli nel 1982.
Per me, appassionato di storia, misteri (anzi, mysteri), la lettura delle avventure di Martin è diventato un must; fedele lettore, ho seguito le storie di Mystere per anni, con ammirazione e passione. Fino ad un momento preciso, ovvero l’annuncio delle Nuove Avventure a Colori (che da qui in poi chiamerei comodamente NAC), scoperto sulla pagina Facebook dei ‘nipoti’ di Martin Mystere, i membri dell’associazione AMys.
L’idea alla base delle NAC è di presentare un nuovo Martin Mystere, più moderno, fresco, dinamico rispetto al Buon Vecchio Zio Marty (BVZM); da sempre osteggio l’idea di reboot, remake e simili, e dopo averlo subito al cinema, pensare che una mia passione fumettistica rischi la stessa sorte è stata una coltellata. Ma si sa, al cuore non si comanda, e quindi allo scorso LuccaComics non ho dato al retta al mio istinto e ho comprato Ritorno all’impossibile, il primo episodio.
Mai stato più felice di sbagliarmi!
Le NAC non sono un semplice reboot, ma una nuova visione del mito di Martin Mystere
Le NAC non sono un reboot, non si prefiggono di svecchiare un personaggio che potrebbe risentire dei tanti anni di vita editoriale. Lo scopo di Castelli e del think tank dei Mysteriani (Andrea Artusi, Diego Cajelli, Giovanni Gualdoni, Ivo Lombardo, Enrico Lotti, Andrea Voglino) non è quello di stravolgere il personaggio cucendogli addosso un nuovo abito. Per leggere le NAC c’è una sola chiave di lettura: dimenticare la serie canonica.
Il mio primo errore, alla prima lettura, è stato quello di cercare i punti fermi del mito di Mystere, trovandomi spaesato nel non aver più i riferimenti a cui sono abituato. Alcune delle caratteristiche tipiche del personaggio (dalla presenza di Java alla leggendaria logorrea del BVZM) sono stati accantonati in favore di un taglio più dinamico, da serial americano, sia nello stile narrativo che nei contenuti; da un punto di visto grafico, ci si allontana dalla classica impostazione bonelliana, avvicinandosi maggiormente alla tradizione franco-belga.
Molti lettori hanno accusato di tradimento i creatori della miniserie, ma vi posso assicurare che proseguendo nella lettura questa sensazione viene prontamente dissipata. Il Martin delle NAC è un avatar, una delle tante incarnazioni che un personaggio può assumere, senza per questo privare le altre sue ‘vite’ della loro importanza.
Ora so cosa state pensando: ma quindi, perchè dovrei leggere le NAC?
Perché siamo di fronte ad un ottimo prodotto di fumetto nostrano, anzitutto. La cura che è stata investita nel realizzare la miniserie si nota in ogni aspetto. Il taglio da serial consente di creare una continuity degli episodi che accompagna agevolmente il lettore, inserendo sempre nuovi spunti; ad aprile arriviamo al giro di boa di metà serie, un traguardo che per chi crea il fumetto diventa il momento topico, quell’istante in cui inizi a chiederti se tutte le trame e gli spunti lanciati avranno una degna conclusione. Come lettore, posso garantirvi che ad oggi non ho trovato nulla fuori posto, le diverse linee narrative si incastrano mantenendo un’organicità perfetta, ma soprattutto sono arricchite da diversi abbellimenti, sotto forma di riferimenti (anche geografici) che donano alle NAC una forte sensazione di reale. Se nel quarto episodio, La melodia che uccide, ritroviamo una incredibile ricostruzione di edifici storici di Milano, con Quando i mondi si scontrano i Mysteriani si divertono a portarci nientemeno che a Lucca durante il LuccaComics; queste citazioni diventano quasi una sfida tra lettore e sceneggiatori, un duello a distanza che lega creatore e beneficiario dell’albo.
Le Nuove Avventure a Colori di Martin Mystere si aprono ad un concezione più action del fumetto
Ma il vero valore è la Storia, intesa come emozione trasmessa tramite le immagini e la macrotrama che lega i diversi episodi. Il team di disegnatori e coloristi riesce a rendere reali i tanti colpi di scena partoriti dagli sceneggiatori di Martin Mystere Le Nuove Avventure a Colori, dona vita agli stati d’animo dei personaggi, coinvolgendoci nelle loro avventure. Il seminare piccoli indizi ad ogni episodio, creare una pista su cui il lettore si muove cautamente per capire chi sia Martin e cosa si celi nel suo passato è uno degli aspetti meglio curati della serie; ogni volta che pensiamo di aver capito cosa stia per accadere, un colpo di scena (mai un deus ex machina, attenzione) viene ribaltato tutto in modo credibile, svelando un nuovo mystero su cui riflettere!
Le NAC sono la risposta alla richiesta di dare nuova linfa ad una concezione di fumetto che, specie nelle nuove generazioni, sembra perdere mordente; da parte dei creatori si tratta di una forma di amore sia per il personaggio che per i lettori, ma anche noi fortunati amanti dei comics e di Mystere dobbiamo avere il coraggio di credere in loro, di accettare una nuova storia senza fare paragoni, ma avendo fiducia in chi racconta, lasciando che la nostra fantasia venga accompagnata per nuovi mysteri da un nuovo Martin Mystere.