Gio 17 Aprile, 2025

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MaXXXine, la recensione del terzo capitolo della saga “X”

MaXXXine è il terzo capitolo della trilogia horror “X”, lanciata dal regista e sceneggiatore Ti West, con X- a sexy horror story e Pearl, entrambi nel 2022.

Il terzo e ultimo atto della saga è quello realizzato con più mezzi e dal respiro più ampio, ambientato negli anni ’80, mentre Los Angeles era alle prese con il serial killer noto come The Night Stalker. MaXXXine è una storia di rivalsa delle donne su una Hollywood dominata da uomini e sull’ipocrisia che ancora oggi padroneggia certi ambienti.

Maxxxine, sinossi

Decisa a uscire dal mondo della pornografia e lanciarsi nel cinema di Hollywood, Maxine Minx ottiene un’audizione per il film The Puritan 2. Nel frattempo un misterioso serial killer si aggira per la Los Angeles del 1985, inseguendo Maxine attraverso un detective privato, e adescando vittime per la sue attività ricreative sulle colline di Hollywood.

In una città in preda al terrore, Maxine è una donna che sa difendersi da sola ed emergere in una città che pullula di losche figure, motivate più da interesse economici che morali, merito anche delle passate esperienze.

MaXXXine

X

Ideata da Ti west come un omaggio al cinema slasher degli anni ’70, X – A sexy horror story è un inno d’amore ai film come Non aprite quella porta, ed è uno dei miglior film del 2022. Pearl, uscito lo stesso anno, è un prequel dove viene racconta la storia della vecchia assassina di X, ed è a suo modo il più autoriale della trilogia. Con MaXXXine Ti West sposta l’obbiettivo della macchina da presa ai thriller polizieschi degli anni ’80, con un budget più elevato, portando a termine una trilogia dove è difficile decidere quale sia il migliore dei tre film. Minimo comune denominatore della saga horror è l’attrice sempre presente Mia Goth.

Non solo Mia Goth

La Goth sembra nata per questa parte e, proprio come il personaggio di Maxine, che nel film si appresta a girare il sequel di un horror che la porterà alla fama, la trilogia di Ti West ha consacrato Mia Goth come attrice di primissimo livello (non solo per il cinema horror). A differenza dei precedenti capitoli, il cast di MaXXXine è zeppo di nomi più o meno conosciuti, da Bobby Cannavale a Michelle Monaghan, interpreti di due poliziotti della omicidi, da Elizabeth Debicki a Lily Collins, rispettivamente regista e protagonista di The Puritan 2, fino a Kevin Bacon, detective privato a caccia di Maxine completamente inutile e che, se tolto dalla trama, non ci saremmo accorti della sua assenza, finendo poi con Giancarlo Esposito nei panni dell’agente della protagonista. Breve apparizione per la pop star Halsey, ma nessuno è però in grado di rubare la scena a Mia Goth.

MaXXXine

La saga di X parla anche di cinema, altro minimo comun denominatore, come dichiarato dallo stesso Ti West : “Faceva parte del concetto della trilogia: sarebbero stati film molto diversi e il cinema sarebbe stato il tessuto connettivo. Per ambientare MaXXXime a Hollywood, per portarlo a Los Angeles, doveva esserci una motivazione. Se X è un film su qualcuno che vuole entrare nel mondo del cinema dall’esterno, e Pearl parla di qualcuno che guarda al mondo del cinema come promettente, MaXXXine è un film in cui sei all’interno dell’industria cinematografica, com’è realmente?”

Ispirazioni

MaXXXine prende spunto da molto del cinema di genere, passando da Brian De Palma ed Hitchcock, attraverso anche il nostrano Dario Argento, con la scena dell’omicidio all’interno del video noleggio che urla il nome del regista, re dell’horror italiano, ad ogni inquadratura. Ricco di stilemi e cliché del cinema degli anni ’80, dai vicoli bui dove qualcuno è sempre in agguato e le vie d’uscita sono sempre bloccate, alle infinite sparatorie dei polizieschi, che in questo film arriva sul finale. Ti west, però, in qualche modo ribalta questi cliché arrivando ad un esito che è il contrario di quello che ci si può aspettare.

Ci sono anche molte citazioni dirette, come il Bates Motel da Psycho o il personaggio di Kevin Bacon, che si aggira per gli studios di Los Angeles con il naso fasciato e vestito esattamente come Jack Nicholson in Chinatown di Polanski.
Altro riferimento metacinematografico è la saga di Scream, in particolare il capitolo 2 e 3, dove la realtà raccontata nel film si mescolava con quello che i protagonisti vedevano al cinema, proprio come in MaXXXine.
Forse il problema principale del film è che si perde un po’ in tutto questo citare, ma Ti West mette tutto in scena con caparbietà e coerenza, rendendo il tutto non troppo forzato.

Il punto di vista di MaXXXine

Nella trilogia ideata da Ti West è presente il costante ribaltamento del ruolo della donna all’interno del cinema horror. Non solo vittima del serial killer di turno, ma essa stessa carnefice. Se in X, essendo uno slasher in puro stile anni ’70/’80, la cosa può risultare quasi un’ovvietà, diverso è il discorso per Pearl, dove si racconta il punto di vista di una assassina e soprattutto di MaXXXine.

Qui la donna protagonista emerge lottando contro i suoi aguzzini con le sue forze, non aiutata da un uomo, cosa che accedeva spesso nei film di genere di quegli anni.
La “colpa” di Maxine, cosi come di Pearl, è quella di voler raggiungere la fama a tutti i costi, in un periodo in cui significava essere sottomesse dagli uomini di potere.

Conclusioni

MaXXXine è un film ricco di spunti e con uno stile e una struttura narrativa che ricorda un certo cinema del passato, ma senza per questo scadere nella nostalgia, ormai imperante in quasi tutti i film degli anni ’20 del 2000. Nel film di Ti West gli anni ’80 sono il contorno ideale per raccontare la sua storia e la Los Angeles del periodo che è quasi un personaggio a se stante.

MaXXXine è un film non solo per gli appassionati di horror e thriller, ma per chiunque voglia passare 1 ora e 44 minuti al cinema, in cerca di qualche brivido.