Si chiama mHACKeroni ed è il dream team italiano che ha vinto la quarta edizione dell’Hack-A-Sat, la competizione organizzata dal governo degli Stati Uniti incentrata sulla sicurezza dei sistemi spaziali.
La squadra CTF italiana di hacker etici, professionisti e accademici provenienti dalle più importanti università del nostro paese oltre che da istituzioni straniere e colossi dell’IT, è riuscita, prima di tutti, ad hackerare un satellite USA in orbita.
And, the results are in!!! The winners of the first CTF competition IN SPACE are…
🥇 mHACKeroni @mhackeroni
🥈 Poland Can Into Space @DragonSectorCTF @p4_team
🥉 jmp fs: @pfs_ctfThanks to all the teams who worked so hard & made this year’s #HAS4Finals one to remember! pic.twitter.com/WRozFZ2mDE
— Hack-A-Sat (@hack_a_sat) August 13, 2023
mHACKeroni blocca e surclassa le altre quattro finaliste della Hack-A-Sat
L’obiettivo della gara, svoltasi in quel di Los Angeles nel corso della DEF CON 2023 (famosa convention mondiale sulla sicurezza informatica), era appunto quello di violare i sistemi di sicurezza del Moonlighter per poter prenderne il controllo. Il Moonlighter, infatti, è un piccolo satellite che è stato lanciato in orbita lo scorso mese di giugno e che fungerà da piattaforma di test per gli attacchi hacker in orbita e per testare eventuali contromisure.
“Se stai facendo una competizione di hacking, o qualsiasi tipo di attività informatica o esercizio con un veicolo funzionante, la cosa è molto complicata perché stai potenzialmente mettendo a rischio la missione di quel veicolo”, rivelò a suo tempo Aaron Myrick, capo progetto di Moonlighter, “Per questo abbiamo creato e lanciato questo satellite che è in pratica è la prima hacking sandbox nello spazio”.
mHACKeroni, una squadra che già a partire dal nome ha sempre voluto “sbandierare” la propria italianità, ha surclassato altri quattro team finalisti tra cui i vincitori della scorsa edizione, i polacchi di Poland Can Into Space, riuscendo a contrastare i tentativi di hack delle altre squadre per poi ottenere l’accesso ai sistemi di controllo e ai dati di Moonlighter.
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Gli hacker italiani, oltre a fregiarsi di un successo davvero importante, si sono portati a casa anche il primo premio di 50.000 dollari messo in palio dall’USAF e dalla Space Force.
“L’obiettivo a lungo termine di ciò che viene fatto e sperimentato conl’Hack-A-Sat è aumentare la consapevolezza che la sicurezza informatica dei satelliti in orbita è qualcosa di fondamentale che deve essere realizzata il prima possibile” ha dichiarato il capitano Kevin Bernert della Space Force USA.