Mer 22 Gennaio, 2025

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Mindhunter 3: David Fincher conferma che la terza stagione non si farà

Nonostante sia ormai chiaro dal 2020 che Mindhunter 3, la terza stagione della serie Netflix sulla vera storia dei profiler dei primi serial killer, non si farà, il regista David Fincher ha confermato in queste ore che lo show è praticamente morto.

David Fincher ha confermato che Netflix non procederà con la terza stagione della serie crime, Mentre i fan speravano forse ancora di poter vedere una terza stagione, Fincher ha recentemente parlato della serie in un’intervista a Le Journal du Dimanche, dicendo:

“Sono molto orgoglioso delle prime due stagioni, ma è una serie particolarmente costosa e, agli occhi di Netflix, non abbiamo attirato un pubblico abbastanza ampio da giustificare un tale investimento”.

Ha poi aggiunto: “Non li biasimo, hanno corso dei rischi per lanciare la serie”. Nel corso degli ultimi tre anni, Fincher aveva offerto ai fan la speranza che la serie continuasse, salvo specificare che probabilmente non sarebbe stato così.

Mindhunter 2

La serie si basava sul libro del 1995 “Mindhunter: Inside the FBI’s Elite Serial Crime Unit”, scritto da John E. Douglas e Mark Olshaker. Ambientata negli anni ’70, Mindhunter segue gli agenti dell’FBI Holden Ford (Jonathan Groff) e Bill Tench (Holt McCallany) mentre istituiscono un’unità che studia i serial killer condannati per cercare di determinare cosa, se c’è qualcosa, da vita ad un killer seriale.

Nel corso delle prime due stagioni della serie, la squadra ha esaminato assassini come Ed Kemper (Cameron Britton), Jerry Brudos (Happy Anderson), Wayne Williams (Christopher Livingston) e Charles Manson (Damon Herriman), ottenendo ottime recensioni dalla critica e dal pubblico. Questo, però, non è bastato a dare luce verde a Mindhunter 3.

La serie stava anche costruendo la storia di BTK, di cui non vedremo mai la conclusione. Riguardo a ciò che avrebbe potuto comportare la terza stagione, il regista della serie Andrew Dominik ha spiegato: “Quello che volevano fare con la terza stagione era andare a Hollywood. Uno di loro si sarebbe messo in contatto con Jonathan Demme e l’altro con Michael Mann. E tutto sarebbe stato incentrato sul tema del profiling che sarebbe entrato nello zeitgeist, nella coscienza pubblica. Sarebbe stato… Era la stagione che tutti aspettavano di fare, quando sarebbero usciti dal seminterrato e avrebbero cominciato davvero”.

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